La resa che sa di condanna a morte
Israele, anche l’Onu si deve arrendere: a Gaza sospese le operazioni umanitarie, palestinesi senza cibo e medicine
Dopo il ritiro delle Nazioni unite per i bambini di Gaza aumenta il rischio della poliomielite: niente più medicine, aiuti e cibo
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Gaza, la resa dell’Onu. Una resa che sa di condanna a morte per 2,3 milioni di palestinesi, in grande maggioranza donne, bambini, adolescenti L’Onu è costretta a sospendere le operazioni umanitarie a Gaza. Lo ha comunicato un alto funzionario dell’organizzazione. L’alto funzionario Onu ha spiegato che le Nazioni unite sono state costrette a sospendere le operazioni umanitarie a Gaza a causa di un nuovo ordine di evacuazione israeliano su Deir al-Balah, nel centro del territorio palestinese.
Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas in ottobre, ha aggiunto, l’Onu ha dovuto talvolta “ritardare o mettere in pausa” le sue operazioni, “ma mai fino al punto di dire concretamente che non possiamo più fare nulla” come invece avviene ora, spiegando che le Nazioni unite hanno trasferito il loro principale comando operativo per la Striscia di Gaza e la maggior parte del personale a Deir al-Balah dopo che Israele aveva ordinato l’evacuazione di Rafah, nel sud. «Dove ci muoviamo ora?», ha chiesto il funzionario, aggiungendo che il personale Onu ha dovuto essere spostato così rapidamente che l’equipaggiamento è stato lasciato indietro. Non era mai avvenuto, neppure al tempo della guerra dei Sei giorni nel 1967 o quella del Kippur nel 1973.
Un rapporto dell’agenzia Onu per i diritti umani, pubblicato lunedì, dice che dall’inizio dell’invasione israeliana a oggi l’86% del territorio della Striscia è stato interessato almeno una volta da un ordine di evacuazione. Soltanto ad agosto l’esercito israeliano ha emanato nove ordini di evacuazione per la città di Khan Yunis e di Deir al-Balah, dove si trovano due grossi campi profughi, e per alcune aree nel nord della Striscia, costringendo 213mila persone a spostarsi in cerca di un luogo sicuro che, però, spesso non c’è. Già a giugno le principali autorità internazionali sulle crisi alimentari avevano lanciato l’allarme per un “alto rischio” di carestia a Gaza. Negli ultimi due mesi di fame continua e catastrofica, la situazione è precipitata: le agenzie Onu riferiscono che sono state in grado di consegnare solo la metà del cibo richiesto dalle 2,3 milioni di persone che vivono nella Striscia.
Alla carestia si aggiunge un rischio epidermico mai così elevato: con oltre 1,9 milioni di persone costrette a vivere in un territorio pari all’11% della totale dimensione della Striscia di Gaza, le condizioni igienico-sanitarie sono ormai a livelli disastrosi. Una condizione perfetta per la proliferazione di malattie infettive di ogni tipo e in particolare della poliomielite. La ricomparsa del virus a Gaza è il risultato diretto della distruzione delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie e delle restrizioni del governo israeliano su riparazioni e forniture. Insieme al sovraffollamento, allo sfollamento e a un sistema sanitario paralizzato, queste azioni hanno creato un ambiente favorevole alla diffusione del polivirus nella Striscia. Un gruppo di 20 organizzazioni umanitarie e 20 professionisti medici che hanno lavorato a Gaza hanno affermato che i vaccini antipolio sono nella regione, pronti per essere distribuiti ad agosto e settembre, ma ciò richiede pieno accesso alle forniture umanitarie a Gaza da tutti i valichi di frontiera, sicurezza e libera circolazione all’interno della Striscia.
Ciò può essere raggiunto solo con la fine immediata delle ostilità. «Ora che la poliomielite è confermata, la risposta deve essere misurata in ore, non in settimane. Senza un’azione immediata, un’intera generazione è a rischio di infezione e centinaia di bambini rischiano di affrontare la paralisi a causa di una malattia altamente trasmissibile che può essere prevenuta con un semplice vaccino», ha affermato Jeremy Stoner, direttore regionale di Save the Children per il Medio Oriente. «Questi bambini non hanno il lusso del tempo». La poliomielite, un virus che può causare paralisi irreversibili nel giro di poche ore, è particolarmente pericolosa per i bambini sotto i cinque anni, soprattutto a Gaza, dove alti tassi di malnutrizione e livelli altissimi di stress rendono i bambini più vulnerabili alle infezioni.