Le norme "anti-zingari"

Viva l’Italia che frusta i lavoratori clandestini e perseguita i Rom

Dignità del lavoro, la grande balla. Per milioni di lavoratori il lavoro non è dignità: è sfruttamento. Per qualche milione è anche schiavitù.

Editoriali - di Piero Sansonetti

12 Luglio 2024 alle 07:00

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Viva l’Italia che frusta i lavoratori clandestini e perseguita i Rom

Lo avete sentito dire mille volte: “L’unico modo per aiutare i poveri è dargli un lavoro. Perché solo il lavoro è dignità”. Provate a dirlo ai ragazzi, immigrati, senza permesso di soggiorno, che per 10 o 15 ore, dalla mattina alla sera, lavorano nelle vigne del Monferrato, per una trentina di euro al giorno, qualche volta quaranta, e poi vanno a dormire in baracca, senza il bagno, e se sgarrano si prendono le frustate del caporale. Come abbiamo visto in qualche film americano sulla schiavitù in Alabama e nel Mississippi nell’Ottocento. Diteglielo a loro: “Così, amici miei, noi vi garantiamo la dignità. Su, avanti! Ora sgobba, sennò ti frusto…”. Il video che è uscito ieri su molti siti è agghiacciante.

Dignità del lavoro, la grande balla. Per milioni di lavoratori il lavoro non è dignità: è sfruttamento. Per qualche milione è anche schiavitù. E quei lavoratori massacrati dai caporali e governati a botte coi bastoni di ferro, sapete cosa stavano facendo? Sistemavano le viti per la raccolta dalla quale nasceranno i vini italiani più pregiati. Che poi noi potremmo comprare per una cifra ragionevole, 30 o 40 euro, perché dentro quelle bottiglie ci sono pochi centesimi di costo del lavoro. Altrimenti le avremmo pagate il doppio. Ogni bicchiere che mandiamo giù brindiamo alla dignità degli schiavi.

Perché in Italia è possibile tenerli in quella situazione? Soprattutto per una ragione: perché lo Stato ha deciso di lasciarli in una condizione di clandestinità, in modo che i loro padroni li possano sfruttare e picchiare senza rischiare nulla. E perché l’Italia è convinta che il problema della sicurezza sia un pugno di borseggiatori in metropolitana, e non migliaia di picchiatori squadristi al servizio di capitalisti malfattori. Sì, è vero, mi scappa dalla penna un linguaggio antico e un po’ vetero-comunista. C’è forse un linguaggio più gentile per descrivere queste mascalzonate? E noi che giustificazione abbiamo? Che non lo sapevamo? Bugiardi: lo sapevamo, lo sapevate benissimo. Ieri l’Italia schiavista si è presa un’altra ramanzina dall’Europa. C’è un rapporto ufficiale che dimostra che discriminiamo i rom e li perseguitiamo e li maltrattiamo, e li insolentiamo. Anche qui, niente di nuovo. Si sapeva.

Pochi giorni fa in Parlamento è passata la norma razzista che prevede il carcere per le mamme incinte e per i loro bambini. È una norma rivolta quasi esclusivamente alle donne rom. Salvini l’ha commentata esultando e dando delle vigliacche alle madri prigioniere. Quelle che in un’altra occasione aveva chiamato “zingaracce”. Roba da far accapponare la pelle. Neanche Mussolini aveva avallato questa barbarie. La persecuzione contro i rom è una delle cose più orrende che inquinano la nostra civiltà. Il razzismo contro i rom accomuna quasi tutti i giornali, i mass media, i partiti, viaggia nelle scuole, nei bar, nelle vie. È molto simile a quello che animò i nazisti che ne portarono 500mila in campi di concentramento e li uccisero tutti nelle camere a gas. “E allora – mi dicono – solo per questo dovremmo avere un complesso di colpa?”. Rispondo: beh, non sarebbe male se ce l’avessimo. Ma per averlo occorre possedere una sensibilità. No, non dico una forte sensibilità. Una sensibilità.

12 Luglio 2024

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