Il conflitto si allarga

Israele “risponde” ad Hezbollah, raid in tutto il Libano dopo la strage a Majdal Shams: “Era un razzo iraniano”

Esteri - di Redazione

28 Luglio 2024 alle 10:03

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L’attacco a Majdal Shams
L’attacco a Majdal Shams

La risposta di Israele non si è fatta attendere. Le forze militari dello Stato ebraico hanno duramente colpito in tutto il Libano obiettivi riconducibili ad Hezbollah, il “partito di Dio” pesantemente finanziato ed armato dall’Iran che secondo il governo di Tel Aviv è il responsabile dell’attacco che ha colpito un campo di calcio nella cittadina druso-israeliana di Majdal Shams, dove un razzo ha ucciso almeno 12 persone, soprattutto bambini e ragazzi, provocando oltre 30 i feriti, di cui sei in gravissime condizioni.

Majdal Shams è una città di 11mila abitanti a maggioranza drusa nelle Alture del Golan: si tratta di una minoranza religiosa che accoglie nella proprio dottrina elementi dell’islam, del giudaismo e del cristianesimo. I drusi parlano l’arabo ma molti di loro sono cittadini israeliani.

Israele colpisce il Libano

Aerei da combattimento israeliani hanno attaccato nella notte “una serie di obiettivi dell’organizzazione terroristica Hezbollah in tutto il Libano”.

Lo confermano le forze armate israeliane (Idf), in un post su X in cui si spiega che “tra gli obiettivi attaccati nel Libano profondo e meridionale, le infrastrutture terroristiche nelle aree di Shabriha, Burj a-Shamali, Bakàa, Kfar Kila, Rab a-Taltin, al-Khyam e Tir Harfa.

D’altronde una risposta israeliana era attesa. L’aveva annunciata senza mezzi termini il capo di stato maggiore dell’Idf, il tenente generale Herzi Halevi, in visita a Majdal Shams. Halevi aveva promesso una risposta “molto, molto significativa” all’attacco: “Colpiremo duramente Hezbollah”, aveva avvertito il capo di stato maggiore dell’Idf, sottolineando come Hezbollah “non fa distinzione tra uccidere drusi o ebrei”.

La “matrice” dell’attacco a Majdal Shams

Israele non ha dubbi sulle responsabilità di Hezbollah. Daniel Hagari, portavoce dell’Idf, ha riferito che il razzo lanciato contro Majdal Shams era un Falaq 1 di produzione iraniana, la cui testata trasporta oltre 50 chili di esplosivo.

Tale razzo è solo nelle mani di Hezbollah, ha aggiunto Hagari, spiegando che il gruppo terroristico ha “effettuato il lancio dall’area di Chebaa in Libano”. Hagari ha anche nominato il comandante di Hezbollah che ha guidato il fuoco come “Ali Muhammad Yihye”.

Hezbollah ha negato ogni coinvolgimento, sostenendo che l’esplosione a Majdal Shams è stata causata da un razzo israeliano usato per intercettare degli attacchi aerei. Poco prima della strage provocata dal razzo a Majdal Shams, Hezbollah aveva rivendicato quattro altri attacchi nell’area vicino al confine col Libano, compreso uno avvenuto a circa 3 chilometri dal campo da calcio della città.

Netanyahu torna in Israele

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu è partito durante la notte, alle due ora italiane, dalla base aerea di Andrews a Washington per tornare in Israele, in anticipo rispetto al programma iniziale.

Una decisione presa dopo l’attacco missilistico che ha colpito ieri la cittadina druso-israeliana di Majdal Shams. Una volta atterrato, Netanyahu convocherà il gabinetto di sicurezza.

Netanyahu ha dichiarato di essere rimasto “scioccato” nel vedere l’attacco di Hezbollah a Majdal Shams. “Tra gli assassinati c’erano dei bambini piccoli che giocavano a calcio”, ha detto in una dichiarazione video, “e altri sono stati assassinati. Abbiamo tutti il cuore spezzato da queste immagini”. “Abbracciamo le famiglie, abbracciamo l’intera comunità drusa in questo momento difficile, che è anche il nostro momento difficile”, ha aggiunto. Netanyahu ha poi promesso che Israele “non lascerà che questo passi in silenzio”.

Ministri israeliani contestati ai funerali

Ai funerali delle vittime dell’attacco di sabato a Majdal Shams si sono verificate pesanti contestazioni dei presenti nei confronti dei ministri israeliani presenti alla cerimonia.

Tra loro c’era anche il ministro delle Finanze, l’ultranazionalista ortodosso Bezalel Smotrich. “Portatelo fuori di qui”, ha gridato uno degli abitanti. Le critiche non hanno risparmiato nemmeno il ministro dell’Economia, Nir Barkat, e quello dell’Ambiente, Idit Silman. “Ci avete abbandonato per nove mesi e ora siete qui”, hanno detto alcuni manifestanti.

di: Redazione - 28 Luglio 2024

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