Il delitto di Arce

Serena Mollicone, la storia e le ultime notizie: il processo e quando ci sarà la sentenza

La giovane sparì il primo giugno del 2001 in provincia di Frosinone. Il cadavere fu trovato due giorni dopo in un boschetto. Nel luglio del 2022, l'ex Comandante dei Carabinieri Franco Mottola, suo figlio Marco e la moglie Anna Maria, sono stati assolti dall'accusa di concorso in omicidio. In questo mese sono andate in scena le requisitorie della Procura in occasione del processo d'appello: il pm ha chiesto di condannare la famiglia Mottola perché avrebbero lasciato morire la vittima. La sentenza è attesa per il prossimo 12 luglio. I sospetti di spaccio per Marco Mottola, i presunti depistaggi del padre, la porta dell'alloggio in caserma come arma del delitto (l'assassino avrebbe fatto sbattere contro di essa la testa della 18enne), un carabiniere suicida: tutti i punti di un caso ancora irrisolto

Cronaca - di Redazione Web - 2 Luglio 2024

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Serena Mollicone, la storia e le ultime notizie: il processo e quando ci sarà la sentenza

L’omicidio di Serena Mollicone richiama quello di Marco Vannini. A tracciare il parallelo, davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma, è il sostituto procuratore generale Deborah Landolfi nel corso della requisitoria del processo per l’omicidio della 18enne di Arce uccisa nel 2001 facendo riferimento all’obbligo di “garanzia e di protezione dei titolari dell’abitazione nei confronti di persone da loro ospitate che si trovino in pericolo di vita”. Il pg spiega che nell’omicidio Vanniniil giovane era ospite in casa della fidanzata quando viene ferito da un colpo di arma da fuoco sparato dal padre della ragazza (Antonio Ciontoli ndr) e poi lasciato morire senza chiamare adeguati soccorsi“.

Morte Serena Mollicone: il processo d’Appello

L’obbligo di garanzia sorge per il titolare di un’abitazione quando ospita una persona che viene a trovarsi in una situazione di pericolo – chiarisce – proprio perché trovandosi nella sua abitazione era in un posto dove nessun altro poteva entrare. Marco ha messo in pericolo la vita di Serena in un appartamento dove solo i Mottola potevano accedere e avevano l’obbligo di intervenire – come scrivono i sostituti procuratori generali Deborah Landolfi e Francesco Piantoni nella memoria conclusiva – Entrambi i genitori e lo stesso Marco avevano l’obbligo di garanzia di prestare soccorso alla ragazza che era entrata nell’abitazione di cui solo essi avevano la disponibilità e ciò non hanno fatto, anzi hanno voluto nascondere quanto era successo per evitare conseguenze penali ai danni del figlio. Ma, in questo caso, hanno anche deciso di soffocare la ragazza e quindi di ucciderla deliberatamente, per poi far sparire il corpo ed ogni traccia”.

La requisitoria e le richieste del sostituto procuratore

Ventiquattro anni di reclusione per l’ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce Franco Mottola, 22 anni per sua moglie Annamaria e per il figlio Marco. Sono le richieste pronunciate in aula dai sostituti procuratori. Richieste che erano state anticipate dalla memoria conclusiva depositata il 21 giugno scorso. Franco Mottola è “la persona che ha tenuto il comportamento più grave perché era il comandante della stazione dei carabinieri e avrebbe dovuto prendere per primo le iniziative per evitare che questa ragazza morisse“. Ha detto il sostituto procuratore Landolfi che ha concluso: “Per Marco e Annamaria Mottola chiediamo 22 anni di reclusione – ha chiarito – una pena un po’ più alta del minimo edittale vista la gravità della situazione. Inoltre non hanno mai ammesso le loro responsabilità e non hanno mai collaborato“.

L’assoluzione della famiglia Mottola in primo grado

In primo grado Franco, Marco e Anna Maria Mottola sono stati assolti, “perché il fatto non sussiste“. La sentenza fu pronunciata dai giudici nel luglio del 2022. Dunque, la prima parte del processo terminò 20 anni dopo la morte della Mollicone. Oggi è andata in scena la seconda parte della requisitoria che ha caratterizzato il procedimento d’Appello. Il caso è stato costellato da tantissime zone d’ombra: i sospetti sulle attività di spaccio da parte di Marco Mottola, la lite che quest’ultimo avrebbe avuto con la vittima, i presunti depistaggi che il padre Franco – da Comandante dei carabinieri – avrebbe messo in atto per proteggere il figlio e per non lasciare tracce del presunto omicidio, la porta della caserma dove l’assassino avrebbe fatto sbattere la testa della 18enne (prova cardine dell’accusa, smontata in primo grado) e il suicidio di un militare che sarebbe stato un teste molto importante per i pm.

2 Luglio 2024

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