La mobilitazione

Balneari: la guerra delle concessioni agita il governo Meloni, scatta lo sciopero a macchia di leopardo

La protesta dalle 7:30 alle 9:30 contro la messa a gara delle concessioni, alcune associazioni non hanno aderito. Salvini: “Attendiamo l’ok dall’Ue”

Economia - di Redazione Web

9 Agosto 2024 alle 12:07

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Giornata di mobilitazione nazionale dei sindacati dei balneari italiani, FIPE-Confcommercio e FIBA- Confesercenti, attraverso la simbolica protesta degli ombrelloni chiusi negli stabilimenti balneari per chiedere un intervento legislativo chiarificatore sulle concessioni demaniali marittime che tuteli il lavoro delle aziende concessionarie. Ostia (Rm) Venerdì 09 Agosto 2024 (foto Mauro Scrobogna / LaPresse) National mobilization day of the Italian beach workers unions, FIPE-Confcommercio e FIBA- Confesercenti, through the symbolic protest of closed beach umbrellas in the beach establishments to ask for a clarifying legislative intervention on the maritime state concessions that protect the work of the concessionary companies. Ostia (Rm) Friday August 09 2024. (Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse)
Giornata di mobilitazione nazionale dei sindacati dei balneari italiani, FIPE-Confcommercio e FIBA- Confesercenti, attraverso la simbolica protesta degli ombrelloni chiusi negli stabilimenti balneari per chiedere un intervento legislativo chiarificatore sulle concessioni demaniali marittime che tuteli il lavoro delle aziende concessionarie. Ostia (Rm) Venerdì 09 Agosto 2024 (foto Mauro Scrobogna / LaPresse) National mobilization day of the Italian beach workers unions, FIPE-Confcommercio e FIBA- Confesercenti, through the symbolic protest of closed beach umbrellas in the beach establishments to ask for a clarifying legislative intervention on the maritime state concessions that protect the work of the concessionary companies. Ostia (Rm) Friday August 09 2024. (Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse)

Scattato questa mattina lo sciopero dei balneari. Stabilimenti aperti due ore in ritardo rispetto al previsto: alle 9:30 invece che alle 7:30. Una protesta indetta dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi e dalla Federazione Sindacale della Confesercenti contro la possibilità che vengano messe a gara le concessioni, che dovrebbero scadere a fine 2024. Alla mobilitazione non hanno aderito Assobalneari, l’associazione di categoria che fa capo a Confindustria, Base Balneare e Donnedamare. Il dossier sarà affrontato in uno dei prossimi Consigli dei ministri.

Scelto per la protesta l’orario meno affollato della giornata. Chi voleva andare in spiaggia, poteva. Lettini e ombrelloni chiusi ma ha trovato comunque i bagnini. Le associazioni del settore che non hanno aderito non sono ovviamente favorevoli alla messa a gara delle concessioni delle balneari, non hanno comunque partecipato alla protesta dichiarando che la stessa avrebbe danneggiato i consumatori. Chi protesta mette in discussione alcuni criteri sulle gare, come il fatto che ogni ente locale possa stabilire le regole dei bandi in autonomia. Le associazioni di autonomia inoltre pretendono il riconoscimento di un indennizzo economico per i balneari che hanno gestito strutture, investito nelle stesse, e che perderanno la concessione dopo le gare.

La voce dei balneari

Fiba Confesercenti ha parlato di adesione sopra le aspettative. “I bacini balneari più importanti d’Italia, come la Romagna e la Toscana, vedono una partecipazione quasi totale, e oltre l’80% degli operatori balneari ha tenuto chiuso il servizio ombreggio sul territorio nazionale”. I balneari ricordano che anche in altri settori si opera in regime concessorio, come alberghi, campeggi, ristoranti e negozi. Per il Codacons lo sciopero è stato invece un flop. “Al di là delle istanze della categoria, che chiede giustamente certezze sul proprio futuro, proclamare scioperi nel bel mezzo della stagione estiva si conferma una scelta sbagliata, bocciata sia dai consumatori sia dagli stessi gestori”. L’associazione mette l’accento sui rincari di lettini, sdraio, ombrelloni e cabine in un business da 10 miliardi di euro all’anno.

“Chiuderemo gli ombrelloni dalle 7.30 alle 9.30, le due ore mattutine in cui di solito c’è pochissima gente. E ai pochi ospiti offriremo caffè, brioche, io in Puglia darò pane e pomodoro e frutta – aveva anticipato Antonio Capacchione, presidente del Sib – Se penalizziamo gli utenti? Ma lo facciamo anche per loro. Con le gare al rialzo succederà quello che è successo a Jesolo, dove hanno tolto le spiagge ai vecchi concessionari ed è arrivato Mr.Geox che ha raddoppiato le tariffe”, ha aggiunto. “Non è giusto penalizzare migliaia di consumatori che hanno scelto gli stabilimenti italiani per le loro vacanze, riconoscendone qualità e funzionalità. Per questo migliaia di aziende associate ad Assobalneari e La Base Balneare con Donnedamare si asterranno dallo sciopero”, fanno sapere i presidenti Fabrizio Licordari e Bettina Bolla, convinti che la via maestra sia “sostenere la validità della mappatura fatta dal governo italiano”, secondo cui il 67% delle coste è disponibile al libero mercato.

Il governo Meloni e le concessioni balneari

La protesta è indirizzata anche al governo Meloni, che da sempre si era dichiarato contrario alla messa a bando ma che in seguito a una serie di richiami dall’Unione Europea e dal Consiglio di Stato sembra abbia cambiato direzione. La Commissione Europea nel 2020 avviò anche una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia sula questione. Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella richiamò in una lettera ai Presidenti di Camera e Senato e alla Presidente del Consiglio Meloni segnalando che le proroghe alle concessioni previste dal decreto “Milleproroghe” fossero incompatibili con il diritto europeo e con le sentenze del Consiglio di Stato. Un principio ribadito in un’altra lettera del Capo dello Stato nel gennaio 2024.

Un dossier lasciato sempre insoluto e aperto dai governi italiani dal 2006 in poi. Le concessioni vengono da anni prorogate in maniera automatica agli stessi proprietari con canoni d’affitto molto bassi. A cambiare tutto, nel 2006 per l’appunto, è stata la “direttiva Bolkestein” che impone a tutti i Paesi membri dell’Unione Europea di mettere a bando le concessioni anche per garantire la concorrenza del libero mercato. La destra si oppone da tempo alla messa al bando. La maggioranza l’anno scorso ha ordinato una mappatura delle spiagge secondo cui solo il 33% del demanio marittimo è occupato da stabilimenti. Sta provando ad aggirare l’obbligo dettato dalla direttiva aprendo alla messa al bando di spiagge libere da mettere a gara e tutelando le concessioni.

“Se dall’Europa ci danno l’ok chiudiamo dopo 15 anni il percorso”, ha commentato il vicepremier e ministro a Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, spiegando che il negoziato è su “prelazione per le uscite, indennizzo per chi farà altre scelte e anche una proroga”. Le aperture a prelazioni e indennizzo suonano ormai come il preludio alle gare. Secondo il Sole24Ore un’ipotesi in campo potrebbe essere una proroga delle concessioni fino al 2030 nelle Regioni in cui la percentuale di occupazione delle spiagge è inferiore al 25%. Sospese le altre due giornate di mobilitazione previste il 19 e il 29 agosto.

9 Agosto 2024

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