Alla vigilia del secondo turno delle elezioni legislative francesi, Marine Le Pen si smarca in maniera prepotente dalla linea tenuta ad oggi sull’Ucraina dall’Eliseo del rivale Emmanuel Macron, con cui il suo “delfino” Jordan Bardella rischia una complicatissima “cohabitation”.
Il tema è quello dell’invio di armi a lungo raggio a Kiev e alla relativa autorizzazioni a colpire anche in territorio russo, così come quello di un ipotetico invio di soldati francesi in Ucraina.
Il ‘no’ di Le Pen all’uso di armi francesi in Russia
La leader del Rassemblement National in una intervista all’emittente statunitense Cnn ha infatti promesso che un primo ministro del suo partito, quello designato è proprio il giovanissimo Bardella, 29 anni ancora da compiere, impedirà a Kiev di usare armi a lungo raggio fornite dalla Francia per colpire la Russia e ostacolerà un possibile invio di soldati francesi in Ucraina.
“Se Emmanuel Macron vuole inviare truppe in Ucraina e il primo ministro è contrario, allora non verranno inviate truppe in Ucraina”, ha detto Le Pen nell’intervista. “L’ultima parola spetta al primo ministro”, ha aggiunto.
Nell’intervista Le Pen ha dichiarato che la sua unica “linea rossa” sull’Ucraina è impedire che la Francia diventi un “co-belligerante” nel conflitto attraverso l’uso di missili francesi a lungo raggio contro obiettivi in territorio russo
La battaglia di Macron pro-Kiev
Dopo una fase iniziale in cui Macron era stato il leader occidentale più orientato al dialogo col Cremlino, quando il conflitto iniziato nel febbraio di due anni fa era iniziato da pochi mesi, da tempo ormai l’inquilino dell’Eliseo si è posto come il più grande sponsor di Volodymyr Zelensky, anche a costo di uscite che hanno spaccato il già fragile fronte pro-Ucraina in Europa.
Macron è stato infatti uno dei primi leader a consentire pubblicamente all’Ucraina di colpire obiettivi all’interno della Russia, ponendo le basi perché Washington facesse lo stesso. Ha poi più volte ripetuto di “non poter escludere” l’invio di truppe francesi in Ucraina per aiutare l’esercito di Kiev a resistere dall’offensiva russa, posizione questa che lo ha sostanzialmente isolato dal resto del blocco Nato, non disposto a seguirlo su questa linea.