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Sinner dopo la vittoria a US Open: “Il tennis non è la vita, non sono perfetto e mai lo sarò”

"Vorrei spendere più tempo con le persone che amo però la vita non è sempre perfetta, purtroppo. Vorrei finire la carriera senza rimpianti, voglio potermi dire: hai dato tutto"

News - di Redazione Web

10 Settembre 2024 alle 11:44

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Jannik Sinner, of Italy, holds up the championship trophy after defeating Taylor Fritz, of the United States, in the men’s singles final of the U.S. Open tennis championships, Sunday, Sept. 8, 2024, in New York. (AP Photo/Julia Nikhinson)
Jannik Sinner, of Italy, holds up the championship trophy after defeating Taylor Fritz, of the United States, in the men’s singles final of the U.S. Open tennis championships, Sunday, Sept. 8, 2024, in New York. (AP Photo/Julia Nikhinson)

Jannik Sinner ha festeggiato la vittoria all’Open USA – il secondo torneo del grande Slam vinto in un anno dopo l’Australian Open a inizio 2024 – con la fidanzata Anna Kalinskaya, il suo team e un hamburger. “A New York è stato più difficile per le circostanze pre-torneo. La pressione qui era maggiore che in Australia, e sono contento di come l’ho gestita”. Ancora nella mente la vicenda Clostebol, che l’ha visto prosciolto dalle accuse di doping. Ha parlato di tutto questo in un’intervista a Il Corriere della Sera.

Tornerà a casa sua, in Alto Adige, dai genitori e dalla zia malata cui ha dedicato la vittoria a Flushing Meadows. “La dedica mi è venuta al momento: non sono uno che si prepara i discorsi, sono piuttosto istintivo. La zia era — cioè — è una persona molto importante per me. Da piccolo i miei lavoravano tutto il giorno e io trascorrevo molto tempo con mia zia: mi accompagnava alle gare di sci, passavamo l’estate insieme. Sono cose che mi fanno vedere lo sport in modo diverso: il tennis non è la vita. Non solo. Vorrei spendere più tempo con le persone che amo però la vita non è sempre perfetta, purtroppo”.

Dice di essere ancora sorpreso da quello che sta costruendo, a 23 anni. Ha risolto la pratica Fritz in tre set. “Non sono un tennista perfetto, e mai lo sarò. Avevo delle mancanze fisiche: ho cercato di compensarle in palestra. Per me la cosa importante è giocare a tennis, riposare bene, lavorare per migliorarmi. Vorrei finire la carriera senza rimpianti, voglio potermi dire: hai fatto tutto il possibile, hai dato tutto. I risultati, in fondo, sono la conseguenza dell’impegno che metti in allenamento”.

Si è mostrato cauto nel parlare della sua rivalità con Carlos Alcáraz, il tennista spagnolo terzo nel ranking che lo ha battuto a Roland Garros, in Francia: “Aspettiamo a dire che è iniziata l’era dei Big Two: una stagione non basta. Sono contento di fare parte di questo potenziale chissà-cosa ma non puoi mai sapere cosa succede, ci sono tanti giocatori che possono fare bene”. Ha riconosciuto che comunque si migliorano a vicenda, come nelle grandi rivalità dello sport mondiale di tutti i tempi.

10 Settembre 2024

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