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La tragedia di Cutro si poteva evitare, sottovalutato lo stato di pericolo del caicco

La tragedia di Cutro si poteva evitare, sottovalutato lo stato di pericolo del caicco

La tragedia di Cutro si poteva evitare”. Così chiude le indagini la procura di Crotone, mandando a giudizio quattro militari della Guardia di Finanza e due della Guardia costiera. L’accusa è di aver sottovalutato lo stato di pericolo in cui versava l’imbarcazione fotografata (e descritta) da un velivolo Frontex, per l’imminente insorgere delle condizioni avverse del mare che di lì a poco avrebbe scaraventato il caicco sulla spiaggia di Steccato.

L’ordinanza, però, nel descrivere lo scenario, indica le direttive cui avrebbero dovuto attenersi i militari e, fra queste, non una legge, ma una direttiva che alla legge contravviene – e chissà quanti altri danni ha provocato, quante altre “sottovalutazioni” provocherà. Si tratta dell’ “Accordo tecnico” del 14 settembre 2005 e del successivo “Tavolo tecnico” di un imprecisato giorno del giugno 2022. Tali decisioni, tristemente note soltanto agli addetti ai lavori, prevedono che “la forza di polizia interessata (di polizia, non di soccorso, nda) debba effettuare li monitoraggio occulto del “target” in avvicinamento, per poi intervenire direttamente alle 12 miglia, al fine prioritario di valutare visivamente le condizioni di sicurezza del natante e delle persone a bordo”.

Perché “monitoraggio occulto”? E perché la verifica “visiva” delle condizioni di sicurezza deve farsi soltanto alle 12 miglia dalla costa? Il caicco di Cutro era in pericolo ancor prima e a prescindere dall’insorgere del mare avverso. Era in pericolo perché stracarico di persone, senza un comandante, senza mezzi di salvataggio, in mano a individui senza scrupoli. Lascereste vostro figlio in queste condizioni fino a che la barca non sia arrivata alle 12 miglia? Comunque a soccorrerli, a quella distanza dalla costa, non si presentò nessuno, e neanche dopo, e neanche oggi.