Cenere e lava

Etna e Stromboli sono collegati? Le eruzioni simultanee dei due vulcani alimentano la teoria

Molto intensa, nelle ultime 48 ore, l'attività eruttiva di entrambi i vulcani. La Protezione Civile è in allerta ma la situazione è stata sotto controllo e mai preoccupante. Anzi, il contesto - sia per lo Stromboli che per l'Etna - è tornato alla normalità. La scienza ha smentito che i due fenomeni sono collegati così come ha escluso qualsiasi legame 'fisico' tra i due vulcani, nonostante le origini geodinamiche comuni

Scienza - di Redazione Web - 5 Luglio 2024

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Etna e Stromboli sono collegati? Le eruzioni simultanee dei due vulcani alimentano la teoria

Dopo lo spettacolo delle ultime ore, con esplosioni e alte nubi di vapore che hanno tenuto i turisti con il fiato sospeso e gli occhi rivolti verso la sommità del vulcano, a Stromboli si torna lentamente verso la normalità. Il flusso lavico è diminuito e gli isolani sono intenti a ripulire dalla coltre di cenere caduta sui tetti delle case e sulle strade. Una situazione quasi di routine per gli abitanti dell’isola, abituati da sempre a convivere con lo Stromboli e la sua attività vulcanica che sovente sfocia in momenti più intensi. Come alla quasi normalità è tornato l’Etna che nelle stesse ore ha lanciato tanta cenere che si è dovuto chiudere l’aeroporto di Catania. Ma è alle Elolie che si è avuto l’impatto maggiore. Ilaria, una turista emiliana che aveva visitato per la prima volta il minuscolo borgo di Ginostra proprio nei giorni della forte eruzione del 3 luglio 2019, è tornata nel villaggio dopo cinque anni ed al suo arrivo lo Stromboli si è fatto sentire nuovamente.

Etna e Stromboli: le ultime notizie

Una strana coincidenza che però non mi spaventa – assicura la signora –, altrimenti non sarei tornata. È un vulcano attivo e la gente qui ci vive da secoli“. Le fa eco proprio un abitante dell’isola: “Non mi sento affatto in pericolo – afferma Marco Merlinolo Stromboli sta facendo il suo ‘mestiere’. Per me è più pericoloso vivere in città. Piuttosto la cosa che ci preme è la piena efficienza degli approdi in caso di eventuali emergenze“. A essere preoccupati più dai danni causati dal clamore delle notizie e dalle spettacolari immagini trasmesse dai tg che non dall’attività del vulcano sono invece gli operatori turistici. “Lo Stromboli è un vulcano attivo e si comporta come tale – commenta Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Isole Eolie Le precauzioni assunte attraverso le ordinanze hanno appunto lo scopo di prevenire eventuali rischi per la comunità e per i visitatori. È stata sospesa la scalata verso le aree sommitali così come è stato posto il divieto di sostare in spiaggia nelle ore notturne e l’approdo nell’isola delle minicrociere che effettuano le escursioni giornaliere. Nel frattempo, le nostre strutture ricettive forniscono informazioni e aggiornamenti che permettono agli ospiti di proseguire tranquillamente le proprie vacanze“.

Le reazioni dal mondo del turismo

Numerose richieste di informazioni circa la situazione sull’isola sono pervenute anche alla Pro Loco Amo Stromboli. “Trattandosi di un vulcano attivo – afferma la presidente Rosa Olivaè ovvio che in alcune occasioni la sua ‘vivacità’ desta interesse. Ieri sera è andato in scena uno dei tanti spettacoli in cartellone per il Festival del Teatro Eco Logico. Lo scenario è stato incantevole e gli spettatori sono rimasti affascinati dallo scenario naturale del vulcano in eruzione. Stromboli è noto per la sua attività quindi niente preoccupazione ed allarmismi fuori luogo. L’isola vive di turismo proprio grazie al suo meraviglioso vulcano“.

Dalle eruzioni alla normalità: l’Etna

Intanto, l’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania è tornato operativo, sia pure con delle restrizioni negli arrivi. Lo rende noto la Sac, società di gestione dello scalo, spiegando che si sono concluse le prime opere di bonifica essenziali per l’agibilità delle infrastrutture di volo. L’Unità di crisi ha disposto la riapertura dello scalo per le partenze, mentre gli arrivi, invece, sono stati riabilitati, ma con un flusso regolato di 2 ogni ora. La regolazione sarà aggiornata in base alle evoluzioni tattiche operative. I passeggeri sono quindi pregati di non recarsi in aeroporto se non dopo aver verificato con la compagnia aerea lo stato del proprio volo.

