Più del 70 per cento degli atleti italiani alle Olimpiadi di Parigi 2024 fanno parte di forze armate e corpi di polizia. 283 sportivi in tutto dei 403 qualificati ai Giochi in corso in Francia. Al momento nelle società sportive militari militano circa 1.200 tra atleti e atlete. Spesso definiti “atleti di Stato”, come venivano definiti tra l’altro negli Stati Comunisti durante la Guerra Fredda, come l’Unione Sovietica e la Germania dell’Est, ma non solo. Un sistema a volte anche criticato che però offre sostegno agli atleti e prestigio ai corpi.
L’Italia in Francia ha raggiunto il suo record storico per numero di atleti qualificati: 403. 209 maschi e 194 donne. I gruppi sportivi militari in Italia sono otto: quello dell’Esercito Italiano, quello della Marina Militare, quello dell’Aeronautica Militare e quello dell’Arma dei Carabinieri per quanto riguarda le forze armate; per quanto riguarda i gruppi che non dipendono dal ministero della Difesa, quello della Polizia di Stato (Fiamme Oro), quello della Guardia di Finanza (Fiamme Gialle), quello della Polizia Penitenziaria (Fiamme Azzurre) e quello dei Vigili del Fuoco (Fiamme Rosse). Gli atleti della Forestale sono transitati nei Carabinieri.
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Chi sono gli atleti di forze armate e corpi di polizia
Questi atleti gareggiano rappresentando l’Italia e il corpo di cui fanno parte, con quest’ultimo che dà loro la possibilità di allenarsi ad alti livelli come altrimenti difficilmente potrebbe verificarsi – e di percepire uno stipendio. Atleti molto preparati e competitivi avrebbero di fatto molte difficoltà ad allenarsi e a competere in discipline mediaticamente e professionalmente meno popolari – gli sport riconosciuti come professionistici in Italia sono soltanto calcio, ciclismo, golf, basket – senza questo tipo di sostegno. Il contratto iniziale più diffuso è quello di volontari in ferma prefissata quadriennale. Hanno gradi e stipendi come gli altri colleghi che prestano servizio nelle forze. Ogni due anni sono sottoposti a un controllo dei requisiti per il rinnovo.
Il sistema italiano degli atleti militari
Gli atleti si allenano principalmente nei centri sportivi dei corpi di appartenenza. Il sistema è antico, radicato nella tradizione, una forma di sostegno dello Stato allo sport e anche una forma di prestigio. Quello italiano è un sistema la cui eccellenza viene riconosciuta in tutto il mondo. L’Italia fa parte con altre 138 Nazioni al Consiglio Internazionale dello Sport Militare (CISM). La maggior parte degli sportivi, una volta finita la carriera agonistica, resta all’interno dei corpi. Ogni corpo si è dato sue regole e funzionamenti, con strutture dedicate al reclutamento, all’allenamento e alla crescita degli atleti. Quelli più strutturati sono l’Esercito e la Polizia di Stato.
Sulla Gazzetta Ufficiale, alla sezione Concorsi ed Esami, viene pubblicato il concorso pubblico per gli atleti che vogliono entrare a far parte dei corpi militari e di polizia. I bandi comprendono prove fisiche e teoriche, gli atleti devono avere un’età tra i 17 e i 35 anni, devono superare accertamenti psico-fisici e attitudinali e devono vantare performance e meriti sportivi – “risultati agonistici almeno di livello nazionale certificati dal CONI” – che li qualifichino di interesse nazionale. Altri requisiti sono la cittadinanza italiana, non essere stati condannati penalmente per delitti non colposi, non essere stati sottoposti a misure di sicurezza o prevenzione.