Inferno e disumanità
Due morti in un giorno in cella, rivolta nelle carceri a Vercelli e Trieste: saccheggiata l’infermeria
Altro che riforma della giustizia, in Italia Stato, governo e istituzioni sono criminali e assistono indifferenti a questa strage
Cronaca - di Redazione Web
Un detenuto del carcere di Trieste è stato trovato morto oggi nella sua cella. Da un primo esame superficiale, secondo quanto si è appreso, e come ha confermato il Garante dei diritti dei detenuti per il Fvg, Paolo Pittaro, l’uomo sarebbe morto per una overdose di metadone. Ieri nel corso della rivolta, i detenuti hanno saccheggiato e danneggiato l’infermeria e dunque si ritiene che la vittima possa aver preso e poi assunto metadone.
Detenuto morto nel carcere di Trieste
Pittaro ha reso noto che l’uomo – di cui si ignora l’età ma che sarebbe originario di un Paese balcanico – era stato arrestato e rinchiuso proprio per reati legati al mondo della droga. La vittima era ricorso in appello in merito a una condanna per reati legati al mondo della droga. L’uomo – era legato a una donna, anch’ella reclusa, in detenzione al piano superiore rispetto al suo – non fa parte delle persone portate in ospedale nel corso della rivolta.
- Emergenza carceri e giustizia, l’iniziativa del Partito Radicale: “Grazia e sospensione delle pene”
- Giulio Rena, è morto il detenuto in sciopero della fame e della sete contro il ‘fine pena mai’
- Tre morti nelle carceri in un giorno, tre suicidi: sono 53 dall’inizio dell’anno. Rivolta dei detenuti nel penitenziario di Sollicciano a Firenze
- L’inferno delle carceri, Antonio detenuto a Bari: “Trasferito per essere curato, rischio la vita insieme ai miei compagni di cella”
La rivolta e l’Infermeria saccheggiata
Una volta avviata la mediazione, l’uomo sarebbe tornato nella sua cella, dove è stato trovato oggi, deceduto. Pittaro ha confermato che tra i detenuti e le forze dell’ordine non c’è stato alcun contatto fisico In merito alla protesta, al danneggiamento dell’infermeria e alla morte del detenuto oggi il facente funzioni di Procuratore capo di Trieste, Federico Frezza, ha sentito in qualità di persone informate dei fatti, il direttore del carcere, Graziano Pulja, e il comandante degli agenti penitenziari.
La nota del garante regionale
E’ probabile che Frezza incarichi il magistrato di turno di proseguire l’inchiesta aperta; ed è probabile anche che venga disposta l’autopsia sul corpo del detenuto morto.
Rivolta nel carcere di Vercelli
“Una rivolta di detenuti è in corso nel carcere di Vercelli, carcere ‘simbolo’ dell’emergenza che vive il nostro sistema penitenziario”. A riferirlo è il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo che aggiunge: “le rivolte stanno segnando duramente questa estate. A Vercelli il sovraffollamento – al 31 marzo, la Casa circondariale aveva, a fronte dei circa 230 posti letto regolamentari, 315 detenuti presenti, dei quali 141 gli stranieri, 28 le donne ristrette – e la carenza di organici sono gli elementi che caratterizzano l’emergenza.
Detenuto suicida a Verona
Detenuti e poliziotti accomunati dalla stessa sorte. Non è più possibile continuare in questo modo: il Ministro e il Governo si assumano le proprie responsabilità ed individuino soluzioni d’emergenza. Non possiamo più aspettare- dice Di Giacomo- specie dopo il fallimento totale del ‘decretino’ battezzato ‘carcere sicuro’. Sarebbe stato più giusto battezzarlo ‘carcere tutto come prima’ o meglio ‘peggio di prima’. È ancora un sonoro fallimento di misure del Governo non solo inutili ma che hanno avuto l’effetto di innescare aspettative – quali amnistia, indulto, corposi sconti di pena – che sono state deluse ed hanno prodotto proteste violente.
L’inferno degli penitenziari disumani e sovraffollati: l’ingiustizia italiana e l’indifferenza della politica
L’evidenza è che lo Stato nelle carceri ha ammainato bandiera bianca. Non abbiamo più alcuna speranza. Anzi temiamo fortemente che tra rivolte, aggressioni e tentativi di fuga tra il personale penitenziario ci possa scappare il morto dopo i suicidi di detenuti, anch’essi quotidiani. In qualsiasi Stato democratico e civile il Ministro alla Giustizia e il sottosegretario con delega alle carceri avrebbero rassegnato le dimissioni. Ma non da noi. Ripetiamo: non siamo pronti a fronteggiare l’estate e siamo stanchi- conclude- di pagare il pezzo più alto con il rischio di incolumità personale di responsabilità politiche e di Governo“.