Comandano le correnti
Santalucia archivia il Palamaragate: il correntismo riguarda una ‘sparuta minoranza’…
Per il leader dell’Anm il correntismo ha riguardato una “sparuta minoranza” di toghe e “comunque sono stati presi provvedimenti”. Secondo lui, quindi, separazione delle carriere e sorteggio sarebbero inutili, anzi, dannosi...
Giustizia - di Paolo Comi
Le riforme volute dal ministro della Giustizia Carlo Nordio sono un danno per la magistratura e a rimetterci saranno i cittadini. Così, in estrema sintesi, è quanto affermato ieri dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, chiamato in audizione presso la Commissione affari costituzionali della Camera dove è incardinato il ddl Nordio con la previsione della separazione delle carriere fra pm e giudici, l’introduzione dell’Alta corte disciplinare, il sorteggio per l’elezione dei componenti togati del Csm. La bocciatura di Santalucia è stata senza appello.
Una premessa comunque è necessaria. Chi avesse ascoltato ieri l’intervento a braccio di Santalucia, senza conoscere nulla di ciò che è successo negli ultimi anni nella magistratura italiana, ad iniziare dal Palamaragate, e ignorasse anche i durissimi moniti del capo dello Stato che senza tanti giri di parole parlò di “modestia etica”, si sarebbe persuaso del fatto che non c’è bisogno di alcuna riforma. Tralasciando infatti il no alla separazione delle carriere, da sempre un dogma per l’Anm, la parte più sorprendente dell’intervento di Santalucia ha riguardato proprio la degenerazione delle correnti con la loro fortissima capacità di condizionare le nomine e gli incarichi dei magistrati.
Sul sorteggio, in particolare, Santalucia ha dato il meglio, affermando che “non è democratico”, che dove è stato introdotto “non ha migliorato nulla”, e che priverebbe i magistrati del “diritto dell’elettorato attivo e passivo”. “Il correntismo ha danneggiato la gran parte dei magistrati”, ha detto il numero uno del sindacato delle toghe, sottolineando che il fenomeno ha riguardato “una sparuta minoranza” di magistrati e che comunque sono stati presi provvedimenti. Purtroppo per Santalucia le cose non sono andate in questo modo. E spiace che nessun parlamentare ieri lo abbia evidenziato.
A parte la ‘pecora nera’ Luca Palamara, radiato con ignominia dalla magistratura dopo un turbo processo disciplinare, e i cinque togati che gli fecero compagnia la sera del 9 maggio del 2019 all’hotel Champagne dove, presente il dem Luca Lotti, si discuteva della nomina del nuovo procuratore di Roma, sospesi dalle funzioni per qualche mese, nessuno delle centinaia di magistrati che chiedevano un posto al sole è stato sanzionato. Una colossale amnistia ha mandato in soffitta migliaia e migliaia di chat di raccomandazioni.
Non è il caso in questa sede rivangare il loro contenuto. Gli episodi sono sterminati: da chi prenotava la procura da dirigere a chi dava del bandito o dell’incapace al collega che aspirava ad un posto direttivo. Il tutto ben riassunto da una frase di un togato a Palamara: “Fai come al solito, scegli chi deve andare e poi mettiamo a bando il posto”. Ecco, se il Csm o l’Anm avessero preso provvedimenti efficaci si potrebbe anche essere d’accordo che le riforme di Nordio siano inutili. Ma dal momento che, tranne Palamara, tutti i magistrati nominati grazie alle correnti sono rimasti al proprio posto e, anzi, in questi anni hanno fatto anche delle carriere mirabolanti, il discorso di Santalucia non è minimamente credibile.