L'Ue minaccia ritorsioni
Orban spacca l’Europa, vola a Mosca da Putin e fa insorgere i vertici: “Non ci rappresenta”
Il presidente di turno dell’Unione vola in Russia e suscita la dura reazione dei vertici di Bruxelles: “La posizione dell’Ue è chiara, va lì a titolo personale”
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Il presidente (di turno) della UE che fa insorgere l’Unione. Altro che paciere. Il viaggio a Mosca di Viktor Orbán a Mosca, il suo cordiale saluto con Vladimir Putin al Cremlino, agitano le acque europee. “È chiaro che qualunque sia il messaggio sulla visita dal premier Orban, la sostanza di questa visita non è quella giusta. Si tratta di acquiescenza (in originale: appeasement, ndr.) e non di pace e noi crediamo che mini l’unità e la determinazione che dobbiamo mostrare per porre fine a questa guerra”. Lo ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, in merito al viaggio del premier ungherese a Mosca. “Non siamo stati assolutamente informati della visita, non è stata coordinata con noi né con nessun altro che io sappia”, ha aggiunto.
“La visita del primo ministro Viktor Orbán a Mosca si svolge esclusivamente nel quadro delle relazioni bilaterali tra Ungheria e Russia. Orban non ha ricevuto alcun mandato dal Consiglio dell’Ue per visitare Mosca. La posizione dell’UE sulla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina si riflette in molte conclusioni del Consiglio europeo. Tale posizione esclude i contatti ufficiali tra l’UE e il presidente Putin. Il primo ministro ungherese non rappresenta quindi l’UE in alcuna forma”. Lo afferma in una dichiarazione l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell. “L’Ungheria è ora lo Stato membro dell’Ue che esercita la presidenza di turno del Consiglio fino al 31 dicembre 2024. Ciò non comporta alcuna rappresentanza esterna dell’Unione, che è responsabilità del presidente del Consiglio europeo a livello di Capi di Stato o di Governo e dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a livello ministeriale”, spiega.
- Perché Orban è andato a Kiev, il premier ungherese incontra Zelensky per “accelerare sulla pace”
- Guerra in Ucraina, l’Europa sblocca i 50 miliardi di aiuti per Kiev: Meloni si intesta il sì dell’Ungheria di Orban
- L’allarme di Orban: “L’Occidente pronto a inviare soldati in Ucraina, l’Europa rischia l’abisso”
“Inoltre, vale la pena ricordare che il presidente Putin è stato incriminato dalla Corte penale internazionale ed è stato emesso un mandato di arresto per il suo ruolo in relazione alla deportazione forzata di bambini dall’Ucraina alla Russia”, aggiunge il capo della diplomazia europea. Orban non porge l’altra guancia, ma attacca. Ai suoi innumerevoli detrattori europei (elenco infinito), il premier ungherese replica affermando che “non è possibile arrivare alla pace stando comodamente seduti in poltrona a Bruxelles” e a suo sostegno arrivano le dichiarazioni del capo del Cremlino che, però, fanno alzare ulteriormente la tensione sottolineando che la visita del premier magiaro, avvenuta “su sua iniziativa”, non è solo in qualità di leader di un Paese amico, ma anche di rappresentante dell’UE.
E anche lo stesso Orbán, pubblicando la foto del suo arrivo nel Paese di Putin, ha fatto inserire il logo della Presidenza ungherese dell’UE. Così, la Commissione minaccia ritorsioni: “in dubbio” il tradizionale viaggio di una delegazione del Berlaymont nel Paese che ha la presidenza di turno, come precisato dal portavoce Eric Mamer. Quanto a Putin, dopo aver accolto il premier di Budapest, è andato subito sul tema del conflitto ucraino dicendosi pronto a discutere con lui i “dettagli” delle sue proposte per la pace in Ucraina e spera di “conoscere la vostra posizione, la posizione dei partner europei”. Un riferimento al suo recente discorso al ministero degli Esteri nel corso del quale ha affermato che Mosca è pronta a cessare le ostilità se gli ucraini ritireranno le truppe dalle quattro regioni rivendicate dalla Russia impegnandosi anche a non entrare nella Nato. Proposte considerate provocatorie da Kiev che le ha rimandate al mittente, col placet di Bruxelles. E la guerra continua.