A tutto campo: Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania, ha rilasciato a Il Corriere della Sera un’intervista che ripercorre la sua storia, le origini della sua famiglia, la sua formazione politica, lo scontro con la premier Giorgia Meloni e quella volta che venne arrestato. “Nel ’78 a Persano nella piana del Sele dove la gente chiedeva la distribuzione delle terre incolte dei Borbone ora del demanio. L’assemblea più furente fu di sera. Tentammo un’incursione nell’area demaniale, i carabinieri erano in piedi dalle quattro di mattina. E ci riempirono di botte”.
De Luca è nato in provincia di Potenza, ha studiato al liceo classico e si è iscritto a Medicina prima di passare a Filosofia, tesi con Biagio De Giovanni. Scelse il Pci perché “Salerno era la città della ‘svolta di Salerno’. Con un forte filone amendoliano. Io ero imbevuto di Gramsci e Gobetti. Diciamo che pesarono la naja, le letture, il martirio di Allende ed esperienze come le sofferenze di mio padre in ospedale alle prese con la burocrazia. Il mio chiodo fisso”.
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Politica che oggi sembra invece scegliere la mediocrità: “Con Berlinguer c’era una competizione interna per creare una classe dirigente. Ma oggi? I gruppi dirigenti per il 90% non rappresentano nulla nei territori. Estraneità totale alla militanza, alla fatica per la conquista del consenso. Vedo dirigenti sempre rilassati, sereni, la pelle morbida e vellutata. Come in vacanza”. E invece lui ha “sputato sangue. Mica ho preso i voti per il programma di partito. Il consenso lo hai se hai il rispetto della gente al di là della politica. Altrimenti ti buttano a mare”.
È stato responsabile economico e segretario provinciale del Pci, capogruppo in consiglio comunale, vice-sindaco e dal 93 sindaco di Salerno. È ormai tra i pochissimi governatori di sinistra, spesso e volentieri allo scontro aperto con il governo Meloni. “L’ultima truffa è questa dei 388 milioni alla Campania: son soldi del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027 che avanziamo! È da ottobre che dialoghiamo con pazienza francescana: ci han fatto perdere un anno sottraendo alla regione due miliardi per operazioni finte tipo la truffa di Bagnoli e costringendo noi ad eliminare progetti cantierabili domattina”.
Uno scontro esacerbato da un video rubato in cui si vedeva De Luca dare della str**za alla premier. “Cinquemila persone e 550 sindaci salgono a protestare a Roma contro l’autonomia differenziata e per lo sblocco dei fondi bloccati, chiedono per ore d’esser ricevuti, sono circondati da agenti in tenuta antisommossa come dei briganti, vanno a Palazzo Chigi e lo trovano sbarrato. E mentre siamo lì la Meloni manda a dire, razzista: ‘Vadano a lavorare!’. Ma vacci tu a lavorare”.