Ora le nazioni europee devono congiungersi non con l’unità materiale del dominio, ma col principio morale della eguaglianza e della libertà.
(C. Cattaneo)
“Invita gli Stati a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”: così recita il punto 8 della risoluzione approvata dal Parlamento Europeo il 19 settembre. Il testo era proposto congiuntamente da Ppe, Socialisti- Democratici, Renews, Verdi, Ecr: significa che al blocco conservatore si era unita la “sinistra” (?) riformista, compresa quella italiana. La maggior parte dei deputati del Pd – tranne Pina Picierno e Elisabetta Gualmini, che hanno espresso voto favorevole – ha votato contro il punto 8 (approvato a larga maggioranza), ma poi, alla fine, ha votato compattamente l’intera risoluzione, compreso… il punto 8, che avevano respinto!
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È stata schizofrenia? Opportunismo? Miopia? Incapacità di valutare le conseguenze? Nell’insieme qualcosa di peggio: la perdita della capacità di indicare il cessate il fuoco, il negoziato, la ricerca tenace della pace, al posto della prosecuzione della guerra catastrofica, che ha già prodotto più di un milione di morti (oltre a devastazioni inenarrabili), secondo la valutazione del Wall Street Journal. Di fronte a un fatto così rilevante, come questo voto a Strasburgo, è giunto il momento di chiamare le cose con il proprio nome: una “sinistra”, che non si propone di costruire l’alternativa all’esistente, non è più sinistra, e facilmente si trasforma in forza di complemento degli schieramenti conservatori, come è lampante in questo caso.
La maggior parte degli europarlamentari italiani ha votato a favore della risoluzione, mentre si sono schierati contro i 5Stelle, Avs e Lega. Non è paradossale che su una questione così dirimente il Pd si faccia scavalcare dalla Lega? L’imbarazzo dei giornaloni è tale da indurli a presentare fischi per fiaschi… Esempio, titolo del 20 settembre di Repubblica: “Sì dell’europarlamento all’uso delle armi in Russia. Gli italiani divisi votano no”. Balle: come si è visto hanno votato sì in maggioranza. Ora: è vero che la risoluzione in questione è un “invito” agli Stati membri non vincolante. Ma non c’è da stare allegri lo stesso. Il pronunciamento rende l’Europa più realista del re, nel senso che l’Amministrazione americana non ha ancora sciolto la riserva circa l’uso ucraino delle armi a lungo raggio, fornite dalla Nato, in territorio russo. La decisione europea non finirà con… l’oliare una analoga posizione statunitense? Se ciò avvenisse, il serio pericolo sarebbe che la guerra Russia-Ucraina-Usa-Nato compirebbe un salto di qualità inedito, perché diventerebbe sfida armata diretta fra Occidente e Oriente, dalle conseguenze rischiosissime.
A caldo il presidente della Duma russa, Viaceslav Volodin, ha dichiarato che l’approvazione della risoluzione europea “conduce verso una guerra mondiale con armi nucleari”. Eventualità agghiacciante, proprio perché plausibile e, a colpire, è in primo luogo proprio la “naturalezza” con cui si concepisce e si paventa una tale prospettiva. Così la spada di Damocle dello sterminio nucleare torna a minacciare il presente e il futuro umano. È questo l’esito distruttivo verso cui ci spingono i… cervelli fini… di Strasburgo che, ormai, stanno alla politica come delle amebe rispetto a un’astronave. Se si facesse un referendum tra i cittadini europei, credo che la maggioranza si pronuncerebbe contro la guerra, per l’immediato cessate il fuoco (sia in Ucraina che in Palestina) e l’avvio dei negoziati di pace.
Una divaricazione crescente sembra incunearsi fra i governanti occidentali e i loro popoli: Macron continua a fare il presidente sebbene il suo partito si sia sfarinato nelle recenti elezioni politiche; Scholz e i verdi tedeschi (pure questi hanno votato la risoluzione europea) vengono ridotti ai minimi termini dall’avanzata dell’estrema destra, incapaci di trarne le conseguenze. La politica ridotta alla simulazione, e alla pura conservazione di un potere che non sa più legittimarsi. E ha bisogno della guerra come arma di distrazione e di distruzione di massa. Mentre il Parlamento Europeo votava per la guerra, Jens Stoltenberg, nel suo ultimo discorso da segretario generale della Nato, ammoniva che il 2 per cento del Pil per la Difesa “non è più sufficiente a garantire la sicurezza”. Ovvero: le armi non bastano mai. Anche perché chi le produce guadagna molto. Dobbiamo resistere a questa follia di allucinazioni. Poiché la guerra produce solo distruzione, ognuno di noi ha un dovere: costruiamo, in tutte le forme possibili, una coscienza di pace.