In zona Portuense

Femminicidio a Roma, uccide l’ex compagna sparando dall’auto con un fucile: killer si costituisce in caserma

Cronaca - di Redazione - 4 Luglio 2024

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Manuela Petrangeli
Manuela Petrangeli

L’ennesimo femminicidio, il 46esimo dall’inizio del 2024, questa volta a Roma. Una donna di 50 anni, Manuela Petrangeli, fisioterapista presso la casa di cura Villa Sandra, è stata raggiunta da alcuni colpi d’arma da fuoco esplosi un’auto di piccola cilindrata, probabilmente una Smart, mentre si trovava in via degli Orseolo, in zona Portuense, nei pressi proprio della struttura in cui lavorava.

L’omicidio di Manuela Petrangeli

L’omicidio è avvenuto intorno alle 14: il killer ha sparato con un fucile a canne mozze. Sul posto sono intervenuti i sanitari dell’Ares 118 ma i tentativi di rianimare la donna sono stati inutili.

L’omicida dopo aver aperto il fuoco è scappato a bordo dell’auto, salvo poi costituirsi dopo poco presso la stazione Casalotti dei Carabinieri, consegnando anche il fucile con cui avrebbe compiuto l’omicidio: si tratta dell’ex compagno della vittima, Gianluca Molinaro, 52 anni, assistente socio sanitario all’istituto Don Guanella. La coppia era separata da tre anni e avevano un figlio di 9 anni.

Sulla vicenda indaga la Procura di Roma: sul luogo del delitto è in corso il sopralluogo della pm Antonella Pandolfi del pool antiviolenze coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, mentre sul corpo della vittima è stata disposta l’autopsia nelle prossime ore.

La testimonianza della collega

Era un amore di ragazza, non avremmo mai immaginato potesse succedere una cosa così“, è il racconto ai giornalisti presenti sul luogo del delitto di Maria Cristina Franchitti, amica e collega di Manuela Petrangeli. “I due erano separati da circa tre anni – ha aggiunto – ed era un rapporto normale, come quelli in cui ci separa con un bambino piccolo di mezzo. Non c’è stata nessuna avvisaglia, lei si comportava normalmente. Lei lavorava e credo anche lui, quindi non c’erano in mezzo questioni economiche“, prosegue la collega che aggiunge: “Era solare, una bravissima professionista. Il solito femminicidio“.

L’ex fidanzata lo ha convinto a costituirsi

A convincere Molinaro a costituirsi sarebbe stata una sua ex, Debora Notari, che all’AdnKronos ha raccontato l’incredibile telefonata ricevuta dal 52enne, che in passato aveva denunciato per maltrattamenti.

Gianluca mi ha telefonato poco dopo le 14. Biascicava, mi ha detto: “Le ho sparato” e quando ho capito ho pensato di essere finita in un incubo. L’ho convinto io a venire dai carabinieri, lui voleva ammazzarsi. Ma ora non so che fare, mia figlia non sa niente, con lui aveva rapporti non buoni, ma un conto è un padre str… che non paga gli alimenti, un altro un padre assassino. Quando ha squillato il telefono e ho visto che era lui, ho creduto avesse discusso con nostra figlia. Anche noi avevamo pessimi rapporti, lo denunciai per maltrattamenti quando nostra figlia andava alle elementari, mi picchiava e lo feci arrestare. Poi però, dopo un paio di mesi in carcere, aveva fatto dei percorsi. Io sapevo che con questa donna si era lasciato ormai tre anni fa”, ha raccontato la donna all’AdnKronos.

Ho risposto e lui era ubriaco, biascicava – racconta Debora all’agenzia di stampa – Mi ha detto che aveva sparato, che l’aveva uccisa. Non capivo, non ci volevo credere. Non riuscivo ad alzarmi. Quindi gli ho chiesto dove fosse, ha detto che era in macchina a Selva Candida, che voleva ammazzarsi. Ma io sapevo che non lo avrebbe mai fatto. A quel punto ho fatto quello che avrebbero fatto tutti: gli ho detto di andare dai carabinieri, che tutto si sarebbe risolto, che tanto lo avrebbero preso e che sarei andata a trovarlo con nostra figlia, anche se non lo pensavo. Non so nemmeno come ho fatto a convincerlo, ma ci sono riuscita. L’ho tenuto al telefono per tutto il tempo, fino a quando non è arrivato dai carabinieri e mi ha chiesto ‘Che ci faccio col fucile?’. Voleva portarselo dietro. Gli ho detto di lasciarlo in macchina e ho attaccato solo quando mi ha passato un carabiniere e ho capito che e l’avevo fatta. Mi tremavano le gambe. Potevo esserci io lì, ho pensato. Forse la famiglia di lei aveva sottovalutato il suo passato. Adesso riesco solo a pensare a quella povera creatura rimasta sola”.

di: Redazione - 4 Luglio 2024

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