Guerra in Medio Oriente
Attacco dell’Iran a Israele, l’allarme dagli USA di Blinken: “Teheran potrebbe colpire entro 48 ore”
L'allerta da Washington, i Pasdaran: "Pronti alla guerra totale". Israele non escluderebbe un attacco preventivo. Mosca avrebbe rifornito abbondantemente Teheran di nuove armi
Esteri - di Redazione Web
Ore di apprensione e paura in Medio Oriente e nelle cancellerie di mezzo mondo: per la ritorsione che l’Iran potrebbe mettere in atto per vendicare l’attacco di Israele a Teheran in cui è stato ucciso il capo politico e numero uno di Hamas, Ismail Haniyeh, e dell’alto funzionario di Hezbollah Fuad Shukr in un’altra operazione in Libano. Per gli Stati Uniti una risposta è inevitabile, questa volta non telefonata e grossomodo innocua come il lancio di missili e droni dello scorso aprile, sventato al 99 per cento. In stato di massima allerta l’apparato di sicurezza israeliano. L’escalation ha compromesso le trattative per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza che erano ripartite da poco – circa 40mila i morti dall’inizio delle operazioni via terra e via aerea di Israele.
Secondo quanto scrive Axios, che cita fonti informate, gli Stati Uniti ritengono che Teheran potrebbe colpire entro le prossime 24/48 ore. Il segretario di Stato Antony Blinken avrebbe informato i colleghi dei Paesi del G7 delle informazioni, avrebbe parlato con gli omologhi nel contesto degli sforzi compiuto per abbassare la tensione nell’area e impedire lo scoppio di una guerra totale. Ad ogni modo, gli USA non conoscono la precisa tempistica dell’attacco previsto. Potrebbe scattare già oggi.
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L’atteso attacco dell’Iran a Israele
L’attacco, secondo analisti politici e militari, potrebbe essere di tipo combinato con missili di precisione, sciami Uav e razzo contro Israele. Gli obiettivi potrebbero essere all’interno, a Tel Haviv e Haifa, oltra a centri strategici e abitazioni di funzionari israeliani. Si teme un’operazione in simultanea con gli alleati di Teheran con le milizie Houthi dallo Yemen, Hezbollah in Libano, le milizie sciite in Iraq e quelle in Sira. Riuniti ieri i capi della sicurezza israeliana: all’incontro hanno partecipato il premier Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant, il Capo di Stato Maggiore dell’esercito Herzi Halevi, il capo del Mossad David Barnea e il capo dello Shin Bet Ronen Bar.
Attivati anche i membri della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, con Gran Bretagna e Stati arabi alleati, per sventare l’attacco. Washington soltanto venerdì scorso aveva annunciato l’invio di più aerei e navi da guerra nel Mediterraneo. I servizi segreti interni hanno preparato il bunker sotterraneo dove potrà rifugiarsi il governo israeliano. Secondo il Times Of Israel, nel caso in cui Israele venisse a conoscenza di prove inconfutabili che Teheran si sta preparando a sferrare un’offensiva, lo Stato Ebraico prenderebbe in considerazione la possibilità di lanciare un attacco preventivo. “Sarà un colpo duro, siamo pronti alla guerra totale”, hanno annunciato i Pasdaran iraniani. Secondo alcuni media internazionali e Channel 14 in Israele, la Russia avrebbe rifornito abbondantemente l’Iran di nuove armi.
Le conseguenze della morte di Haniyeh
L’attacco di Israele in cui è stato eliminato Haniyeh è stato clamoroso e potentissimo per diverse ragioni: perché è avvenuto nel cuore della capitale del principale nemico dello Stato Ebraico, ad appena poche ore da un’altra operazione delicatissima in Libano, appena dopo la cerimonia di nomina del neoletto presidente dell’Iran considerato un moderato, Masoud Pezeshkian, per aver messo in mostra le falle enormi dell’apparato di sicurezza della Repubblica Islamica. “Avete ucciso il nostro caro ospite nella nostra casa – le parole del leader supremo, l’ayatollah Ali Khamenei – e ora avete spianato la strada alla vostra dura punizione”.