La “scusa” è quella di presentare Silvio Berlusconi Editore, la nuova iniziativa editoriale lanciata dal gruppo Mondadori di cui è presidente: di fatto però per Marina Berlusconi l’intervista concessa al Corriere della Sera è l’occasione per rifilare un paio di schiaffoni dal peso non indifferenti a Giorgia Meloni, la premier che con Lega e Forza Italia, il partito “di famiglia”, governa il Paese da Palazzo Chigi.
I messaggi che arrivano dalle parole della figlia di Silvio Berlusconi, il fondatore di Forza Italia, pesano come macigni e rilanciano il tema infinito di una possibile “discesa in campo” sul modello del padre, di un impegno attivo in politica. Impegno che, va detto, Marina Berlusconi esercita da dietro le quinte: come presidente di Fininvest e soprattutto come garante dei debiti di Forza Italia, una cifra che si aggira intorno ai 100 milioni e che Marina e i suoi fratelli tengono sostanzialmente in piedi.
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Nell’intervista al Corriere emerge un quadro più netto delle posizioni politiche della figlia del Cavaliere, a sua volta nominata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scorso maggio. Così se da una parte Marina Berlusconi non crede che l’esecutivo Meloni non stia contribuendo a una “erosione” della democrazia nel paese, perché “questo governo ha sempre rispettato pienamente le regole della democrazia e in politica estera ha mantenuto la barra dritta su posizioni europeiste e filoatlantiche”, allo stesso tempo prende chiaramente le distanze su altre tematiche.
Marina Berlusconi e i diritti civili
Una su tutte la questione dei diritti civili. “Se parliamo di aborto, fine vita o diritti LGBTQ, mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Perché ognuno deve essere libero di scegliere. Anche qui, vede, si torna alla questione di fondo, quella su cui non credo si possa arretrare di un millimetro: la questione della libertà”, le parole nette dell’imprenditrice.
Le distanze dall’estrema destra
Altro punto in cui le distanze da Giorgia Meloni sono evidenti è la collocazione internazionale dell’estrema destra, che Meloni almeno in parte guida da presidente dell’ECR, i Conservatori europei al cui interno figurano partiti estremisti come il Pis polacco o Vox, i “post-franchisti” spagnoli.
Berlusconi ne parola come di un “nemico interno, non meno insidioso” rispetto alle minacce provenienti dal “fronte antioccidentale” composto secondo la figlia del Cav da “Russia e Cina”. Per Marina Berlusconi infatti “il successo alle Europee di movimenti con idee antidemocratiche non può non allarmare”. L’analisi della presidente di Mondadori e Fininvest è che “dietro il diffondersi di certe simpatie antidemocratiche c’è anche una crescente insofferenza, quasi una rabbia, verso l’Europa del troppo controllo, del dirigismo, della burocrazia. La risposta però non può certo essere quella di rinchiudersi nei propri confini. Al contrario, serve un’Europa più forte e più coesa, capace di far percepire alle persone tutti i benefici di una vera unità. Senza ambiguità su valori come libertà e democrazia, a cominciare dal sostegno all’Ucraina. Insomma, l’Europa può essere la nostra salvezza, oppure, attenzione, la nostra rovina”.