Confesso che questo è il momento che personalmente aspettavo da due anni. Finalmente il Parlamento si ritrova a discutere un provvedimento che parla di sanità. Mi sarei aspettata di vedere il Ministro nell’aula di Montecitorio. Non c’era. Mi ero sentita sollevata, nonostante questo provvedimento fosse stato approvato due giorni prima delle elezioni europee in Consiglio dei ministri. Pensavo che finalmente il Governo avesse capito che se c’è un’emergenza in questo momento nel nostro Paese è proprio l’emergenza delle liste d’attesa, perché non è degno di un Paese civile che si aspetti due anni per una mammografia o diciotto mesi per una visita specialistica. Ho visto che la senatrice Pellegrino, di Fratelli d’Italia, dice che le liste d’attesa sono colpa dei cittadini che non richiamano per annullare gli appuntamenti. Lei non immagina che forse, dopo diciotto mesi, chi doveva fare quella TAC non c’è più, perché ha scoperto troppo tardi di avere una malattia. Non puiò richiamare.
Ero sollevata anche perché ho pensato che non poteva essere che si facesse propaganda sulla pelle delle persone, perché dal diritto alla cura passa la differenza tra la vita e la morte. Il diritto alla salute non è come gli altri diritti, è quello più prezioso che c’è. Ero comunque sollevata. E ora invece mi accorgo che questo testo che è arrivato in Parlamento è una scatola assolutamente vuota.
Intanto perché sono stati tolti i finanziamenti che erano stati promessi in conferenza stampa. Poi perché è stato tolto lo sblocco delle assunzioni di personale, che pure era stato annunciato. Nel decreto-legge non c’è più nulla, anzi questa scatola è stata riempita di cose che peggiorano la situazione, perché, con qualche emendamento che è stato approvato, si sono aperte ancora più porte non solo al privato convenzionato, togliendo anche qualsiasi vincolo di controllo, ma anche al precariato. Chiedo a questa maggioranza come si fa ad abbandonare così i cittadini, soprattutto quelli che sono nel momento di maggiore difficoltà, nella malattia. Io ricevo ogni giorno decine di richieste (e penso che le riceviate anche voi) di persone che non riescono ad accedere al Servizio sanitario nazionale. Qualche settimana fa mi ha scritto una mamma di due bambini che hanno un disturbo neurologico dello sviluppo, e mi ha raccontato che la prima bambina, nata nel 2019, ha iniziato sùbito le terapie già nel 2020 ed ha recuperato gran parte di quella disabilità a cui era condannata; l’altro figlio, invece, è da due anni in attesa di essere preso in carico da un centro di fisioterapia e dovrà ancora aspettare almeno diciotto mesi. Questa madre vede che questi due bambini hanno un futuro totalmente diverso, e il suo bambino lo stiamo condannando ad una vita con una disabilità importante ed è solo colpa di chi non ha il coraggio di investire in sanità.
Qualche giorno fa mi ha scritto una donna che ha avuto un tumore due anni fa. Ogni sei mesi deve fare gli esami di controllo, ma quest’anno le è stato detto che se non vuole aspettare la lista d’attesa (perché, incredibile ma vero, in alcune Regioni anche le prestazioni per i malati oncologici hanno liste d’attesa), deve pagare lei l’esame diagnostico privatamente e sborsare 400 euro. Ma questa donna non li ha. Chiedo come si fa ad abbandonare non solo i cittadini, ma anche gli operatori sanitari, quelli ai quali avevate promesso delle risposte dopo che sono stati chiamati eroi perché sono stati l’unico baluardo che ci ha aiutato nella gestione della pandemia. Si doveva fare una cosa, superare quell’odioso tetto di spesa per le assunzioni di personale che ha inserito il Governo Berlusconi nel 2004. Spesso si dice che i politici e i partiti sono tutti uguali, ma io rivendico che la forza politica a cui appartengo è l’unica ad aver derogato a quel tetto di spesa per il personale con il decreto-legge Calabria. È stata la ministra Grillo ad averlo previsto; quel provvedimento, poi, è stato rinnovato durante la pandemia e voi lo avete rinnovato ancora. Quella è l’unica deroga esistente al blocco delle assunzioni di personale. Allo stesso modo siamo stati gli unici ad investire nel Servizio sanitario nazionale ingenti risorse, perché erano stati sottratti al Fondo sanitario nazionale, da tutti i Governi, di destra e di sinistra, 37 miliardi di euro in quindici anni. Con il Governo Conte sono stati messi 13 miliardi di euro più 16 nel PNRR e se oggi vi trovate il Fondo sanitario nazionale più alto di sempre è per i soldi che abbiamo messo noi.
Avete tradito il personale perché ai medici del pronto soccorso avevate raccontato di voler dar loro più tutele e invece li avete affiancati ai gettonisti, che lavorano poche ore e guadagnano tre volte tanto. Avete tradito gli specializzandi, perché a loro avevate promesso di togliere il vincolo che oggi impedisce loro di fare la libera professione e non l’avete fatto. Avete tradito i medici di cure primarie, che sono già specialisti e vi chiedono di operare nell’ambito della medicina generale, come previsto nel loro ordinamento. Ma voi non lo fate, perché non vi volete mettere contro la potente lobby della sanità. Così respingete tutte le proposte dell’opposizione. Le risorse ci sono e lo sapete; è solo che scegliete di metterle, per esempio, nell’aumento delle spese militari. Io vi voglio ricordare che un F35 costa come 3.000 posti in terapia intensiva, un sottomarino come 1.000 ambulanze. Vi abbiamo detto poi di recuperare le risorse dagli extraprofitti e dai sussidi ambientalmente dannosi. Se non volete toccare quelli, perché anche lì ci sono lobby importanti, si possono recuperare in altro modo, così come ha fatto la Francia: aumentiamo la tassazione sul tabacco, anche sul tabacco riscaldato. Si possono recuperare 12 miliardi di euro che investiamo in sanità. O anche qui c’è una lobby troppo potente?
La realtà è che voi avete bocciato tutto perché volete trasformare la sanità in un bene di lusso. Per noi è inaccettabile che ci sia chi accumula fortuna sulle spalle del Servizio sanitario nazionale ed è inaccettabile che voi continuate a foraggiare il privato con risorse che togliete al pubblico, con la scusa di rendere tutto più efficiente. Così, state sperimentando nelle Regioni che voi governate il progetto del pronto soccorso a pagamento, o del medico di medicina generale a pagamento. State indebolendo la sanità pubblica, che così non riesce più ad assolvere al mandato più importante che ha, cioè quello di curare tutti indistintamente. Quando si rende la salute non più un diritto, ma un bene di mercato, quando la salute diventa una merce, allora ci sono cure diverse per chi ha i soldi e per chi non ce li ha: e chi non ha nulla non ha cure. Quattro milioni di italiani hanno dovuto rinunciare alle cure. La distruzione che state operando nel Servizio sanitario nazionale fa parte di quel progetto di disgregazione sociale che state portando avanti con l’appoggio di alcuni mezzi di comunicazione compiacenti che vi aiutano a raccontare questo smantellamento sociale come cosa buona. Così con voi la guerra diventa una missione di pace, la trasformazione degli ospedali in aziende che devono fare profitto diventa efficientamento, la precarizzazione del lavoro significa lavoro più flessibile.