Sport e personaggi

Olimpiadi, i 10 atleti che ricorderemo dei Giochi di Parigi: da Imane Khelif a Mondo Duplantis ai tiratori alla Tarantino

Grandi rivelazioni, straordinarie conferme, spettacolari addii. Ogni quattro anni la stessa storia: personaggi incredibili, momenti indimenticabili, polemiche in mondovisione. Gli eroi dei Giochi

Sport - di Antonio Lamorte

11 Agosto 2024 alle 20:49

Condividi l'articolo

COLLAGE DI FOTO DA LAPRESSE
COLLAGE DI FOTO DA LAPRESSE

Ogni quattro anni la stessa storia. Personaggi indimenticabili, che arrivano e restano impressi nello sport di questi tempi. E altri che magari non ci riusciranno a mantenere questa notorietà dopo la cerimonia finale. Che passeranno, meteore, ma soltanto dopo aver lasciato un ricordo indelebile nella memoria di chi queste Olimpiadi se l’è godute per intero, di chi un po’ meno, di chi soltanto un po’, di chi tramite quei contenuti diventati virali sui social.

Ogni quattro anni grandi rivelazioni, in sport magari minori, o soltanto sottovalutati, dimenticati. Ogni quattro anni grandi conferme, consacrazioni definitive di traiettorie sportive uniche. Ogni quattro anni l’emozione di chi è consapevole di giocarsi qualcosa che potrebbe non avere più l’opportunità di giocarsi. Ogni quattro anni facce nuove, altre familiari, alcune provate dal tempo, quest’anno erano 11.475 per 205 delegazioni. Ogni quattro anni a queste facce è concesso piangere: dalla gioia, dalla rabbia, dalla delusione, dalla paura, dall’emozione soltanto. Ogni quattro anni intorno a queste facce, a questi corpi si scatenano dibattiti politici, si concentrano trend che anche all’esterno dello sport segnato i tempi, si costruiscono campagne pubblicitarie.

Ne abbiamo scelte dieci, che abusando di un termine ormai ipertrofico diremo “iconiche”. Atleti indimenticabili tra le prestazioni, le carriere, le polemiche, la politica, i meme. Nessun riguardo particolare per gli italiani, anche se non dimenticheremo mai le imprese – per citarne solo alcune – di Thomas Ceccon, Niccolò Martinenghi, Alice D’Amato e Manila Esposito, Nadia Battocletti. E non abbiamo dimenticato Simone Biles e Katie Ledecky, anche loro indimenticabili. Soltanto, abbiamo scelto altri volti.

I 10 atleti più iconici delle Olimpiadi di Parigi 2024:

IMANE KHELIF: Quelle di Parigi sono state soprattutto le Olimpiadi di Imane Khelif. 25 anni, da Tiaret, Algeria. Esclusa in corsa dai mondiali di pugilato del 2023 dall’International Boxing Association (IBA), ammessa invece dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ai Giochi in Francia. L’attenzione sul suo caso è salita nel giro di un paio di giorni, alla vigilia del suo debutto contro l’italiana Angela Carini. Per via della speculazione politica della destra italiana che l’ha chiamata trans o “nata uomo”, senza alcuna prova. È stata definita anche intersessuale. Carini, dopo una manciata di secondi e qualche pugno, si è ritirata. E il caso è esploso definitivamente: non è successa la stessa cosa con la taiwanese Lin Yu Ting. La differenza l’hanno fatta la politica e i media. Khelif ha vinto l’oro nella categoria -66 chili.

Algeria’s Imane Khelif celebrates after defeating China’s Yang Liu to win gold in their women’s 66 kg final boxing match at the 2024 Summer Olympics, Friday, Aug. 9, 2024, in Paris, France. (AP Photo/Ariana Cubillos)
Associated Press / LaPresse
Only italy and Spain

KIM YEJI e YUSUF DIKEC: Se solo Quentin Tarantino cambiasse idea, decidesse di girare almeno un altro film: ai Giochi avrebbe trovato buoni caratteristi per i suoi personaggi. Prima Kim Yeji, tiratrice sudcoreana, pistola ad aria compressa a 10 metri. Berrettino bianco, occhiali con montatura sottilissima, lenti ribaltabili, peluche a forma di elefantino della figlia allacciato alla cinta, mano in tasca, braccio armato a formare un perfetto angolo retto. Subito virale in tutto il mondo, subito protagonista. E medaglia d’argento. Poi è arrivato Yusuf Dikec, pistola ad aria a 10 metri mista. Mano in tasca, niente cuffia, semplici occhiali da vista, sguardo accigliato, mano in tasca anche lui. Argento. L’Olimpiade dei tiratori pulp: senza stile non venire.

 

LEON MARCHAND: In appena due ore, in una sera di agosto, il nuotatore francese di 22 anni ha vinto due medaglie d’oro. 200 metri farfalla e 200 metri rana. Nessuno ci era riuscito nelle stesse Olimpiadi, figuriamoci nella stessa serata. Due record mondiali come l’altro oro, nei 400 metri misti, la sua gara d’elezione. E ai quattro ori va aggiunto il bronzo nei 4×100 metri misti. In Francia, in casa, è diventato una superstar dello sport mondiale. Si sprecano i paragoni con Michael Phelps, il nuotatore più forte di tutti i tempi, 28 volte medaglia olimpica, 23 ori. Al momento condividono l’allenatore, Bob Bowman.

NOVAK DJOKOVIC: Gli mancava solo la medaglia d’oro ai Giochi a Novak Djokovic, già da qualche anno il tennista più vincente della storia. Alle Olimpiadi aveva partecipato cinque volte. La prima volta bronzo, le altre volte era sempre uscito in semifinale. Sul campo del Roland Garros, in finale, si è trovato davanti lo spagnolo Carlos Alcaraz. 7-6, 7-6. E un’emozione senza precedenti per il campione serbo. “Pensavo che essere il portabandiera a Londra 2012 per il mio paese fosse la migliore sensazione che un atleta potesse provare, fino a oggi. È forse il miglior successo sportivo di tutta la mia carriera”. Immortale.

