“Rivolgiamo questo nostro Appello a tutte quelle persone, reti, associazioni, e partiti politici che, come noi, credono che non si possa più aspettare per cambiare la legge sulla cittadinanza”. Inizia così l’Appello delle associazioni dei nuovi italiani per il sostegno al referendum che chiede di cambiare la legge 1992 accorciando da 10 a 5 gli anni di legale e continuativa permanenza in Italia per poter chiedere la cittadinanza per se stessi e per i propri figli minorenni.
“Siamo italiane e italiani – scrivono il Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane, il Movimento Italiani Senza Cittadinanza, IDEM Network e DallaParteGiustadellaStoria –ancora oggi, privi di un diritto che spetta anche a noi: quello di vederci riconosciuta la cittadinanza italiana. Quella che ci siamo cuciti addosso frequentando la scuola, quella che fa affiorare una gelosia paziente se qualcuno critica il nostro Paese, quella che ci rende accaniti tifosi quando a stare in campo è uno di noi con indosso la scritta ‘Italia’”. “Perché fondamentalmente – proseguono – l’Italia è casa nostra e nessuno può additarci di esser ospiti abusivi. Nessuno può guardare sotto la nostra pelle per dichiarare quanto siamo ‘diversi’ da un’idea di italianità che guarda solo ed esclusivamente al passato. Noi siamo le figlie e i figli di una storia iniziata anni fa, ma che oggi non può continuare a ignorare la nostra presenza”.
“Quanti ‘no’ – si legge ancora nel testo – si possono sopportare in una vita? Noi di certo, nati e/o cresciuti qui, ne sentiamo continuamente quando chiediamo di essere riconosciuti come italiane e italiani. E quanti ‘silenzi’ di fronte ad una possibile azione comune si possono presentare? Anche di quelli ne abbiamo vissuti in attesa che il miracolo si compiesse. Ma siamo ancora qui in attesa che in Parlamento si decida di prendere in mano la nostra vita, senza addossarci la responsabilità di passare davanti a qualche altra questione definita ‘priorità’. Sono sempre risposte di comodo quelle a cui ci siamo abituati. Sono sempre alibi quelli che tengono ingiustamente ancorata un’intera generazione ad una parola: stranieri. Ma noi non lo siamo, non si può essere stranieri per sempre. Italiani si nasce. Certo! Italiani si diventa. Chiaro! Italiani si cresce. Evidente!”.
“Con la vostra firma potete dire Sì all’Italia che riconosce tutti i suoi figli e tutte le sue figlie. Entro il 30 settembre, dobbiamo raccogliere 500mila firme online per indire il #ReferendumCittadinanza. Vi chiediamo di sostenere con convinzione e senza titubanze”. “Come ci ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a casa propria nessuno è straniero. La proposta referendaria non sostituisce l’importanza del dibattito parlamentare, ma è un punto di partenza necessario per una nuova legge sulla cittadinanza, più attuale e inclusiva, in una sola parola: giusta. Siamo consapevoli che, troppe volte, alla politica è mancato il coraggio di andare fino in fondo e che i tentativi di iniziativa parlamentare si sono spesso esauriti senza risultati concreti. Ma ora abbiamo, insieme, l’opportunità di dimostrare che un’Italia più unita, più libera e giusta è possibile. L’Italia è già cambiata, ora cambiamo la legge”.