È l’ex ministro della Sanità
Iran, il riformista Pezeshkian vince le elezioni presidenziali: al ballottaggio sconfitto l’ultraconservatore Jalili
Il prossimo presidente della Repubblica islamica dell’Iran sarà Massoud Pezeshkian.
Il deputato riformista, ex ministro della Sanità sotto l’ex presidente riformista Mohammad Khatami (1997-2005), ha infatti invito il ballottaggio delle 14me elezioni presidenziali e diventerà il nono leader della Repubblica, successore di Ebrahim Raisi, morto in un incidente di elicottero il 19 maggio scorso.
“Tenderemo la mano dell’amicizia a tutti. Siamo tutti popolo di questo Paese. Ci sarà bisogno dell’aiuto di tutti per il progresso” dell’Iran, sono state le prime parole da presidente di Pezeshkian parlando alla tv di Stato. Il neo presidente ha quindi ringraziato i suoi sostenitori venuti a votare “con amore e per aiutare” il Paese.
I risultati delle elezioni in Iran.
Arrivato al ballottaggio contro il candidato ultraconservatore Saeed Jalili, Pezeshkian ha ottenuto 16.384.403 voti contro i 13.538.179 del suo rivale, ex capo negoziatore del programma nucleare iraniano, dopo che nessuno dei due era riuscito a ottenere la maggioranza del 50 per cento più uno nel primo turno, tenutosi lo scorso 28 giugno.
Un voto che ha fatto registrare ancora una volta una affluenza particolarmente bassa, alle urne sono andati poco più di 30 milioni di iraniani, il 50% circa degli aventi diritto, comunque il 10 per cento in più rispetto al primo turno.
Chi è Pezeshkian
Pezeshkian, 70 anni il prossimo settembre, è cardiologo di formazione ed ha diretto in passato l’Università di Scienze Mediche di Tabriz, una delle principali istituzioni mediche del nord dell’Iran.
Già ministro della Sanità nel governo riformista di Mohammad Khatami (2001-2005), dal 2008 è deputato al Parlamento iraniano per la città di Tabriz. Come il suo sfidante Jalili si era precedentemente candidato alla presidenza nel 2013, salvo poi ritirarsi a favore di Hashemi Rafsanjani. Tre anni fa la sua candidatura a presidente era stata respinta dal Consiglio dei guardiani, l’organo preposto a vagliare e approvare i contendenti per le elezioni presidenziali.
Pur non avendo mai criticato apertamente la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, Pezeshkian rappresentata il volto più riformista della politica di Teheran.
Ha esplicitamente criticato il governo sulla questione dell’hijab obbligatorio, pur non arrivando mai a chiedere l’abrogazione dell’obbligo del velo per le donne; è inoltre a favore della ripresa dei colloqui per un accordo sul programma nucleare iraniano (Jcpoa) e ha promesso di migliorare le relazioni con gli Stati Uniti, accusando i suoi rivali conservatori di aver rovinato l’economia del Paese.