Un detenuto di 55 anni, di origine albanese, si è impiccato ieri sera presso nel carcere di Biella. “È il 64esimo detenuto suicida dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere i 7 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che si sono tolti la vita– dice il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio– Nella sostanziale indifferenza del Governo, non si ferma la carneficina nelle carceri del Paese e siamo a un numero di morti assurdo, mai visto in precedenza“. È stato il secondo suicidio avvenuto in due giorni, infatti, un ”48enne, originario di Montecorvino Rovella, si sarebbe suicidato impiccandosi nel bagno della camera di sicurezza del Tribunale di Salerno dov’era stato tradotto in mattinata per la convalida dell’arresto scattato per maltrattamenti in famiglia. Subito soccorso e condotto in ospedale, sarebbe spirato poco dopo. Si tratta, dunque, del 63esimo detenuto che si è tolto la vita dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria”.
Detenuto suicida nel carcere di Biella e nel Tribunale di Salerno
Lo ha dichiarato sempre il Segretario De Fazio: ”Stiamo ancora cercando di capire l’esatta dinamica e come sia potuta accadere quest’ennesima tragedia che investe il sistema d’esecuzione penale nel suo complesso. Anche se, probabilmente, in questo caso non hanno avuto neppure il tempo di avere un impatto diretto le disastrate condizioni carcerarie, di certo lo Stato, ancora una volta, non poteva permettersi che gli sfuggisse una vita che gli era stata affidata. Noi continuiamo a pensare che la carneficina in atto vada fermata con provvedimenti tangibili e ad effetto immediato. Sono 14.500 i detenuti oltre i posti disponibili, mentre a ben 18mila ammontano le unità mancanti alla Polizia penitenziaria. A ciò si sommano carenze sanitarie, deficienze strutturali e infrastrutturali e disorganizzazione imperante. In mancanza di interventi, sarà un agosto funesto”.
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19enne ha perso la vita nel Cpr di Palazzo San Gervasio (Potenza)
Intanto, si è conclusa durante la notte, dopo circa tre ore, la rivolta all’interno del Centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio (Potenza), cominciata ieri sera dopo che alcuni ospiti della struttura avevano appreso della morte di un giovane di origine africana, avvenuta nel pomeriggio. In quattro moduli erano stati appiccati una serie di focolai, spenti dai Vigili del Fuoco: le forze dell’ordine intervenute hanno poi ripristinato una situazione di regolarità, senza che si siano registrati feriti. Il giovane di 19 anni, stando a quanto riferito dall’Asp di Potenza – che ha inviato nella zona cinque ambulanze e un elicottero per il soccorso, dal momento che all’interno del Cpr sono un centinaio gli immigrati ospitati – sarebbe morto per cause naturali, in seguito ad un arresto cardiaco, ma la Procura di Potenza che sta conducendo le indagini ha disposto l’autopsia sul cadavere. Il sindaco di Palazzo San Gervasio, Luca Festino, sottolineando che “il Comune non ha mai avuto canali di comunicazione istituzionale sulle vicende all’interno del Cpr“, ha aggiunto: “Vedere il nome del mio paese alla ribalta delle cronache per fatti come questi ed altri, mi rattrista molto. La tutela della vita, in tutte le sue forme, è in assoluto la prima ragione dell’esistenza umana“.