La scomparsa di un mito

Addio a John Mayall, il profeta del blues: la causa della morte, la discografia e la sua musica immortale

È stato un vero artista, un musicista a 360°. Non solo chitarrista e cantante ma polistrumentista e autore. Ha contribuito alla diffusione, al cambiamento e alla crescita di un genere che 'non morirà mai'. Una leggenda che con merito farà sempre parte dell'Olimpo dei bluesman. Ha lanciato, con la sua band (i famosi The Bluesbreakers) e il suo lavoro - a partire dagli anni '50 - artisti, musicisti e autori come Eric Clapton, Mick Fleetwood, Jack Bruce e John Almond

Cultura - di Andrea Aversa

24 Luglio 2024 alle 13:34

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Addio a John Mayall, il profeta del blues: la causa della morte, la discografia e la sua musica immortale

Aveva 90 anni e tutta la sua vita è stata dedicata alla musica, al blues. È stato colui che ha fatto nascere il blues britannico, base per l’esplosione del genere in Europa e per la nascita dei più grandi artisti e delle band più importanti che ancora oggi continuano a influenzare le nuove generazioni di musicisti. È morto John Mayall, addio al ‘Re’ del blues. La triste notizia è stata comunicata dalla sua pagina Facebook attraverso un lungo post commemorativo. Mayall, colpito da acciacchi e problemi di salute, ha composto, suonato e cantato finché ha potuto. Si è spento ieri, nella sua casa in California, circondato dall’amore della sua famiglia. I messaggi di affetto e cordoglio per lui, scritti da fan, amici e ‘colleghi’, non si contano.

Chi è John Mayall

Mayall è stato mentore e maestro. Oltre a contribuire allo sviluppo, alla diffusione e al cambiamento del blues, ha lanciato miti e leggende come Eric Clapton, Mick FleetwoodJack Bruce John Almond. Non era solo un chitarrista ma un polistrumentista: Mayall suonava il pano, la tastiera e l’armonica. Indimenticabile e immortale il gruppo da lui fondato: The Bluesbreakers. Nato in Inghilterra a Macclesfield, nella contea di Cheshire, Mayall ha saputo unire al blues, il rock e il jazz. È stato insignito all’onorificenza di Ufficiale dell’Impero Britannico, nominato ai Grammy e inserito nella Rock and Roll Hall of Fame.

Come è morto John Mayall

Ispirato dai musicisti e bluesman americani, come Leadbelly, Albert Ammons, Pinetop Smith e Eddie Lang, Mayall imparò da autodidatta a suonare il piano, la chitarra e l’armonica. Padre del ‘british blues‘ è stato colui che ha importato nel Vecchio Continente il genere del ‘Chicago blues‘, ovvero l’evoluzione del blues classico e acustico, arricchito dalle strumentazioni e dai suoni elettrici. Uno dei suoi più grandi esponenti, che ha influenzato i principali artisti, autori e musicisti europei, è stato Muddy Waters.

Il post pubblicato su Facebook

È con il cuore pesante che portiamo la notizia che John Mayall è morto pacificamente nella sua casa in California ieri, 22 luglio 2024, circondato da una famiglia amorevole. I problemi di salute che hanno costretto John a porre fine alla sua epica carriera da tournée hanno finalmente portato la pace per uno dei più grandi guerrieri della strada di questo mondo. John Mayall ci ha regalato novant’anni di instancabili sforzi per educare, ispirare e intrattenere. In un’intervista del 2014 con The Guardian, John rifletteva: ‘Il blues riguarda – ed è sempre stato – quella cruda onestà con cui esprime le nostre esperienze di vita, qualcosa che si riunisce in questa musica, nelle parole anche. Qualcosa che è connesso a noi, comune alle nostre esperienze’.

L’omaggio e il ricordo

Quella sua sincera onestà, connessione, comunità e modo di suonare continueranno a influenzare la musica e la cultura che sperimentiamo oggi e per le generazioni a venire. Nominato OBE (Ufficiale dell’Impero Britannico), artista due volte nominato ai Grammy e recentemente inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, John lascia i suoi 6 figli, Gaz, Jason, Red, Ben, Zak e Samson, 7 nipoti e 4 pronipoti. È anche circondato dall’amore dalle sue precedenti mogli, Pamela e Maggie, dalla sua devota segretaria, Jane, e dai suoi amici più cari. Noi, la famiglia Mayall, non possiamo ringraziare abbastanza i suoi fan e la lunga lista di membri della band per il supporto e l’amore che abbiamo avuto la fortuna di provare di seconda mano negli ultimi sessant’anni. John ha chiuso quella stessa intervista al Guardian riflettendo ulteriormente sul blues: ‘Ad essere onesti, non penso che nessuno sappia esattamente di cosa si tratta. Non riesco proprio a smettere di giocarci’. Continua a suonare il blues da qualche parte, John. Ti vogliamo bene“.

24 Luglio 2024

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