Evviva! Sembrava incredibile, quasi da non crederci. Piazza del Plebiscito è stata liberata. Sono stati smontati spalti e palcoscenico. Il Palazzo Reale non ha più davanti quegli orrendi pali di ferro. Le statue dei re di Napoli possono finalmente rivolgere lo sguardo verso la Basilica di San Francesco di Paola. La chiesa stessa non è più affogata dalle luci invadenti dei fari e dalla confusione assordante che usciva dalle casse. Ora, in questa piazza simbolo della città, si tornati a respirare. Un sogno ad occhi aperti, quasi non vero. Vederla così, spaziosa e piena della sua immensità e bellezza. Perché per 20 giorni, questo luogo emblema della storia e dell’arte del capoluogo campano, è stato vittima della tortura degli eventi: ben 14 concerti, una vera e propria follia, avallata dal Comune e dalla Soprintendenza (con quest’ultima stranamente disponibile nel dare parere positivo a tale scempio).
Liberi dalla trappola degli eventi
Alla fine, il supplizio – che all’inizio sembrava infinito e insormontabile – è terminato. E tanta gioia e felicità la stanno provando i moltissimi residenti, usciti sani e salva dalla trappola dei disagi. Problemi che li hanno tenuti in ostaggio per tutto il mese di giugno. Il dramma della viabilità, la difficoltà nel tornare a casa dopo una giornata di lavoro, traffico e caos, zone pedonali trasformate in strade accessibili ad auto e scooter, lo smog che si è impadronito di parte dei quartieri di Chiaia e San Ferdinando, sporcizia ovunque. Basta pensarci, di sicuro, queste centinaia e centinaia di persone hanno tirato un sospiro di sollievo. L’hanno fatto quando lo scorso venerdì, Tropico, ha salutato il pubblico completando una volta per tutte la serie di concerti.
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La speranza dei residenti: non tornare ad essere ostaggi nella propria città
Ora c’è un pò d’ansia, perché non è davvero finita qui. A settembre si esibiranno i Co’Sang, a dicembre la finale di X Factor. Ma si tratterà soltanto di tre giornate, in quattro mesi. Abbastanza sostenibile, nulla in confronto all’inferno appena passato. La domanda è lecita: ma se non ci sono vigili urbani a sufficienza, non c’è il numero adeguato di operatori dell’Asia, il trasporto pubblico non è ancora efficiente, perché l’amministrazione ha deciso di spremere in questo modo così ‘violento’ i propri cittadini? Nessuno ha dato una risposta.
L’appello al sindaco Manfredi
A questo punto rivolgiamo un appello al sindaco Gaetano Manfredi che reputiamo una persona ragionevole: per l’anno prossimo, organizzi al massimo 3-4 concerti in piazza del Plebiscito. Magari per due date, cerchi di portare in città una band del calibro degli U2 e il resto lo delocalizzi per l’intera area metropolitana di Napoli. Perché un mese di giugno gemello di questo appena passato è impensabile e sarà insopportabile. Se ciò non accadrà e dovessero essere confermate le più nefaste previsioni, allora ci auguriamo che cittadini e residenti mettano in campo azioni di resistenza e disobbedienza civile, perché siamo stanchi di città a misura di turisti e sempre più invivibili per chi ci lavora e deve crescerci una famiglia (nel rispetto delle regole e pagando le tasse).
Le foto della piazza liberata