Perquisizioni e ispezioni in una zona residenziale di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, presso un complesso residenziale per individuare un altro covo segreto del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Le operazioni sono state disposte dalla Procura distrettuale di Palermo. Le indagini si stanno concentrando sull’individuazione della rete di fiancheggiatori che ha sostenuto la latitanza. Le perquisizioni di carabinieri e polizia sono scattate all’alba, hanno coinvolto anche i garage del complesso abitativo individuato.
Matteo Messina Denaro era stato arrestato il 16 gennaio a Palermo, in un blitz in una clinica nel quartiere San Lorenzo dove si curava per un tumore, dopo quasi trent’anni di latitanza. È morto il 25 settembre del 2023. Appena la settimana scorsa la gup di Palermo Clelia Maltese aveva condannato a 14 anni di carcere Rosalia Messina Denaro, sorella del boss, accusata di associazione mafiosa aggravata e ricettazione. Il processo si è svolto con il rito abbreviato. La donna si trovava in carcere da marzo 2023, secondo l’accusa avrebbe aiutato per anni il fratello a nascondersi e avrebbe gestito la cassa della famiglia e la rete di “pizzini” per garantire le comunicazioni durante la latitanza.
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Le perquisizioni a Mazara del Vallo
Il provvedimento è scaturito dagli ultimi approfondimenti investigativi di investigatori dello SCO della Polizia di Stato e dagli accertamenti del ROS dell’Arma dei Carabinieri che hanno portato a individuare un’area che l’ex latitante avrebbe frequentato nei mesi precedenti all’arresto. Proprio sul complesso residenziale di cui si parlava in apertura si sono concentrate le operazioni. Messina Denaro avrebbe avuto la disponibilità di una unità immobiliare al momento non ancora individuata. L’obiettivo delle indagini è proprio quello di risalire a tutti i covi del boss ancora non rintracciati dove potrebbero trovarsi documenti e computer.
Gli spostamenti di Messina Denaro con l’amante
Gli investigatori sono arrivati al complesso – in via Castelvetrano, una coincidenza essendo il boss originario proprio nel comune in provincia di Trapani – a partire dalle chiavi trovate a Messina Denaro il giorno dell’arresto, dalle analisi dei tabulati del suo cellulare e delle immagini delle videocamere piazzate in diversi punti del trapanese. Dalle immagini delle riprese e dalle celle agganciate sul cellulare, gli investigatori hanno scoperto che in un’occasione il capomafia e la sua amante, Lorena Lanceri, attualmente detenuta e condannata a 13 anni per mafia, si erano dati appuntamento in un luogo vicino Mazara.