Da mesi Hezbollah sta lanciando contro il Nord di Israele centinaia di razzi e droni. Lo Stato Ebraico ha risposto con raid mirati, volti a distruggere infrastrutture logistiche del Partito di Dio e uccidendo membri e ufficiali del corpo militare libanese, guidato dall’Iran. Questo scontro che a partire dal 7 ottobre ha visto una forte escalation, ha causato lo sfollamento di oltre 100mila israeliani dalla Galilea (circa 200mila per la Caritas) e di altrettanti 90mila cittadini libanesi. Di queste 300mila persone non interessa a nessuno.
Il conflitto tra Hezbollah e Israele: la guerra totale da evitare
L’attenzione politico-mediatica è concentrata sulla guerra in corso nella Striscia di Gaza. Eppure, un conflitto su larga scala tra Hezbollah e Israele potrebbe avere conseguenze catastrofiche non solo per il Medio Oriente. Anche perché in questo caso l’Iran scenderebbe in campo in primo piano, assumendosi la responsabilità di una sfida face to face con lo Stato Ebraico. Allo stesso tempo Gerusalemme, anche se in grado di distruggere il Libano (come più volte minacciato dai vertici militari con la Stella di Davide), pur di cancellare il Partito di Dio, avrebbe delle serie difficoltà nel gestire i più fronti dello scontro.
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Hezbollah provocatore e Israele attaccato su più fronti
Non solo Hamas a Gaza ma anche la questione irrisolta e pronta ad esplodere della Cisgiordania, gli Houthi in Yemen che hanno già colpito Tek Aviv e l’asse sciita tra Iran, Siria e Iraq pronto a sostenere a spada tratta Hezbollah in Libano. Una guerra totale sarebbe un disastro annunciato. Tuttavia, è innegabile che la strategia dei nemici dello Stato Ebraico è sempre la stessa: provocarlo per scatenarne la furiosa reazione. Quest’ultima, come dopo il 7 ottobre, puntualmente arriva e Gerusalemme – come da copione – si troverà isolata all’interno della Comunità Internazionale e additato come Stato paria.
Gli sfollati e le vittime civili
Così come Hamas che a Gaza usa i civili come scudi umani, le strutture pubbliche come depositi di armi e ritiene necessarie le morti di uomini, donne, anziani e bambini, anche Hezbollah ha in ‘ostaggio’ da decenni il Libano. E pur di ottenere l’estinzione di Israele, continua a perseguire il continuo lancio di razzi verso il confine al Sud, fregandosene delle risoluzioni Onu e incoraggiando la furiosa reazione dell’Idf che potrebbe devastare il Paese dei Cedri. L’Organizzazione delle Nazioni Unite, infatti, ha approvato nel 2006 una risoluzione, la 1701, che ha previsto che nel raggio di trenta chilometri dal confine con lo Stato Ebraico, dal fiume Leonte in giù, non debbano essere schierate truppe non regolari.
La risoluzione Onu
Hezbollah non sta rispettando tale risoluzione. Il Partito di Dio ha ammassato le sue unità Radwan, pronte ad entrare in territorio israeliano. E le milizie sciite libanesi sono più forti, meglio attrezzate ed equipaggiate di Hamas. Non solo, dalla loro hanno l’aperto sostegno dell’Iran e una condizione geografica migliore rispetto alla Striscia di Gaza, isolata dagli alleati dei terroristi islamisti. Attraverso l’Iraq e la Siria, la Repubblica Islamica può armare e sostenere per lungo tempo Hezbollah. Per questo la sicurezza di Israele è ancora rischio, come tutta quella del Medio Oriente e dei civili, indipendentemente se essi sono israeliani o libanesi. La Comunità Internazionale batta un colpo..