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Stellantis, la mail agli operai Maserati in cassa integrazione è un affronto: “Per te a prezzo speciale”

Stellantis, la mail agli operai Maserati in cassa integrazione è un affronto: “Per te a prezzo speciale”

Una iniziativa che appare come una presa in giro per chi da tempo ormai è finito nel dimenticatoio, costretto a barcamenarsi tra cassa integrazione e contratti di solidarietà, col rischio che la fabbrica in cui “lavora” cessi di esistere.

Stellantis, il gruppo franco-italiano nato nel 2021 dalla fusione tra PSA (l’ex Peugeot-Citröen) ed FCA (la Fiat-Chrysler di cui è principale azionista la famiglia Elkann-Agnelli) nei giorni scorsi ha inviato ai propri dipendenti italiani una mail promozionale in cui si offrono condizioni speciali per l’acquisto di vetture Maserati.

Chi è appassionato di motori sa che Maserati è un marchio di lusso, noto per le sue berline di grande pregio e per le supercar: non a caso il listino prezzi di una Maserati difficilmente scende sotto i 100mila euro.

Il testo della mail recita così: “Caro/a collega, siamo lieti di annunciarti che dal mese di settembre avrai la possibilità di acquistare una nuova vettura Maserati a condizioni dedicate a te, ai tuoi familiari e ai tuoi amici. La nostra straordinaria gamma ti aspetta!”.

Una mail che hanno ricevuto migliaia di operai italiani che, ovviamente, non hanno alcuna possibilità dal punto di vista economico anche solo di pensare all’acquisto di una Maserata: Stellantis da tempo ormai ha ridotto gli investimenti negli stabilimenti italiani.

Non a caso il commento che fa Giacomo Zulianiello, delegato Fiom e operaio a Mirafiori, la fabbrica di Torino dove c’è parte della produzione Maserati, è laconico: “Non so ridere o se piangere – dice al Corriere di Torino – io in cassa integrazione guadagno 1.180 euro al mese, e queste vetture costano tra 80 e 200mila euro. Neanche se accetto l’invito dell’azienda di andare a lavorare come trasfertista in Polonia potrei permettermele”.

La situazione di Stellantis in Italia rischia di esplodere a livello occupazionale: nonostante i continui aiuti pubblici di cui il gruppo continua a beneficiare, dalla cassa integrazione agli incentivi auto, le vetture prodotte in Italia sono in costante riduzione (a inizio 2024 Stellantis aveva promesso di arrivare ad un milioni di veicoli prodotti, numero ormai irrealistico), così come gli operai attivi nei vari stabilimenti, alcuni già chiusi e venduti.

Una vicenda che ha avuto, proprio a livello politico, commenti al vetriolo. Per Carlo Calenda, il leader di Azione che da tempo ormai porta avanti una “battaglia” contro i vertici di Stellantis e contro il governo per i rapporti con la società, l’ultima trovata dell’azienda “rappresenta non solo un insulto ma anche la dimostrazione che è un’azienda allo sbando e che Maserati versa in condizioni pietose. Ora basta. Meloni deve convocare Elkann e Tavares a Palazzo Chigi”, chiede l’ex ministro dello Sviluppo economico.

Il vicepresidente di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, ha annunciato che il partito chiederà “anche a difesa della dignità di chi lavora, una informativa del ministro Urso perché non accettiamo questa prepotenza”.

Secondo la vicepresidente del Movimento 5 Stelle, l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, bisogna “invertire presto la rotta o ci troveremo davanti a uno squarcio sociale ormai irreparabile. Proprio per questo ho proposto, alla costituente M5S e in una pdl che depositerò, di adottare la ‘regola Olivetti‘ per cui un top manager non possa guadagnare piu’ di 10 volte quanto guadagna un suo dipendente”.