A 86 anni

È morto Alberto Fujimori: ex presidente autoritario del Perù, condannato per corruzione e crimini contro l’umanità

Era malato da tempo. Figlio di immigrati giapponesi, governò il Paese sudamericano con pugno di ferro, è stato condannato per corruzione, abuso di potere e violazione dei diritti umani

Esteri - di Redazione Web

12 Settembre 2024 alle 13:55

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FILE – Former Peru’s President Alberto Fujimori waves at his home in Santiago after leaving the academy for the training of corrections officers in Santiago, Chile, May 18, 2006. His daughter Keiko Fujimori announced in a post on X that he died of cancer on Wednesday, September 11, 2024. (AP Photo/Claudio Santana, File) Associated Press/LaPresse
FILE – Former Peru’s President Alberto Fujimori waves at his home in Santiago after leaving the academy for the training of corrections officers in Santiago, Chile, May 18, 2006. His daughter Keiko Fujimori announced in a post on X that he died of cancer on Wednesday, September 11, 2024. (AP Photo/Claudio Santana, File) Associated Press/LaPresse

A 86 anni è morto l’ex Presidente del Perù Alberto Fujimori. A dare la notizia in un comunicato i familiari di “El Chino”, così soprannominato per i suoi tratti somatici come succede spesso in Sudamerica, anche se era di origini giapponesi. Ha governato il Perù con pugno di ferro tra il 1990 e il 2000. Una guida autoritaria tra riforme economiche e massacri per le quali venne condannato a 25 anni di carcere per crimini contro l’umanità. Lima ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale.

Fujimori era malato da tempo. “Dopo una lunga battaglia contro il cancro – si legge nella nota diffusa dalla famiglia – nostro padre Alberto Fujimori è appena partito per incontrare il Signore.  Chiediamo a chi lo ha apprezzato di accompagnarci con una preghiera per il riposo eterno della sua anima. Grazie mille papà! Keiko, Hiro, Sachie e Kenji Fujimori”, si legge nel messaggio pubblicato dai familiari”. La figlia Keiko è leader dell’opposizione peruviana.

Chi era Alberto Fujimori

L’ex Presidente era figlio di immigrati giapponesi, nato a Lima il 28 luglio 1938. Fu eletto la prima volta nel 1990, quando vinse il ballottaggio contro il Premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa. Erano gli anni del movimento rivoluzionario Tupac Amaru (MRTA) e degli attentati del gruppo leninista marxista Sendero Luminoso. Governò per decreto dal 1992 dopo aver sciolto il Parlamento. Represse con violenza i movimenti di sinistra, una campagna che secondo alcune stime arrivò a quasi 70mila vittime.

Per i massacri di Barrios Altos e La Cantuta, commessi dal gruppo Colina, distaccamento dell’esercito voluto dallo stesso Fujimori per combattere Sendero Luminoso, fu condannato a 25 anni per crimini contro l’umanità. A Barrios Altos lo squadrone uccise 15 persone compreso un bambino di otto anni. A Cantuta nove studenti e un professore dell’università furono rapiti, torturati e uccisi. Fujimori diede anche il via libera all’operazione militare nella residenza dell’ambasciata giapponese a Lima, dove l’MRTA teneva in ostaggio 72 persone da 126 giorni. Morirono 14 membri del gruppo, un prigioniero e due operatori di soccorso.

Gli ultimi anni di vita e le condanne di Fujimori

Fujimori si candidò anche nel 2000, dopo due mandati, nonostante il limite costituzionale. Fu rieletto ma lo stesso anno fu costretto a dimettersi per le accuse di corruzione che coinvolsero i servizi segreti. Scappò in Giappone, diede le dimissioni e si rifugiò in Cile. Estradato nel 2007, fu condannato due anni dopo, scarcerato nel 2017 dopo la grazia ricevuta dal presidente Pedro Pablo Kuczynski, di nuovo incarcerato nel 2019.

I suoi ultimi anni li aveva passati dunque al centro di una lunga vicenda giudiziaria, era stato condannato per corruzione, abuso di potere e violazione dei diritti umani. Reati contestati commessi tutti durante i suoi mandati da presidente. Fujimori ha scontato 16 anni di carcere, è stato rilasciato lo scorso dicembre dalla Corte Costituzionale peruviana “per motivi umanitari” nonostante l’opposizione della Corte Interamericana di Giustizia.

12 Settembre 2024

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