Tra Elon Musk e la Commissione europea volano schiaffi. Da Bruxelles è arrivato un chiaro richiamo all’imprenditore statunitense (ma sudafricano di nascita), proprietario tra le altre cose di Tesla, SpaceX e X.
Le accuse contro X della Commissione Ue
Proprio l’ex Twitter è al centro della contesa, perché per la la Commissione Ue sta violando le regole europee sui servizi digitali (Dsa) a causa di una interfaccia ingannevole, poca trasparenza sulla pubblicità e insufficiente accesso ai dati per i ricercatori.
A riferirlo è l’Ansa, che riprende una nota della Commissione in cui si sottolinea che i risultati dell’indagine svolta a Bruxelles sono stati inviati a X affinché la società possa difendersi da queste accuse.
Gli account verificati su X nel mirino
Entrando nel dettaglio delle accuse preliminari, uno dei richiami al social network di Elon Musk riguarda i cosiddetti “account verificati”, quelli con la spunta blu: Bruxelles ritiene che non lo siano e che quindi rappresentino una prassi ingannevole nei confronti degli utenti.
Questo perché, precisa la Commissione, perchè chiunque può iscriversi per ottenere tale status di verificato. “Esistono prove di malintenzionati – si legge nella nota diffusa da Bruxelles – che abusano degli account verificati per ingannare gli utenti”.
Quindi l’altra grande accusa, ovvero il mancato rispetto della società di Musk delle regole Ue sui servizi digitali per quanto riguarda i criteri di trasparenza richiesti in merito alle pubblicità diffuse attraverso la piattaforma X.
Cosa rischia X (e Musk)
In attesa della risposta della società californiana, si può iniziare a ragionare delle conseguenze di questa “battaglia”.
Nel caso in cui le accuse mosse a X venissero confermate anche dopo il confronto con X, la Commissione europea potrebbe arrivare ad infliggere sanzioni pecuniarie fino a un ammontare pari al 6% del giro d’affari mondiale annuale dell’ex Twitter.