Le elezioni francesi
Salvini esulta per il successo di Le Pen, Meloni ne esce indebolita
Noncurante del ballottaggio del 7 luglio, il leader leghista esulta, mentre Meloni è cauta: il successo a metà della destra francese la indebolisce nella partita europea per le nomine
Politica - di Umberto De Giovannangeli
Per Matteo Salvini il 7 luglio non esiste. Lui ha già deciso: in Francia governa la destra dei suoi amici Marine e Jordan. “Quando i cittadini votano hanno sempre ragione. Sono alleato e amico di Marine Le Pen e Jordan Bardella da tanto tempo. È un cambiamento che potrà essere utile anche a livello europeo perché mentre a Bruxelles stanno ricostruendo la stessa ipotesi di maggioranza (pur avendo perso voti e pezzi), su Ursula von der Leyen e alleanze con i socialisti e col gruppo di Macron (che persino in Francia ormai è la minoranza della minoranza), in Italia, in Francia, in Germania e in Spagna, dove i popoli votano, si chiede un cambiamento. Rn non è l’estrema destra ma è l’alternativa alla sinistra scelta anche da tanti lavoratori”, proclama il vicepremier e segretario della Lega.
Nel pomeriggio, il commento meditato di Giorgia Meloni. Il ballottaggio in Francia? “Siamo di fronte a uno scenario molto polarizzato e se mi chiede se preferisco la sinistra, in qualche caso anche piuttosto estrema, o la destra… Ovviamente preferisco la destra”. La presidente del Consiglio è spettatrice interessata della partita in terra di Francia. Sperava in una vittoria larga della pur non particolarmente amata Marine Le Pen al primo turno, è arrivato un risultato che spinge comunque Rassemblement National, insieme agli alleati, sopra al 33%. Ma è chiaro che lo scenario è ancora tutto da definire con la seconda tornata elettorale. In quest’ottica la premier italiana liquida il fronte repubblicano: “Ho sempre auspicato anche a livello europeo che venissero meno le vecchie barriere tra le forze alternative alla sinistra e mi pare che anche in Francia si stia andando in questa direzione. Per la prima volta il partito di Le Pen ha avuto degli alleati già dal primo turno (Marion Maréchal e l’ex leader dei Républicains Eric Ciotti, ndr) e per la prima volta mi pare che anche i Républicains siano orientati a non partecipare al fronte repubblicano”.
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Secondo Meloni, l’alleanza contro le destre è “qualcosa che in forme diverse avviene anche in Italia” e che la premier indica come un “tentativo costante di demonizzare e di mettere all’angolo il popolo che non vota per le sinistre”. “È un trucco – aggiunge – che serve a scappare dal confronto sul merito delle diverse proposte politiche. Ma è un trucco in cui cadono sempre meno persone. Lo abbiamo visto in Italia, si vede sempre di più in Europa e in tutto l’Occidente”. Sul fronte delle opposizioni, Debora Serracchiani, parlamentare ed esponente della segreteria nazionale del Pd, ha invitato Salvini a non esultare troppo: «Aspetti a far festa. Le Pen non ha ancora la maggioranza assoluta, lo scenario è mobile e i ballottaggi saranno cruciali». “Estrema destra avanza ma non sfonda, si può battere. Tutte le forze democratiche e progressiste si uniscano per contrastare quello che sarebbe un danno per la Francia e per l’Ue”, incalza Giuseppe Provenzano, deputato dem e responsabile esteri.
Carlo Calenda di Azione ha espresso preoccupazione sulla crisi finanziaria che potrebbe generare il «periodo di ingovernabilità, conflitto e instabilità» che vivrà la Francia: «L’accordo di desistenza al secondo turno delle elezioni francesi è inevitabile e giusto. Gli esiti del secondo turno sono molti incerti. C’è solo un dato sicuro: che vinca la destra o il centro più la sinistra/sinistra massimalista, la Francia passerà attraverso un periodo di ingovernabilità, conflitto e instabilità» . Dice a l’Unità Massimiliano Smeriglio, già europarlamentare, uno degli artefici del successo elettorale di Alleanza Verdi Sinistra alle elezioni europee: “L’élite liberale ha compiuto errori tragici di presa di distanza dal paese profondo di chi vive di stipendio e pensione. Atti di supponenza elitaria senza fine che hanno spianato la strada a Le Pen. La buona notizia – rimarca Smeriglio – è il risultato straordinario del fronte popolare, della sua radicalità programmatica e anche la responsabilità con cui sta costruendo il fronte repubblicano contro l’estrema destra. Autonomia, radicalità e vocazione unitaria contro le mille frammentazioni della sinistra, una lezione per la sinistra italiana”.