Disastro umanitario

A Gaza un popolo di sfollati: il 90% degli abitanti non ha più una casa

Guterres: il disastro umanitario a Gaza è una macchia morale per tutti noi

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

18 Luglio 2024 alle 16:30

Condividi l'articolo

Gaza 22426958_large
Gaza 22426958_large

«Il 90% delle persone a Gaza sono state sfollate da ottobre 2023. Molti sono bambini. I luoghi in cui le persone sono state costrette a spostarsi mancano di servizi di base e sicurezza». Così l’Unicef nel suo profilo su X. Ma la pietà è morta nella Striscia. Gli attacchi aerei israeliani hanno ucciso più di 60 palestinesi nel sud e nel centro di Gaza, tra cui uno che ha colpito una “zona sicura” dichiarata da Israele e affollata da migliaia di sfollati. Gli attacchi degli ultimi giorni hanno portato un costante ritmo di morti di palestinesi nella Striscia di Gaza, anche se Israele ha ritirato o ridotto le principali offensive di terra nel nord e nel sud. Attacchi quasi quotidiani hanno colpito la “zona sicura” che copre circa 60 chilometri quadrati lungo la costa del Mediterraneo, dove Israele ha detto ai palestinesi di rifugiarsi per sfuggire agli assalti di terra.

Nella Striscia di Gaza quattro famiglie su cinque non hanno accesso a fonti idriche, oltre 2 milioni di persone sono straziate dalla fame e quasi un milione soffre di malattie legate alle scarse condizioni igieniche. A lanciare l’allarme è Fondazione Cesvi, presente sul campo con un team di emergenza che sta lavorando da mesi per offrire sostegno alla popolazione. L’organizzazione umanitaria italiana sta distribuendo acqua potabile, cibo salvavita e kit igienico-sanitari. «Stiamo morendo di fame e sete ogni giorno, ci sono lunghissime code e caos per poca acqua», dice un uomo. «La situazione qui è più che disastrosa, manca l’acqua potabile adatta al consumo umano», aggiunge una ragazza. «Facciamo un appello al mondo intero perché abbiamo bisogno di acqua su base giornaliera», aggiunge una donna. L’accumulo di rifiuti e acque reflue sta ulteriormente peggiorando la situazione sanitaria, mentre l’ondata di caldo estremo e la mancanza di acqua pulita continuano a favorire la diffusione di malattie infettive. Sono stati segnalati già oltre 10mila casi di epatite A e 880mila casi di patologie respiratorie. Il 90% dei bambini sotto ai 5 anni sono affetti da una o più malattie.

Gli operatori di Cesvi hanno avviato la distribuzione di acqua potabile, che ha già raggiunto 795 famiglie (circa 4.520 persone) nell’area di Deir al-Balah. Per assistere la maggior parte degli sfollati interni, l’organizzazione umanitaria italiana si è focalizzata nelle zone di Deir al-Balah e Khan Younis, al centro della Striscia, con l’obiettivo complessivo di distribuire 50mila litri di acqua potabile al giorno, per almeno 50 giorni, raggiungendo 4 comunità di sfollati. «Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza e del rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. Grazie agli sforzi instancabili di Egitto, Qatar e Usa, i negoziati per formulare un accordo continuano con alcuni progressi. Le parti devono raggiungere un’intesa ora». Lo ha detto il segretario generale Onu, Antonio Guterres, al consiglio di Sicurezza in un messaggio letto dal suo capo di gabinetto. «La situazione umanitaria a Gaza è una macchia morale per tutti noi – ha aggiunto – Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato, in ogni momento e da tutte le parti. E questa terribile guerra deve finire».

Tra i civili uccisi da Israele in nove mesi di guerra a Gaza ci sono anche almeno 500 operatori sanitari. È quanto riporta un’analisi dell’agenzia stampa Ap, secondo cui molto spesso le vittime erano medici specializzati: tra questi un chirurgo plastico specializzato nella cura delle ferite, un chirurgo ricostruttivo, un ostetrico/ginecologo, un chirurgo ortopedico, un medico specialista in fertilità e l’unico medico specializzato in trapianti di fegato a Gaza. Hassan Hamdan, chirurgo plastico, è stato ucciso insieme a 12 membri della sua famiglia all’inizio di luglio mentre stava andando a curare vittime del conflitto. Suo figlio, Osama Hamdan, chirurgo ortopedico, era in servizio al pronto soccorso del Nasser Hospital quando ha ricevuto la comunicazione. Tra le vittime c’erano anche sua moglie e i suoi due figli, di tre e cinque anni. «Sono riuscito a recuperate solo alcune parti del corpo dei miei figli e della loro madre a causa della grandezza dell’esplosione», ha detto Hamdan.

18 Luglio 2024

Condividi l'articolo