L’aeroporto di Catania

Infatti, torna a placarsi l’Etna dopo la fase parossistica iniziata dal cratere Voragine con un’intensa attività stromboliana e culminata con fontane di lava incandescenti e l’emissione di una nube di plume vulcanico alta quasi cinque chilometri. Uno spettacolo della natura che il buio della notte rende ancora più affascinante, con le fontana di lava che si prendono la ‘scena’. Uno spettacolo che si è potuto vedere, in video, anche da un punto di osservazione speciale: l’elicottero Drago 142 dei Vigili del fuoco di Catania che hanno fatto delle riprese in volo. Meno spettacolare, per i catanesi, è stata la caduta di cenere lavica che ‘piovuta’ sulla città e su moltissimi paesi della provincia, coprendoli di plume vulcanico, prima sottile poi, via via, sempre più spesso.

Il parossismo dell’Etna: spettacolo della natura

Intanto l’Ingv osservatorio etneo di Catania ha abbassato il livello di allerta per il volo, il Vona, passato da rosso ad arancione, perché non c’è emissione di cenere. E anche i valori del tremore vulcanico, indicatori dell’energia dei condotti magmatici dell’Etna, sono ‘precipitati’ nella notte dalla zona ‘rossa‘ a quella ‘gialla‘ e sono, al momento ancora in caduta, anche se su livelli medio alti. È presto, ovviamente, per dire che l’eruzione sia conclusa, anzi certamente non lo è: cambia forma esterna. L’Etna ama sorprendere e bisognerà sempre di più abituarsi a questo tipo di sorprese di ‘Idda‘, di Lei, perché per i catanesi e le catanesi l’Etna è donna, è ‘a Muntagna‘, la Montagna, e l’amano appassionatamente.

L’ordinanza del sindaco

A seguito della copiosa ricaduta, durante le scorse ore notturne, di cenere vulcanica, con annesse problematiche inerenti la sicurezza per la circolazione stradale e rischio per la pubblica incolumità, il sindaco di Catania Enrico Trantino ha emanato un’ordinanza con cui vieta, per le prossime 48 ore, la circolazione di mezzi a due ruote (cicli e motocicli) e limita la percorrenza degli automezzi sino alla velocità massima di 30 Km/ora in tutte le strade del territorio comunale. Il Comune ha inoltre disposto di depositare la sabbia vulcanica, eliminata dagli spazi privati, in contenitori di piccole dimensioni, in prossimità delle abitazioni. Urgenti disposizioni sono state dettate anche per i responsabili dell’ecologia cittadina, affinché vengano subito avviate le operazioni di rimozione della cenere dalle strade.

Lava e cenere

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, in una nota conferma che l’attività di fontana di lava del Cratere Voragine iniziata alle 18.15 di ieri “si è gradualmente affievolita nel corso della notte per poi cessare intorno alle 03:50 di stamane” e che “dopo la fine della fontana di lava si è mantenuta per circa un’ora attività stromboliana. L’attività eruttiva – continua l’Ingv nella nota – ha prodotto una colonna eruttiva alta 4500 metri sul livello del mare che si è propagata in direzione Sud Est provocando una cospicua ricaduta di cenere su diversi abitati dell’area sud orientale etnea e fino a Siracusa ed oltre“.

Stromboli: cosa è successo

Lo stesso Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo, aveva comunicato ieri che si era verificato sullo Stromboli un flusso piroclastico che si è rapidamente sviluppato lungo la Sciara del fuoco raggiungendo la linea di costa e propagandosi in mare per diverse centinaia di metri. È possibile altresì osservare che il flusso lavico prodotto dalla bocca posta a quota 700 metri sul livello del mare e che si propaga lungo la Sciara del Fuoco ha raggiunto la linea di costa. Il flusso lavico è tuttora ben alimentato. Dalla Sciara del Fuoco si solleva una colonna di cenere che raggiunge l’altezza di circa due chilometri. La Protezione Civile ha disposto il passaggio di allerta per il vulcano Stromboli dal livello arancione al livello rosso e la fase operativa di preallarme. “Il passaggio del livello di allerta è basato sulle segnalazioni delle fenomenologie e sulle valutazioni di pericolosità rese disponibili dai Centri di Competenza“, si spiega in una nota.

