Morto a 77 anni

Comunardo Niccolai: chi era il calciatore “re degli autogol” ed eroe dello Scudetto del Cagliari

Sport - di Redazione - 2 Luglio 2024

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Comunardo Niccolai (sulla destra) alle Olimpiadi di Seoul del 1988
Comunardo Niccolai (sulla destra) alle Olimpiadi di Seoul del 1988

Pochi mesi dopo la scomparsa di Gigi Riva, il “rombo di tuono” cannoniere del Cagliari dello Scudetto di Serie A del 1970, se ne va un altro protagonista di quella magica annata in Sardegna.

È morto all’età di 77 anni Comunardo Niccolai, colonna di quel Cagliari in cui giocò 222 partite dal 1967 al 1976, ma presente anche in Nazionale, anche nella spedizione degli Azzurri ai Mondiali del Messico nel 1970.

Nato a Uzzano, in provincia di Pistoia, la sua carriera è però legata alla militanza nel club sardo: “Lascia il ricordo di un grande sportivo, un uomo educato, gentile, rispettoso, cordiale, che sapeva farsi voler bene. Ciao Comunardo”, si legge in una nota della società.

Dopo la carriera da calciatore, terminato nel 1978 con la maglia del Prato, Niccolai fu anche tecnico federale, contribuendo a lanciare nelle giovanili Azzurre giovani talenti poi diventati campioni, come Gigi Buffoni e Francesco Totti, diventando anche allenatore della Nazionale femminile.

Il “re degli autogol”

Niccolai è passato alla storia come “re degli autogol”: sei quelli realizzati in carriera, venendo poi sorpassato in questa classifica da Riccardo Ferri e Franco Baresi, a quota otto.

Autogol spesso impossibili, come quello messo a segno il 15 marzo del 1970 a Torino, dove si stava disputando un delicatissimo scontro al vertice tra la Juventus e gli isolani: sul punteggio ancora fermo sullo 0-0, in un campo reso problematico dalla pioggia, nel tentativo di respingere un cross di Giuseppe Furino Niccolai anticipò di testa il portiere Enrico Albertosi e spedì la palla nella propria porta; per sua fortuna, però, Gigi Riva riuscì a pareggiare e quell’incontro si concluse sul 2-2.

Niccolai finì per abituarsi all’etichetta di “re degli autogol”. All’inizio mi dava fastidio ma poi ci ho fatto l’abitudine – diceva infatti l’ex calciatore -. Ci sono giocatori che hanno fatto un’ottima carriera ma non se ne ricorda nessuno; io almeno ho lasciato un segno nella storia del calcio italiano”.

La battuta di Scopigno su Niccolai

L’annata magica del Cagliari nel 1970, con lo Scudetto, convinse il ct della Nazionale Ferruccio Valcareggi a convocarlo in Nazionale e a lanciarlo titolare ai Mondiali in Messico. Giocò la prima partita da titolare, salvo poi finire per essere sostituito dopo 37 minuti per un infortunio.

Divenne però celebre una frase su di lui attribuita a Manlio Scopigno, suo allenatore al Cagliari, nel commentare la sua presenza in campo al Mondiale: “Mi sarei aspettato di tutto dalla vita, ma non di vedere Niccolai in mondovisione”.

Giampaolo Murgia, giornalista sportivo, raccontò una versione ben diversa dei fatti: “Scopigno non pronunciò la famosa frase. Ero con lui davanti alla tv nella sede sociale di via Tola. Prima del fischio d’inizio si videro gli azzurri schierati uno dopo l’altro. Quando fu la volta di Niccolai, Scopigno, che era seduto, si alzò e per un attimo spense il televisore borbottando: “Ma si può?!”. Una battuta per nascondere commozione e… orgoglio. Niccolai era il cucciolo della compagnia, il suo pupillo”.

di: Redazione - 2 Luglio 2024

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