Non è servita una versione “al 100%” di Kamala Harris per avere la meglio su Donald Trump. Il dibattito televisivo tenuto nella notte italiana tra i due candidati alla Casa Bianca ha visto infatti l’attuale vicepresidente uscire meglio del tycoon candidato dei Repubblicani, apparso più volte in difficoltà nei 90 minuti di confronto faccia a faccia.
Le bugie e i problemi di Trump
Ospitato dalla Abc, il dibattito ha visto un Trump particolarmente aggressivo sui temi che in teoria lo vedevano partire da una posizione di vantaggio: dall’immigrazione all’economia, fino alla politica estera.
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Invece anche qui l’ex presidente non ha sfondato e per ben due volte è stato richiamato da David Muir e Linsey Davis, i due moderatori del dibattito, per le balle riferite in diretta.
Una prima volta ha infatti dichiarato che vi siano Stati negli Usa dove è possibile abortire “dopo la nascita”, quindi ha ripetuto una fake news emersa nei giorni scorsi nei circuiti dell’estrema destra secondo cui gli immigrati haitiani mangiano “cani, gatti e gli animali domestici” degli statunitensi a Springfield, in Ohio.
Inoltre, a quattro anni di distanza dai fatti, Trump ha ribadito ancora una volta di non aver perso le elezioni del 2020 e minimizzato l’assalto al Congresso dei suoi supporter il 6 gennaio 2021: Trump ha detto che quel giorno non ha incitato la folla repubblicana ad attaccare il Campidoglio e che “la sicurezza non era mia responsabilità”.
Sulla politica estera è stato a dir poco vago sui suoi rapporti con Vladimir Putin: si è rifiutato di dire che spera che l’Ucraina vinca la guerra contro la Russia e ha espresso ammirazione per il primo ministro ungherese Viktor Orban.
Come è andata Kamala Harris
La “marxista” Kamala Harris, come l’ha definita nel dibattito Trump, è riuscita a difendersi bene sui temi più roventi. La vicepresidente è infatti riuscita a rivendicare alcuni successi dell’amministrazione Biden, ma allo stesso tempo ha più volte richiamato il suo sfidante, ricordandogli quando Trump attaccava il presidente che è lei la candidate dei Democratici, non Biden.
Harris ha inoltre colpito Trump in un suo punto debole, il suo ego ipertrofico. Il tycoon ha infatti abboccato alle trappole della sua avversaria: quando Trump l’ha attaccata sulla gestione dei migranti al confine, Harris ha sviato il discorso parlando dei comizi flop del rivale, con la gente “annoiata” che va via prima della fine. Anziché continuare ad attaccarla sull’immigrazione, Trump ha preso le accuse sul personale uscendo fuori dallo spartito.
Sulla guerra in Medio Oriente tra Hamas e Israele, la posizione di Harris è quella di Biden: cessate il fuoco tra le parti col rilascio degli ostaggi e soluzione dei due Stati.
Trump nel dibattito ha invece sostenuto che la vicepresidente “odia Israele”, ricordando che si è “rifiutata di andare al Congresso quando c’era Netanyahu. Israele non esisterà tra due anni se lei è presidente”.
Il leitmotiv di Harris è stato quello di mettere a confronto le previsioni funeste di Trump, che ha parlato più volte di un’America in declino, con una in cui il Paese è pronto a “spiccare il volo”, dall’economia ai rapporti internazionali.
Non ha mancato ovviamente di attaccare Trump, ricordando i suoi problemi con la giustizia e accusandolo di essere amico di dittatori come Vladimir Putin e Kim Jong Un, che “fanno il tifo per lui perché lo possono manipolare” e ricordando come se lui fosse alla Casa Bianca “Putin sarebbe seduto a Kiev con gli occhi puntati sull’Europa”.
“Non sono né Biden né Trump, sono la leader di una nuova generazione. E’ il momento di voltare pagina da questa politica del risentimento. Il mio piano è una nuova strada per il futuro”, è stato il suo messaggio finale agli elettori.
Chi ha vinto il dibattito
Messaggio che sembra essere arrivato, chiaro e forte. La sensazione che Harris sia andata meglio di Trump è stata confermata dal sondaggio realizzato dalla Cnn subito dopo la fine del dibattito: per il 63% degli intervistati è stata la vicepresidente a prevalere, contro il 37% che ha assegnato la vittoria a Trump.
Al momento non è certo che si terrà un secondo dibattito: Harris si è già detta pronta, Trump al contrario sta tergiversando, nel post-dibattito ha detto ai reporter che la sua sfidante ne vuole un secondo perché “stasera ha perso”.
L’endorsement di Taylor Swift
Al termine del dibattito per Kamala Harris è poi arrivata una nuova buona notizia. Taylor Swift, la più nota cantante statunitense e star della musica capace di smuovere milioni di persone nel mondo con i suoi tour, ha annunciato pubblicamente il suo endorsement per la candidata Democratica.
In un post su Instagram Swift ha detto di essersi preoccupata dopo aver visto le immagini generate con l’intelligenza artificiale, ricondivise dagli account di Trump, che lasciavano falsamente intendere che avrebbe votato per lui, e di aver deciso allora di “combattere la disinformazione con la verità”.
Swift ha detto che voterà per Harris perché è “una leader dotata di fermezza e di talento e penso che possiamo ottenere molto di più in questo paese se siamo guidati dalla calma e non dal caos”. Un post in cui si è fermata “Childless Cat Lady”, ovvero “gattara senza figli”: un riferimento ad una frase del 2021 pronunciata da JD Vance, candidato Repubblicano alla vicepresidenza, che aveva detto che gli Stati Uniti erano governati da “un gruppo di gattare senza figli” che “non sono soddisfatte della propria vita e delle scelte che hanno fatto, e vogliono rendere il resto del paese ugualmente infelice”.