Pugilato

Imane Khelif non è trans: il caso del pugilato alle Olimpiadi, la speculazione politica sull’avversaria di Angela Carini

Destra scatenata. Salvini: "Basta con le follie dell'ideologia woke!". Ma l'atleta non era un uomo, esclusa ai Mondiali e ammessa ai Giochi. L'italiana: "Andrò sul ring e darò tutta me stessa"

Sport - di Antonio Lamorte

31 Luglio 2024 alle 16:58

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Ireland’s Kellie Anne Harrington, right, exchanges punches with Algeria’s Imane Khelif during their women’s lightweight 60-kg quarterfinal boxing match at the 2020 Summer Olympics, Tuesday, Aug. 3, 2021, in Tokyo, Japan. (AP Photo/Themba Hadebe)
Ireland’s Kellie Anne Harrington, right, exchanges punches with Algeria’s Imane Khelif during their women’s lightweight 60-kg quarterfinal boxing match at the 2020 Summer Olympics, Tuesday, Aug. 3, 2021, in Tokyo, Japan. (AP Photo/Themba Hadebe)

Non dovrebbe stupire che il caso della pugile Imane Khelif sia diventato di dominio pubblico ai tempi delle vendite record de Il mondo al contrario. Non stupisce nemmeno che il punto non sia questo: ma il fatto che la pugile algerina che domani esordirà alle Olimpiadi di Parigi 2024 contro l’italiana Angela Carini, non era un uomo diventato donna, non è “un’atleta trans” come tanti giornali si sono affrettati a scrivere e quindi a correggere nelle scorse ore. Il caso è diventato di dominio pubblico perché ne è stato fatto un caso politico. A destra: ministri, parlamentari, osservatori.

Imane Khelif ha 25 anni, è nata il due maggio del 1999 a Tiaret, alta un metro e 78 centimetri, ha esordito da professionista lo scorso novembre, combatte sul limite dei 66 chili. Domani esordirà ai Giochi contro l’italiana Carini, intorno alle 12:20. Khelif era stata esclusa dagli ultimi Mondiali di Nuova Delhi, in India L’IBA, Internazional Boxing Association, aveva giudicato alla luce di un test medico che i suoi livelli di testosterone erano troppo alti per partecipare a una competizione femminile. “Abbiamo trovato cromosomi XY nelle sue cellule”, aveva detto il Presidente russo Umar Kremlev. Cromosomi da uomo.

L’esclusione dai Mondiali e l’ammissione alle Olimpiadi

E lei aveva gridato al complotto. L’IBA non organizza più le Olimpiadi: per problemi amministrativi e di corruzione è stata sospesa dal CIO, che organizza in autonomia il torneo pugilistico com’era già successo a Tokyo. Khelif aveva gareggiato già in Giappone, era uscita ai quarti contro l’irlandese Kellie Harrington, sconfitta per decisione unanime. “Sono donne nel loro sport e abbiamo stabilito che si tratta di donne”, ha detto il portavoce del CIO Mark Adams. “Si tratta di atlete che hanno boxato da sempre con le donne e che rispettano tutte le regole di ammissibilità previste da questi Giochi”, ha detto facendo riferimento anche alla pugile taiwanese Lin Yu-Ting. Le pugili sono state ammesse in virtù di diversi criteri di inclusività e dei certificati medici presentati.

Il caso è diventato politico in Italia soprattutto perché Imane Khelif è diventata la pugile trans, uomo diventato donna, secondo media e politici. Non risulta niente del genere, dalle biografie dell’atleta e dai documenti del CIO. Per quanto se ne sa è nata donna, con organi genitali femminili. Dall’Algeria condannano le “calunnie” ai danni di Khelif e in queste ore sono state rilanciate e ricondivise su media e social fotografie della boxeur da bambina a riprova del genere. Alcuni media scrivono che si sia sottoposta a cure per riportare i livelli di testosterone nella media. Il CIO prevede una soglia di testosterone in circolo inferiore alle 10 nmol/L nei 12 mesi precedenti al torneo, il CONI ha comunque fatto sapere di essersi attivato.

