Nervi tesi al centro
Enrico Costa lascia Azione, strappo con Calenda su garantismo e “campo largo”: pronto il rientro in Forza Italia
Luigi Marattin in Italia Viva, Enrico Costa in Azione. I tentativi, per niente definitivi e facili, di costituire quel “campo largo” delle opposizioni per sfidare la destra al governo, lascia per strada strappi e risse verbali.
Dopo l’addio polemico di Marattin al partito di Matteo Renzi, oggi è stato il turno di Enrico Costa, responsabile giustizia di Azione e già vicesegretario del partito di Carlo Calenda, carica che ha lasciato nel luglio scorso.
Costa ha infatti confermato di aver incontrato nella giornata di venerdì 13 settembre Antonio Tajani, leader di Forza Italia: proprio un ritorno tra gli Azzurri, partito in cui Costa ha lungamente militato prima dell’approdo in Azione, è una delle possibilità in campo.
Lo strappo con Calenda e con i “quasi compagni” di “campo largo” verte proprio sulla giustizia, o per meglio dire sul tasso di garantismo di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e AVS.
La proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso è il probabile supporto di Azione alla candidatura unitaria del centrosinistra di Andrea Orlando in Liguria. L’ex ministro della Giustizia Dem sul tema ha idee distanti da quelle di Costa: non a caso questa estate era in piazza a protestare con le altre opposizioni per chiedere le dimissioni di Giovanni Toti da governatore perché sotto indagine.
C’è poi una questione di collocamento politico. “Se in tre regioni al voto su tre Azione si schiera con il campo largo, è difficile definirla ‘terza’ e al centro” quindi “da liberale, che ha ottenuto, insieme ad Azione e a Calenda, tanti risultati garantisti sulla giustizia (contrastati dal campo largo), non condivido, ma rispetto questo percorso, che non seguirò. Di certo proseguirò le mie battaglie garantiste con la stessa intensità e passione”, spiega Costa all’Ansa.
Parole che hanno infastidito non poco Azione. Il partito di Calenda ha replicato stizzito a quello che a questo punto può essere considerato suo ex parlamentare. “Lo ringraziamo per il lavoro svolto e gli auguriamo buona strada nella destra italiana, che tuttavia ci sembra molto lontana dalla sua sensibilità garantista, avendo varato una quantità di nuovi reati che non ha precedenti nella storia repubblicana”, è il messaggio che arriva dal partito.
Ma l’elenco delle uscite da Azione potrebbe non limitarsi a Costa. Altra esponente del partito che da tempo sta manifestando un certo “malessere” per le scelte intraprese da Calenda è Mariastella Gelmini, senatrice e portavoce di Azione, anche lei come Costa con un lungo passato in Forza Italia.
“Ho manifestato da tempo il mio disagio per alcune scelte fatte da Azione, in primis quella di sostenere il campo largo in Liguria e in altre due Regioni”, spiega Gelmini all’Ansa. L’ex ministra dell’Istruzione dice di non aver preso “alcuna decisione”, ma di aver chiesto a Carlo Calenda “un incontro, dovremmo vederci martedì prossimo”.