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Oussama morto nel Cpr di Potenza, l’ospedale smentisce le autorità: mai ricoverato prima del decesso

Oussama Darkaoui

Oussama Darkaoui

C’è qualcosa che non quadra sulla morte di Oussama Darkaoui, il 22enne marocchino trovato morto il 4 agosto scorso nel Cpr di di Palazzo San Gervasio in Basilicata, all’interno del Centro di permanenza per i rimpatri dove sono detenuti i migranti “irregolari” a cui non viene riconosciuto il diritto di restare in Italia perché provenienti da “Paesi sicuri” o perché è stata respinta la richiesta di protezione internazionale.

Ad oggi le cause della morte di Oussama non sono ancora note ma dopo il decesso la stampa, riportando informazioni basate su quanto riferito dalla direzione del Cpr, aveva fatto intendere che dietro la morte del 22enne ci sarebbe stato un suicidio: Ansa e altri siti aveva infatti riferito che nei giorni precedenti al decesso Oussama Darkaoui aveva compiuto atti di autolesionismo e tentato di suicidarsi ingerendo pezzi di vetro, e che per questo era stato ricoverato all’ospedale San Carlo di Potenza e dimesso alcuni giorni dopo.

Una ricostruzione che, in base a documenti esclusivi, viene smentita dal Corriere della Sera. In particolare in un documento datata 27 agosto della direzione del del San Carlo di Potenza si legge che “agli atti di questa Azienda, dalle verifiche esperite non risulta alcun ricovero e/o accesso in pronto soccorso e/o ambulatoriale inerente a Darkaoui Oussama nato in Marocco il 01.01.2002”.

Insomma, il 22enne non era lì per atti di autolesionismo, come riferito dalla direzione del Cpr che aveva così indirizzato i media. Non solo. Inizialmente anche l’identità di Oussama era stata comunicata in modo errato: si era parlato di un algerino di 19 anni di nome Belmaan Oussama.

Il Corriere ha aggiunto di aver provato a contattare la direttrice del Centro di permanenza migranti Catia Candido per avere un chiarimento, ma non ha voluto parlare col giornale perché “impegnata”.

Il decesso di Oussama Darkaoui aveva poi scatenato una rivolta tra gli altri migranti detenuti nel Cpr e la vicenda aveva ottenuto l’attenzione di parlamentari e associazioni: il 10 agosto c’era stata una ispezione al Cpr e la relazione finale aveva fatto emergere, come già in passato, i grossi problemi del Centro sia a livello strutturale che igienico.

Nei giorni scorsi la madre di Oussama Darkaoui, che si trova in Marocco, ha denunciato pubblicamente che il figlio sarebbe stato “picchiato selvaggiamente e poi trascinato via come un animale e abbandonato per terra”. A riferirglielo alcuni “compagni di prigionia” del figlio: “Dopo tutto questo, forse per farlo rinvenire, gli hanno fatto una iniezione endovenosa, che però gli è stata fatale: lo hanno visto scuotersi e morire lì, per terra, con la bava che gli fuoriusciva dalla bocca”, le sue parole al Corriere della Sera.

Il procuratore di Potenza, Francesco Curcio, ha spiegato che le indagini sono in corso e che non si esclude l’omicidio probabilmente colposo perché il giovane non sarebbe stato picchiato. Questo non esclude secondo i pm alcuna fattispecie di reato.

Oussama Darkaoui era finito nel Cpr lucano senza aver commesso alcun reato e senza precedenti penali: la sua unica colpa era non essere in possesso del permesso di soggiorno per il quale sua ziaHarmouch, a Sondrio, stava cercando di mettere insieme la documentazione necessaria