Serbia’s Novak Djokovic reacts after defeating Spain’s Carlos Alcaraz in the men’s singles tennis final at the Roland Garros stadium during the 2024 Summer Olympics, Sunday, Aug. 4, 2024, in Paris, France. (AP Photo/Andy Wong)

TEDDY RINER: A stilare una classifica dei momenti sportivi più esaltanti di questi Giochi non potrebbe mancare: quando il francese di Guadalupe Teddy Riner ha ribaltato in un ippon straordinario il campione mondiale di judo Kim Mikjong. E medaglia d’oro. La prima, nel singolare maschile. La seconda è arrivata nel judo a squadre. Si aggiungono a un altro oro e due bronzi olimpici, 12 Mondiali e cinque Europei. Imbattuto per 10 anni e 154 match. 35 anni, 204 centimetri, 138 chili. Tantissimo onore per Gennaro Pirelli che ha combattuto alla pari nella sfida a squadre nonostante una differenza di una ventina di centimetri d’altezza e di una quarantina di chili di peso.

KIMIA YOUSOFI: Ha corso per le donne afgane. Alla fine dei 100 metri, arrivata ultima, ha tirato fuori dal suo pettorale un messaggio in inglese scritto in tre colori. “Educazione”. “Sport”. “I nostri diritti”. Sei gli atleti in gara nella rappresentanza di Kabul, dal 2021 di nuovo sotto il dominio dei talebani. Un giogo oscurantista che lascia le donne ai margini della società, del mondo dell’istruzione e dello sport. Yousofi aveva già partecipato ai giochi di Tokyo nel 2021. A Parigi è arrivata come esponente della delegazione della Federazione afgana che opera dall’estero e non dal governo dei fondamentalisti, che ha legittimato la partecipazione di soli tre atleti.

ARMAND DUPLANTIS: Definitiva consacrazione in mondovisione per il saltatore con l’asta figlio d’arte, padre statunitense e madre svedese, che ha scelto la canotta gialla per competere ai massimi livelli. “Mondo, Mondo, Mondo!”, il coro che ha intonato lo Stade de France a Saint Denis in un’ovazione lunghissima dopo il suo oro e nono record del mondo consecutivo. Combatte contro sé stesso nel vero senso della parola. Ha saltato 6 metri e 25 centimetri. A 24 anni è una star, il Timothée Chalamet dell’atletica internazionale.

CINDY NGAMBA: Dal Camerun all’Inghilterra. A Parigi Cindy Ngamba aveva sventolato la bandiera della squadra dei rifugiati e per la stessa è stata la prima in assoluto nella storia a vincere una medaglia. “Voglio dire a tutti i rifugiati in tutto il mondo e ai rifugiati che non sono atleti e sono principalmente esseri umani che devono continuare a lavorare sodo e a credere in sé stessi”. Pugilato, limite dei 75 chili. Bronzo che si era già conquistata passando i quarti, in semifinale ha perso contro la panamense Atheyna Bylon. In Camerun verrebbe inquisita e condannata per la sua omosessualità dichiarata, un Paese dove la figlia del Presidente fa outing sui social con una foto e scatena un putiferio. “Sono stata in grado di sfidare qualsiasi ostacolo e sono felice di aver potuto vincere una medaglia”.

MIJAIN LOPEZ: Si è tolto le scarpe, le ha lasciate sul materasso dell’Arena Campo di Marte. Nessuno come lui, nessuno come Mijain Lopez: il cubano ha vinto per la quinta volta la medaglia d’Oro nella lotta greco-romana. I primi Giochi ad Atene 2004, il primo oro a Pechino nel 2008. E quindi a Londra, Rio de Janeiro, Tokyo. Ne ha parlato così: “Pechino è giovinezza, Londra trascendenza, Rio fatica, Tokyo sacrificio, Parigi gioia”. Prima di Parigi aveva annunciato il ritiro, non ha combattuto per tre anni. All’ultimo ha cambiato idea. Si è tolto le scarpe, le ha lasciate sul materasso dell’Arena per salutare, alla fine dell’ultimo incontro della carriera. Adios Gigante.

JULIO VELASCO: Non sarà un atleta, formalmente non sarà sua la medaglia d’oro, ma Julio Velasco è tornato alla guida della Nazionale femminile italiana di pallavolo. E l’ha ricontattata, le ha dato sicurezza e serenità. Ha portato per la prima volta la Nazionale femminile in zona medaglie. E aveva respinto l’ossessione per l’oro degli Azzurri dopo quell’argento della sua “generazione di fenomeni” ad Atlanta 1996. “Basta guardare sempre quello che manca, è una filosofia di vita che non va”. E menomale: in finale la partita perfetta, Stati Uniti schiantati, 3-0, dopo un cammino perfetto, soltanto un set perso all’esordio contro la Repubblica Domenicana. Un’apoteosi alla 40esima medaglia Azzurra. L’allenatore argentino con le Olimpiadi di Parigi si è ripreso uno spazio mediatico che aveva animato per anni, da maestro e guru quale è, ha fatto di nuovo la storia della pallavolo, ha scolpito il suo nome nella storia dello sport italiano.

CONI president Giovanni Malagò and Italy’s head coach Julio Velasco celebrates during Women’s Volleyball Final match between Italy and United States at the 2024 Summer Olympics, Sunday, August 11, 2024 in Paris, France. (Photo by Spada/LaPresse)

11 Agosto 2024

Condividi l'articolo