La corsa a fare scorte alimentari. Il rafforzamento dei sistemi di difesa anti-droni. Il richiamo dei riservisti. Israele si prepara alla reazione iraniana. L’amministrazione Biden è convinta che nei prossimi giorni Teheran attaccherà lo Stato ebraico per rappresaglia contro l’assassinio del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh. È possibile che lo schema d’attacco sia lo stesso dello scorso 13 aprile, ma potenzialmente più ampio e con il coinvolgimento di Hezbollah. «Ci aspettiamo alcuni giorni difficili», ha dichiarato una fonte americana ad Axios. Gli Stati Uniti si stanno preparando ad inviare ulteriori aerei da combattimento in Medio Oriente in risposta alle minacce dell’Iran su un possibile attacco a Israele nei prossimi giorni. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali non è ancora chiaro quanti aerei saranno inviati.
Secondo il New York Times, l’ayatollah Khamenei, in una riunione di emergenza del Consiglio supremo di sicurezza nazionale, lo scorso mercoledì, ha dato l’ordine di colpire direttamente Israele. L’ipotesi è quella di un attacco combinato di droni e missili contro obiettivi militari nelle vicinanze di Tel Aviv e Haifa, evitando così i civili. Sostegno ma non “in bianco”. Il presidente Biden ha avuto una chiamata “dura” giovedì con il primo ministro israeliano Netanyahu, intimandogli di smettere di aumentare le tensioni nella regione e di aderire immediatamente all’accordo sugli ostaggi e sul cessate il fuoco a Gaza. A riferirlo sono stati due funzionari statunitensi al sito di notizie Axios. Biden e i suoi principali collaboratori sono profondamente frustrati dalle ricadute degli assassinii compiuti da Israele a Beirut e Teheran, avvenuti a meno di una settimana della prima visita di Netanyahu alla Casa Bianca in quattro anni. Biden ha alzato la voce e ha chiesto che l’accordo si raggiunga entro massimo due settimane, avvertendo Netanyahu che se il conflitto si intensificasse nuovamente, non potrà contare sugli Stati Uniti per salvarlo.
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«Fate sapere a chi attacca i cittadini dello Stato di Israele che siamo pronti ad andare lontano, a raccogliere informazioni molto precise, a colpire e a uccidere». Lo ha detto il capo di Stato maggiore Herzi Halevi, parlando con i riservisti durante una valutazione della situazione nel corridoio centrale della Striscia di Gaza. «Il nostro messaggio a tutto il Medio Oriente questa settimana è a coloro che attaccano i cittadini di Israele, coloro che attaccano lo Stato di Israele: siamo pronti ad andare lontano, a fare molti sforzi per raccogliere informazioni molto precise, a colpire, a uccidere e anche a correre rischi. Abbiamo colpito a Beirut e stiamo colpendo a Gaza, saremo molto forti in difesa e poi colpiremo con forza. Questo messaggio è molto importante». Corsa alle scorte. E guide su come comportarsi in caso di attacco. La Cnn racconta parte di quello che starebbe accadendo in Israele nel mezzo di un’escalation nella regione dopo l’uccisione a Teheran del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh.
Agli israeliani, secondo la rete americana, sono state fornite linee guida con informazioni su come affrontare l’eventualità di attacchi nel Paese, mentre i supermercati segnalano un aumento nelle vendite di beni di prima necessità. A Gerusalemme, racconta la rete, il comune ha diramato istruzioni su cosa fare in caso di attacco, indicando una serie di rifugi antiaerei e di parcheggi da utilizzare come ripari. Novanta secondi è il tempo per raggiungere i rifugi. Una guerra che investe anche il Libano. Altro segnale: in vista di una possibile escalation nello scontro con Israele, Hezbollah ha iniziato a evacuare il quartier generale e i centri di comando nella sua roccaforte nel sud di Beirut. È quanto ha riferito l’emittente saudita al-Hadath, citata dai media israeliani, secondo la quale il movimento sciita filoiraniano ha anche avvertito gli inquilini degli edifici in cui vivono alti esponenti dell’organizzazione, così come le persone che vivono in palazzi adiacenti alle sedi del gruppo, di evacuare e trasferirsi in «un luogo più sicuro». «La risposta sarà significativa» e «sarà un passo verso la vittoria». È la minaccia del numero due di Hezbollah, Naim Qassem, in dichiarazioni alla tv al-Manar.
Intanto, la salma del capo dell’ufficio politico del movimento islamista palestinese Hamas, Ismail Haniyeh, è stata seppellita ieri nel cimitero reale di Lusail, a nord di Doha, in Qatar. Come riporta l’emittente panaraba al-Jazeera, il feretro del leader di Hamas, avvolto dalla bandiera palestinese, è stato trasferito al cimitero al termine della preghiera del venerdì nella moschea Imam Muhammad bin Abdul Wahhab a Doha, eseguita alla presenza di dignitari statali dei paesi islamici e dei leader delle fazioni palestinesi, comprese Fatah e Jihad islamica. Presente a Doha il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, che ha incontrato vari alti funzionari di Hamas. Lo riporta la tv di stato turca Trt, citando fonti diplomatiche, facendo sapere che, in Qatar, Fidan ha avuto colloqui con Khaled Meshaal, il vice di Haniyeh che pare candidato a diventare il nuovo capo dell’ufficio politico di Hamas.