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Israele double face: apre alle trattative per la tregua a Ferragosto e annuncia operazioni a Khan Yunis

Palestinians walk through the destruction in the wake of an Israeli air and ground offensive in Khan Younis, southern Gaza Strip, Monday, April 8, 2024. Israel says it has withdrawn its last ground troops from the city, ending a four-month operation. (AP Photo/Fatima Shbair)

Palestinians walk through the destruction in the wake of an Israeli air and ground offensive in Khan Younis, southern Gaza Strip, Monday, April 8, 2024. Israel says it has withdrawn its last ground troops from the city, ending a four-month operation. (AP Photo/Fatima Shbair)

Annunciata un’apertura per le trattative per il cessate il fuoco. Annunciato anche l’avvio di una nuova operazione via terra Khan Yunis. E nessuna incoerenza, niente contraddizioni nella doppia comunicazione nella guerra tra Israele e Hamas che sta insanguinando il Medio Oriente. Nessun paradosso ravvisato o evidenziato tra l’apertura ai negoziati per sospendere la carneficina e l’avanzata che finora ha fatto circa 40mila morti nella Striscia – dati di Hamas, impossibili da verificare, comunque gravissimi. La guerra continua, l’escalation non è scongiurata: l’Iran ha promesso una ritorsione all’uccisione del Capo di Hamas, Ismail Hanyieh, a Teheran. Fiato sospeso, strage ininterrotta.

L’esercito israeliano ha fatto sapere questa mattina di aver avviato una nuova operazione via terra nella principale città nel sud della Striscia di Gaza. Non è rimasto molto: Khan Yunis è stata già in gran parte distrutta lo scorso inverno, in una delle fasi più feroci e sanguinose della risposta via terra e via aerea della risposta dello Stato Ebraico agli attacchi di Hamas nel sud di Israele lo scorso 7 ottobre. L’IDF aveva colpito anche moltissime strutture civili, tra cui gli ospedali.

L’avanzata di Israele a Khan Yunis

L’esercito aveva lanciato altre operazioni di terra a luglio, centinaia di palestinesi erano rimasti uccisi. Khan Yunis è stata anche bombardata. Le forze armate avanzano, hanno detto ai civili nella parte Nord ed Est della città di dirigersi ad al Mawasi, che è stata definita come zona umanitaria sicura anche se giù è stata più volte attaccata. Lo stesso era successo a Rafah, la città a sud della Striscia al centro dell’offensiva nei mesi scorsi, dove milioni di sfollati si erano rifugiati dall’avanzata israeliana.

L’apertura alle trattative il 15 agosto

L’obiettivo a Khan Yunis è impedire ai membri delle organizzazioni militanti palestinesi di unirsi e di colpire i loro centri operativi. È in questo contesto, tra la carneficina che non accenna a rallentare e lo stallo imponderabile per un’attesa e propagandata risposta dell’Iran a Israele, che l’ufficio del premier israeliano Benyamin Netanyahu, rispondendo “all’offerta degli Stati Uniti e dei mediatori”, ha annunciato che Israele invierà una delegazione a Doha o al Cairo il 15 agosto per concordare i dettagli del quadro del cessate il fuoco a Gaza formulato da Egitto, Stati Uniti e Qatar.

Le conseguenze dell’operazione Haniyeh

Apertura le cui conseguenze sono imperscrutabili dopo la clamorosa operazione di guerra e di intelligence che Tel Aviv ha messo in atto: l’uccisione del capo politico di Hamas sul territorio del suo più grande nemico, la Repubblica Islamica degli ayatollah mentre veniva proclamato il nuovo presidente. Un affronto e una dichiarazione di potenza. Hamas ha risolto nel giro di pochi giorni la successione: tra i diversi nomi emersi a prevalere è stato quello di Yahya Sinwar, dalla linea più dura rispetto ad Haniyeh, che non si poteva definire certo un moderato ma che aveva preso parte alle trattative per il cessate il fuoco. Sinwar, considerato la mente e il primo responsabile degli attacchi del 7 ottobre, resta al momento imprendibile.