Nel carcere di Frosinone

Detenuto 21enne si toglie la vita in carcere, è il 48esimo nel 2024: “Vietare bombolette a gas, è la vera pandemia”

"Situazione folle, indegna per un paese totalitario, figuriamoci per uno che voglia definirsi democratico e civile. Se non si invertirà il trend si batterà ogni record"

Cronaca - di Redazione Web - 28 Giugno 2024

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Detenuto 21enne si toglie la vita in carcere, è il 48esimo nel 2024: “Vietare bombolette a gas, è la vera pandemia”

A Frosinone, all’interno della casa circondariale Giuseppe Pagliei, il 48esimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno 2024. Aveva 21 anni, avrebbe inalato gas dalla bomboletta da campeggio, ieri pomeriggio poco prima delle 15:00, nella cella dov’era ristretto. “Diversamente che in altre circostanze in cui lo scopo è sembrato essere quello di ‘sniffare’ il gas, in questo caso tutto lascerebbe pensare a un suicidio”, ha osservato il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria Gennarino De Fazio, dando la notizia. È il terzo suicidio in carcere in poco più di 24 ore. Ai 48 vanno aggiunti, fa notare il segretario, i quattro poliziotti penitenziari. “Il governo batta un colpo”.

La vittima era nata in Italia, un italiano di seconda generazione. De Fazio ha raccontato di “scene di guerriglia” nello stesso Istituto dove qualche ora dopo il suicidio un agente è stato aggredito riportando la frattura di un piede. Ha parlato di “una strage senza fine e senza precedenti”. Il segretario nella stessa nota ha rinnovato gli appelli ripetuti e ribaditi costantemente da anni, e puramente ignorati, contro il sovraffollamento carcerario e le condizioni di lavoro complicatissime anche per gli agenti penitenziari.

La strage nelle carceri

“Tutto questo mentre dal Governo si propagandano assunzioni, assolutamente vere e di cui va dato merito, peccato che non bastino a coprire gli agenti pensionati. Dunque, il personale è sempre meno, giorno per giorno, e i detenuti sempre di più. Mancano 18mila unità al fabbisogno della Polizia penitenziaria, mentre i reclusi sono 14mila oltre i posti disponibili. Una situazione folle, indegna per un paese totalitario, figuriamoci per uno che voglia definirsi democratico e civile”, si legge ancora.

“Tante morti e, in generale, tanti eventi disfunzionali non si erano mai visti nelle carceri almeno negli ultimi 30 anni. Se, come temiamo, non si invertirà il trend, a fine anno si batterà ogni record, superando anche il numero di morti del 2020, quando ci furono le rivolte conseguenti alla pandemia da coronavirus. Nei penitenziari, la vera pandemia è oggi. La pandemia dell’indifferenza o, per dirla in termini più coloriti, del menefreghismo”.

La questione delle bombolette a gas nelle carceri

Ancora in corso gli accertamenti per capire le circostanze della morte. “È ora che al posto delle pericolosissime bombolette a gas, a volte trasformate anche in bombe contro il personale di Polizia Penitenziaria, si dotino le carceri di piastre elettriche per riscaldare il cibo dei detenuti. E il fatto che sia morto inalando il gas dalla bomboletta che tutti i reclusi legittimamente detengono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande, come prevede il regolamento penitenziario, deve fare seriamente riflettere sulle modalità di utilizzo e di possesso di questi oggetti nelle celle”, ha denunciato Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, SAPPE. Un altro appello lanciato contro la detenzione di persone tossicodipendenti o alcoldipendenti.

“Dai dati in nostro possesso sappiamo che quasi il 30% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su tre, ha problemi di droga. Per chiarezza va ricordato che le persone tossicodipendenti o alcoldipendenti all’interno delle carceri sono presenti per aver commesso vari tipi di reati e non per la condizione di tossicodipendenza. La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all’interno di un ambiente di per se cosi problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta. Non vi è dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere e che esistano da tempo dispositivi di legge che permettono di poter realizzare tale intervento”.

28 Giugno 2024

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