La Protezione civile

L’innalzamento dell’allerta determina il potenziamento del sistema di monitoraggio del vulcano e del raccordo informativo tra la comunità scientifica e le altre componenti e strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile. La decisione di innalzare al livello rosso l’allerta per Stromboliè stata adottata alla luce delle valutazioni emerse durante la riunione con i Centri di competenza e il Dipartimento della Protezione civile della Regione Siciliana. La riunione è stata convocata in seguito alla rapida evoluzione attività che stanno interessando il vulcano. Il passaggio del livello di allerta è basato sulle segnalazioni delle fenomenologie e sulle valutazioni di pericolosità rese disponibili dai Centri di competenza, che per lo Stromboli – si spiega nella nota della Protezione civilesono l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Osservatorio etneo, Osservatorio vesuviano e Sezione di Palermo), il Cnr-Irea e le Università di Firenze, Palermo, Pisa e Torino“.

Le misure di sicurezza

Con il passaggio alla fase operativa di Preallarme si attiva il livello locale di protezione civile presso il Centro operativo avanzato – Coa, che sarà supportato da esperti del Dipartimento nazionale della Protezione civile, garantendo il raccordo con le strutture operative impegnate“, sottolinea ancora la Protezione civile spiegando che il sindaco del Comune di Lipari, che ha preso parte alla riunione, “ha già disposto prime misure precauzionali volte alla tutela delle persone presenti sull’isola. Il primo cittadino sarà costantemente informato sull’evoluzione della situazione in modo da poter garantire una costante e corretta informazione alla popolazione“. Indipendentemente dalle fenomenologie vulcaniche di livello locale, che possono avere frequenti variazioni, persiste una situazione di potenziate disequilibrio del vulcano. “Si invita pertanto la popolazione presente sull’isola a tenersi informata e ad attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dalle autorità locali di protezione civile“, è l’avviso della Protezione civile.

Etna e Stromboli sono collegati?

Considerata la simultanea eruzione dello Stromboli e dell’Etna, sul web sono circolate bizzarre teorie secondo le quali, non solo entrambe le attività vulcaniche sarebbero collegate ma lo sarebbero anche ‘fisicamente’ (sottoterra) i due vulcani. Ipotesi smentite dalla scienza. Secondo quanto spiegato dall’Ingv, “La prima caratteristica in comune è che si tratta di due tra i vulcani più attivi al mondo contraddistinti da una attività continua che se a volte è meno intensa, altre volte lo è maggiormente. La seconda caratteristica è che non solo Stromboli, ma anche l’Etna spesso produce attività stromboliana, così come molti altri vulcani del pianeta. Si tratta di un’attività con modeste esplosioni ad intervalli che possono andare dai pochi secondi a qualche decina di minuti con lancio di brandelli di lava incandescente. Per il resto si tratta di due vulcani diversi“. E ancora: “La principale differenza è che l’attività dell’Etna è molto più intensa è voluminosa di quella dello Stromboli. Pensiamo a esplosioni particolarmente forti (parossismi) con ricaduta di materiale nell’Isola e fino al mare: a Stromboli questo tipo di evento è accaduto l’ultima volta nell’estate del 2019 mentre l’Etna ultimamente produce questi eventi quasi ogni giorno. Inoltre questo vulcano ha una varietà di stili eruttivi più ampia“.

La teoria smentita dalla scienza

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) ha anche precisato che nonostante le origini geodinamiche comune, i due vulcani con relativi fenomeni sismici, “non hanno dato luogo ad attività correlate. Tuttavia, i due vulcani sono stati originati dalla collisione fra due placche della litosfera, cioè quella africana e quella euroasiatica. Ma ci sono tante differenze. La subduzione presente in Sicilia fa sì che la placca africana si spinge sotto quella euroasiatica: grazie a questo sistema si è formato lo Stromboli L’Etna invece nasce per un fenomeno diverso, si tratta probabilmente di una piccola stiratura della crosta terrestre che permette una decompressione del mantello e quindi la formazione di magma. Anche rispetto al magma ci sono delle notevoli differenze: l’Etna ‘pesca’ il suo magma da 30 km di profondità mente lo Stromboli da 200 km. Questa caratteristica fa sì che sia escluso un collegamento tra i due sistemi“.

5 Luglio 2024

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