 

Cos’è l’intersessualità o VSC

La condizione di Khelif potrebbe essere – al momento non c’è alcuna certezza sul caso – quella della cosiddetta intersessualità, che porta nell’individuo a caratteristiche primarie o secondarie dell’altro sesso che possono interessare i genitali, i cromosomi, gli ormoni, le gonadi, alcuni marker genetici, i tratti somatici. Come si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, si parla di Differenze dello Sviluppo del Sesso (DSD) o di Variazioni delle caratteristiche del sesso (VSC). “Le VSC/DSD possono essere determinate da fattori genetici che, almeno in alcuni casi, possono portare ad una esposizione a livelli non usuali di ormoni sessuali o ad una risposta non usuale agli ormoni sessuali da parte del corpo prima della nascita (prenatale) o subito dopo la nascita (peri-natale). Anche se parliamo di VSC/DSD per indicare una condizione presente fin dalla nascita, non è detto che questa sia riconoscibile fin da subito. In alcuni casi, i tratti intersex sono visibili alla nascita, come in presenza di genitali non riconosciuti come tipicamente femminili o maschili (genitali atipici), mentre in altri casi diventano evidenti solo al momento della pubertà. Ci sono, poi, condizioni che non sono visibili esternamente e spesso non vengono riconosciute nel corso della vita della persona”.

La speculazione politica sul caso di Imane Khelif

Ma era troppo ghiotta l’opportunità politica. E in Italia si sono scatenati. “Basta con le follie dell’ideologia woke!”, ha scritto il ministro e segretario della Lega Matteo Salvini. “Ammesse due persone transgender, uomini che si identificano come donne, e che, in competizioni recenti, erano state invece escluse”, la ministra Roccella. “Si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete, e il rispetto dell’equa competizione dal punto di vista agonistico. Domani, per Angela Carini non sarà così”, il ministro Abodi. “L’ultima follia del Cio: ammessi i trans nella boxe femminile”, Lucio Malan, senatore di Fratelli d’Italia.

 

“Maschio algerino che si percepisce donna combatterà nelle gare olimpiche femminili di pugilato. Che bravo!! Che coraggioso!! Le LGBTiadi di Macron sono sempre più una parodia tragicomica. Ritirare la delegazione sarebbe la giusta reazione a queste follie“, ha cinguettato il leghista Simone Pillon. Senza contare tutti i titoli dei giornali e dei media di destra. Che la disciplina in questione sia il pugilato, in cui l’obiettivo è prendere a pugni l’avversario deliberatamente, ha reso tutto ancora più succulento. “I suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, nemmeno combattendo contro sparring partner uomini”, aveva raccontato la pugile messicana Brianda Tamara dopo aver combattuto contro l’algerina.

Il caso Imane Khelif non esiste

Imane Khelif ha sempre combattuto nelle categorie femminili, fin da bambina. Ha vinto l’argento mondiale a Istanbul e l’oro ai Campionati Africani e ai Giochi del Mediterraneo nel 2022. Non risulta abbia fatto operazioni, non è chiaro se i suoi livelli di testosterone siano saliti soltanto negli ultimi anni e come. Ma non è un atleta trans, non era un uomo diventata donna: inquadrare per opportunità politica e propagandistica il caso in questi termini non contribuisce ad affrontare quello che effettivamente è un punto che dovrebbe essere affrontato. Per l’incolumità e diritti di tutti: tra maschi e femmine è vietato fare perfino sparring in palestra.. L’unica a non essersi lamentata intanto è Angela Carini. “Io devo adeguarmi a quello che ha deciso il CIO, quindi domani andrò sul ring e darò tutta me stessa”.

 

 

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31 Luglio 2024

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