Street Art da record

Murales di Maradona a Napoli ai Quartieri Spagnoli, quando è stato fatto: come arrivare e la storia della finestra sul viso di Diego. La leggenda e i tanti cimeli

È diventato il monumento, il sito turistico, più visitato in Italia dopo il Colosseo: le origini del mito e come è nato il culto di D10S

Cultura - di Andrea Aversa

16 Settembre 2024 alle 13:17

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Murales di Maradona a Napoli ai Quartieri Spagnoli, quando è stato fatto: come arrivare e la storia della finestra sul viso di Diego. La leggenda e i tanti cimeli

Tutto cominciò nell’aprile 1990, nel cuore dei Quartieri Spagnoli di Napoli. A quei tempi nessuno avrebbe potuto immaginare che 32 anni dopo il murale dedicato a Diego Armando Maradona sarebbe diventato una famosa meta turistica. L’opera nacque per rendere memorabile la vittoria del secondo scudetto del Napoli che avvenne proprio in quei giorni. I promotori dell’iniziativa furono i tifosi del gruppo ultras ‘Teste matte’. L’amore che il tifo organizzato partenopeo provava per Maradona, spinse Antonio Esposito detto ‘Bostik’, perché da ragazzino aveva sempre un pallone incollato ai piedi, a chiedere al giovane artista Mario Filardi di realizzare un murale dedicato a El Pibe de Oro. Filardi, deceduto prematuramente, era uno street artist autodidatta, conosciuto nel quartiere perché bravo a fare tatuaggi. Così fu realizzata l’opera, uno dei primi murales di quelle dimensioni ad essere apparso sulla facciata di un palazzo.

Quando è stato fatto il murales di Maradona ai Quartieri Spagnoli di Napoli

Nel 2016, 26 anni dopo la sua nascita, il murale di Maradona versava in condizioni critiche: la vernice era scrostata dal muro, il volto irriconoscibile e i colori totalmente sbiaditi. Così Salvatore Iodice, artista del riciclo e restauratore, chiese e ottenne il permesso di poter restaurare l’opera di Filardi. “Grazie alla famiglia di Mario ho avuto la possibilità di accedere a fotografie e bozze dell’opera originale”. È stato un lavoro rapido ma molto intenso e impegnativo: “Ho impiegato due giorni – ha detto Iodice – ed ho scoperto alcuni particolari dell’opera. Ad esempio il pezzo di vetro che riproduce l’orecchino che portava Maradona, fu dato a Mario da una signora che abita qui vicino”.

La storia del murales di Maradona ai Quartieri Spagnoli di Napoli

Un giorno sul murale era spuntata una finestra che aveva sfregiato il volto di Maradona. Nel quartiere girava la voce che fosse una finestra abusiva. Ecco allora trovato il rimedio. “Durante il restauro ho installato un pannello di legno – ha spiegato Iodicein modo tale da poter recuperare i lineamenti del viso di Diego”. Nella casa con quella finestra abita un salumiere della zona, Ciro Vitiello: “Quando sono andato ad abitare in quell’appartamento la finestra già c’era – ha raccontato – e il murale era già rovinato. Ma poiché sono un grande tifoso del Napoli e amo Maradona, non potevo oppormi al restauro”. Da quel giorno Ciro si affaccia sul volto di ‘D10S’ e da quella finestra oggi può guardare un quartiere diverso: “È emozionante osservare le tante persone che vengono qui da ogni parte d’Italia e del mondo per ammirare il murale”.

La finestra sul volto di Diego e il culto di D10S

Non è mancato chi gli ha chiesto di scattare una foto particolare: “Un giorno un ragazzo di Brescia ha voluto fare una fotografia affacciato alla finestra. Voleva essere immortalato mentre si sporgeva sul viso di Maradona”. A completare il murale così come lo vediamo oggi ci ha pensato l’artista argentino Francisco Bosoletti, al quale fu chiesto di rendere il viso di Maradona più naturale. Poi, il gruppo di amici e tifosi ha dato una ripulita all’intero spazio, oggi noto come ‘Largo Diego Armando Maradona’, rendendolo più accogliente: “Qui c’era una discarica – ha detto ‘Bostik’ – ma grazie alla nostra iniziativa ora c’è una realtà famosa in tutto il mondo”. Un altro ‘miracolo’ di Maradona: il suo murale è diventato il simbolo di una piccola rinascita del quartiere.

Un sito turistico da record

Non pensavo di aver dato il via ad un fenomeno destinato a cambiare la vita di questa zona”, ha osservato Iodice. L’improvvisa scomparsa del campione ha fatto il resto. Da quel 25 novembre 2020 questo è diventato un luogo di grande attrazione turistica. L’opera dedicata a El Pibe de Oro è la dimostrazione di quanto la cultura possa fare tanto per il sociale: “L’arte è un generatore di positività. Un luogo ha bisogno di essere guardato per essere raccontato – ha spiegato Iodiceed è questo il fenomeno provocato da Diego e dall’opera a lui dedicata”.

Le visite più importanti

Qui sono arrivati personaggi come Bruno Conti, campione del mondo nel 1982, con un’enorme corona di fiori, Daniele Adani, ex calciatore ed oggi commentatore televisivo che si è inginocchiato a pregare sotto la pioggia, e Dalma Maradona, figlia del campione argentino, commossa di come i napoletani continuino ad amare il papà scomparso. Sono le tre persone che ‘Bostik’ ha ricordato con più affetto. Tanti altri, personaggi famosi e semplici tifosi, da quel 25 novembre di due anni fa, sono passati e continuano a passare davanti al murale per rendere omaggio a El Pibe de Oro. Un vero e proprio pellegrinaggio che ha reso ‘Largo Diego Armando Maradona’ un luogo di culto.

I tanti cimeli come reliquie

Lo spazio è stato impreziosito anche dalla miriade di oggetti lasciati dentro e fuori l’altarino dedicato a D10S. “Ci sono sciarpe e magliette di squadre di ogni nazionalità e categoria – ha raccontato ‘Bostik’ – ma ci sono anche fotografie, dediche e targhe”. Proprio ad una di queste il ‘custode’ del murale è particolarmente legato: “L’hanno portata i tifosi del Boca Juniors dall’Argentina. È stata la squadra in cui ha giocato Maradona prima di venire in Europa”. Due invece le ‘reliquie’ particolarmente significative: un pallone di marmo dal peso di 60 chili realizzato da un artista napoletano e la chitarra donata dal musicista Maurizio Affuso.

La leggenda

Ma la leggenda narra che la visita più importante al murale ci sia stata proprio nel 1990, di notte, naturalmente per evitare la passione travolgente dei tifosi napoletani: quella dello stesso Diego Armando Maradona. Ora il sogno degli abitanti del quartiere è quello di rendere pedonale il vicoletto del murale e far diventare l’opera un bene culturale. Ormai ‘Largo Diego Armando Maradona’ è un museo a cielo aperto. Al campione argentino sono state dedicate due statue e una di queste è stata sistemata all’interno dello stadio che dopo la sua scomparsa porta il suo nome. Ma il murale dei Quartieri Spagnoli è diventato il luogo più popolare ed accessibile per accogliere coloro che hanno voluto e vorranno omaggiare Maradona.

16 Settembre 2024

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