La guerra non risparmia i bambini. La morte cala dall’alto. Pioggia di missili russi in Ucraina. Attacchi in serie hanno preso di mira diverse città tra cui la capitale, dove è stato colpito anche un ospedale pediatrico, causando la morte di almeno dieci persone. A Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino, sono almeno 10 i civili uccisi. Secondo fonti ucraine, si è trattato del più grande bombardamento nel Paese negli ultimi mesi. L’aeronautica militare di Kiev ha reso noto che nell’attacco sono stati usati missili ipersonici Kinzhal, una delle armi russe più avanzate. Il Kinzhal vola a una velocità 10 volte superiore a quella del suono, rendendolo difficile da intercettare. «Ci sono persone intrappolate sotto le macerie dell’ospedale pediatrico Okhmatdyt Kiev», ha fatto sapere su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Gli attacchi sono continui. Oltre all’ospedale pediatrico anche un’altra struttura medica di Kiev è stata danneggiata, causando la morte di quattro persone: lo hanno reso noto i servizi di emergenza. «La capitale è stata nuovamente attaccata. Distruzione parziale dell’edificio di un centro medico. Ci sono quattro morti e tre feriti. I dettagli sono in fase di conferma. I soccorritori stanno lavorando sul posto», si legge in un messaggio pubblicato sui social media. Sono almeno 31 le persone che hanno perso la vita e oltre 100 quelle che sono rimaste ferite negli attacchi missilistici di lunedì contro diverse città dell’Ucraina. Nella sola capitale si registrano 20 morti e 61 feriti. «L’ospedale è stato danneggiato da un attacco russo, con persone intrappolate nelle macerie, e non si conosce il numero esatto di feriti e dei morti. Ora tutti stanno aiutando a rimuovere le macerie: medici e gente comune», si legge nel messaggio di Zelensky. «La Russia non può non sapere dove volano i suoi missili e deve essere ritenuta pienamente responsabile di tutti i suoi crimini: contro le persone, contro i bambini, contro l’umanità in generale. È molto importante che il mondo non rimanga in silenzio e che tutti si rendano conto di ciò che la Russia è e di ciò che sta facendo», conclude Zelensky.
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Il presidente ucraino chiede pertanto una «risposta più forte» da parte dell’Occidente. «Sono sconcertata dalle notizie che arrivano oggi dall’Ucraina, secondo cui almeno 150 persone sarebbero rimaste uccise o ferite e un ospedale pediatrico sarebbe stato gravemente danneggiato a Kiev, durante un’ondata di attacchi missilistici in tutto il Paese» – dichiara la Direttrice generale Unicef Catherine Russell – «La raffica di missili è caduta in città come Kiev, Dnipro, Kryvyi Rih, Sloviansk e Kramatorsk. Non conosciamo ancora il numero di bambini uccisi o feriti in questi attacchi. Il mio cuore è rivolto a tutti coloro che hanno perso qualcuno. L’attacco all’Ospedale di Okhmatdyt, il più grande centro medico per bambini del Paese, è un altro brutale promemoria del fatto che in Ucraina nessun luogo è sicuro per i bambini. Gli ospedali dovrebbero essere dei rifugi sicuri e, secondo il diritto internazionale, godono di un livello di protezione speciale. I civili, compresi i bambini e le strutture e i servizi su cui fanno affidamento, devono essere sempre protetti. A quasi tre anni dall’escalation della guerra in Ucraina, non sembra esserci fine all’orrore che i bambini e le loro famiglie sono costretti a sopportare».
Dure condanne per l’attacco russo sono venute da Londra, Parigi, Roma, Bruxelles (UE). «Che cinismo hanno dimostrato i bastardi del Cremlino secondo cui si sarebbe trattato di una presunta difesa aerea ucraina e non di un attacco missilistico mirato». Così Zelensky in conferenza stampa a Varsavia. Il presidente ucraino ha ringraziato tutti coloro che hanno diffuso video sul web «in cui si può vedere concretamente che non si tratta di un pezzo di uno o di un altro missile, ma di un attacco missilistico diretto che ha ucciso e ferito molte persone». Da Varsavia Zelensky annuncia l’accordo raggiunto con il premier polacco Tusk: «La Polonia potrà abbattere i razzi russi nei cieli ucraini». È l’863° giorno di guerra in Ucraina.