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Elezioni in Gran Bretagna, Labour e Starmer in trionfo con la maggioranza assoluta: crollo Tories, sorpresa Farage

Elezioni in Gran Bretagna, Labour e Starmer in trionfo con la maggioranza assoluta: crollo Tories, sorpresa Farage

Il Labour torna con la maggioranza assoluta, trionfatore delle elezioni britanniche. I laburisti di Keir Starmer tornano a Downing Street dopo 14 anni di governo conservatore: un risultato annunciato da mesi da tutti i sondaggi, che davano a picco i Tories del premier uscente Rishi Sunak, spinto proprio per questo all’azzardo di anticipare il voto al 4 luglio, con sei mesi di anticipo rispetto alla naturale scadenza prevista per la fine dell’anno.

La legge elettorale

Risultati che però vanno letti alla luce della legge elettorale britannica per il rinnovo del Parlamento, un sistema uninominale secco in 650 collegi: è detto “First Past the Post”, letteralmente significa “vince il primo che supera il palo”, ovvero il candidato che prende più voti nel singolo collegio vince tutto, sistema che in questo modo premia i partiti più grandi, appunto laburisti e conservatori.

I risultati delle elezioni

È così che col 33,8 per cento dei voti nazionali, il Labour di Starmer ottiene l’impressionante numero di 411 seggi, ben oltre la maggioranza assoluta e a un soffio dal suo record storico, quello dei 418 seggi della super maggioranza conquistata da Tony Blair nel 1997.

I Tories, i Conservatori di Sunak, si fermano al 23,7 per cento, ben venti punti sotto il dato del 2019: i seggi ottenuti sono solamente 119. Il terzo partito in Parlamento saranno i LibDem, che hanno ottenuto 71 seggi pur essendo il quarto partito per preferenze: il loro 12,2% è un risultato più basso del 14,3 per cento di Reform UK, il partito populista di estrema destra guidato da Nigel Farage, che però viene penalizzato dal sistema elettorale racimolando solamente quattro seggi, tra cui quello del leader che entra così finalmente in Parlamento dopo decenni di tentativi. In ogni caso Farage ha centrato un obiettivo, seppur paradossale: aiutare il Labour a conquistare una maggioranza ampia in Parlamento, rosicchiando consensi a destra proprio ai Conservatori.

Quanto all’affluenza, siamo al minimo storico nel Regno Unito in oltre 20 anni: secondo i dati diffusi e non ancora definitivi, sulla base di 630 dei 650 seggi scrutinati, ieri alle urne si è recato il 59,8% degli elettori, in netto calo rispetto al 67,3% del 2019. Se quella percentuale sarà confermata, si tratterà dell’affluenza più bassa dal 59,4% del 2001.

La vittoria Labour e il confronto con l’era Corbyn

Proprio il risultato del Labour accende i rifletto su un tema che ha diviso il partito: il 33,8 per cento è infatti un dato non eccellente, un aumento di meno di due punti rispetto al 2019, elezioni che vennero giudicate “catastrofiche” e che costarono la leadership del Labour a Jeremy Corbin, all’epoca leader del partito che aveva spinto più a sinistra, ma addirittura sotto il risultato ottenuto sempre con la leadership di Corbyn nel 2017.

Starmer, suo successore, ha stravolto la piattaforma politica del Labour spingendola a destra, in particolare sui temi dell’economia, del clima e della lotta alle diseguaglianze, ma è stato anche protagonista di una serie di “purghe” all’ala sinistra del partito, cacciando lo stesso Corbyn.

Quest’ultimo riuscito però a vincere il proprio collegio come indipendente e tornando così in Parlamento: deputato nel collegio di Islington North a Londra da 41 anni, ha superato il nuovo candidato ufficiale laburista di quasi 8000 voti.

Le prime parole di Starmer

Starmer si insedierà a Downing Street già oggi, così come in giornata è prevista l’ufficializzazione della prossima squadra di governo.

Nella notte, intervenendo da Londra, Starmer ha affermato che “il cambiamento inizia ora“. “È una bella sensazione, devo essere sincero”, ha aggiunto il futuro premier inglese.

Starmer ha quindi promesso un “rinnovamento nazionale” per la Gran Bretagna. “Il nostro compito non è altro che rinnovare le idee che tengono insieme il nostro Paese, un rinnovamento nazionale”, ha detto in un discorso pronunciato mentre il suo partito si assicurava la maggioranza assoluta nel nuovo Parlamento. “Non posso promettervi che sarà facile”, ha però aggiunto.

Sunak si dimette

Rishi Sunak questa mattina ha lasciato Downing Street e ha rassegnato le sue dimissioni. “Al Paese vorrei dire innanzitutto che mi dispiace”, ha detto fuori dalla residenza del primo ministro al numero 10 di Downing Street, prima di recarsi a Buckingham Palace per presentare le sue dimissioni da primo ministro a re Carlo III.

Ho dato il massimo per questo lavoro, ma voi avete dato un chiaro segnale che il governo di questo deve cambiare. E il vostro è l’unico giudizio che conta”. “Ho sentito la vostra rabbia, la vostra delusione e mi assumo la responsabilità di questa sconfitta”, ha aggiunto ancora Sunak, che paga una serie impressionante di scandali che hanno coinvolto i Conservatori, penalizzati fortemente dalle urne. L’ormai ex primo ministro si dimetterà anche dalla carica di leader conservatore, “ma non immediatamente”, ha spiegato.

Quanto al suo successore, Sunak ha avuto parole di stima nei suoi confronti: “In questo lavoro, i suoi successi saranno tutti i nostri successi e auguro ogni bene a lui e alla sua famiglia. Qualunque siano i nostri disaccordi in questa campagna, è un uomo rispettabile e dotato di spirito pubblico. Lui e la sua famiglia meritano la massima comprensione mentre compiono l’enorme transizione verso le loro nuove vite dietro questa porta. E mentre è alle prese con questo lavoro impegnativo in un mondo sempre più instabile“.