Il voto al Parlamento
Europa con l’elmetto: via libera all’uso delle armi a lungo raggio all’Ucraina, Tajani contrario: “Noi non siamo in guerra con la Russia”
La risoluzione per consentire all'Ucraina di "esercitare pienamente il suo diritto all’autodifesa”. Sollecitata la corsa agli armamenti. Le posizioni dei partiti italiani
News - di Redazione Web
Via libera del Parlamento Europeo all’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina a obiettivi militari in territorio russo. 425 voti a favore, 131 contrari e 63 astenuti. L’aula di Strasburgo ha chiesto agli Stati membri di consentire all’Ucraina di “esercitare pienamente il suo diritto all’autodifesa”, revocando “immediatamente” le restrizioni sulle armi consegnate a Kiev. “Noi non siamo in guerra con la Russia”, ha dichiarato Antonio Tajani, leader di Forza Italia e ministro degli Esteri oltre vice primo ministro.
La questione tiene banco da tempo, dalle sollecitazioni del segretario della NATO Jens Stoltenberg dello scorso maggio. L’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri Josep Borrell ha definito “ridicola” la posizione contraria del ministro degli Esteri italiano Tajani. Al via libera sull’uso delle armi contro la Russia soltanto sette italiani hanno votato a favore. Ruggero Razza e Lara Magoni di Fratelli d’Italia (FdI), Giuseppina Princi, Massimiliano Salini e Marco Falcone di Forza Italia, Elisabetta Gualmini e Pina Picierno del Partito Democratico.
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Contraria quasi per intero la delegazione di Fratelli d’Italia e la Lega per intero. Spaccata in due Forza Italia con Caterina Chinnici, Salvatore De Meo e Flavio Tosi contro la revoca alle restrizioni. Frammentata anche la delegazione del Partito Democratico mentre il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra ha votato compatta contrariamente alla risoluzione. Il pentastellato Della Valle ha definito la risoluzione “un invito alla guerra”. La delegazione dei Verdi ha spiegato l’opposizione in quanto “ostinatamente volta a perseguire la vittoria militare ad ogni costo senza realmente affrontare il tema dei negoziati di pace”.
“Sono favorevole a una conferenza di pace alla quale, come ha detto lo stesso Zelensky, dovrebbe partecipare la Federazione russa e anche la Repubblica popolare cinese. Ritengo però che la Russia debba presentarsi alla conferenza non con la soluzione – resa o sconfitta dell’Ucraina – perché altrimenti non sarebbe un accordo di pace”, ha dichiarato Tajani in conferenza stampa con il il leader del Partito popolare spagnolo (Pp) Alberto Nunez Feijòo alla Stampa Estera a Roma.
Il paragrafo 8 della risoluzione sul sostegno all’Ucraina “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”. La risoluzione non è vincolante e sottolinea che “le forniture insufficienti di munizioni e le restrizioni sul loro uso rischiano di annullare l’impatto degli sforzi compiuti finora e deplora la diminuzione del volume degli aiuti militari bilaterali all’Ucraina da parte dei Paesi dell’Ue”.
Altro invito agli Stati membri è quello di rispettare l’impegno assunto nel marzo del 2023 di consegnare all’Ucraina un milione di munizioni e di velocizzare la consegna di armi, sistemi di difesa aerea e munizioni, compresi i missili Taurus. La risoluzione sollecita i Paesi membri a “mantenere ed estendere la politica di sanzioni Ue contro la Russia, la Bielorussia e i Paesi e le entità non appartenenti all’Ue che forniscono alla Russia tecnologie militari e a doppio uso”. Condanna per la vendita di missili balistici dell’Iran alla Russia e al tempo stesso sollecitato un rafforzamento delle sanzioni contro Teheran e la Corea del Nord.