I 90 anni dell'artista
Ornella Vanoni, festeggiare 90 anni come un attimo senza fine: gli auguri e per regalo il duetto con Elodie
Il compleanno lo festeggia insieme a Elodie, con una nuova versione di “Ti voglio”. Alle sue spalle 70 anni di musica, liti, irriverenza. L’amore fanciullo per Strehler, quello folle per Paoli, quello matto per la musica
Spettacoli - di Graziella Balestrieri
Li festeggerà con un nuovo singolo, i suoi anni, i suoi novant’anni straordinariamente indossati come se indossasse da sempre, sopra una pelliccia e sotto un pigiama di seta e sotto ai piedi, ciabattone comode con cui calpestare le insidie della vita. Con classe, effervescenza e naturalezza, come solo lei da sempre sa fare. Li festeggerà insieme ad Elodie e Ditonellapiaga, con l’uscita di una nuova versione del suo brano Ti voglio, perché Ornella Vanoni è così: sofisticata ma accogliente, curiosa dei giovani, di questa generazione che a molti appare sgangherata, a lei no …e come potrebbe lei? Lei che giovane e scandalosa lo è stata in quei tempi, come potrebbe non attorniarsi di giovani che la venerano? Sono Novant’anni per Ornella Vanoni, novant’anni di una carriera straordinaria, che ancora continua.
Ma no, Ornella Vanoni non è una sola, deve essere considerata un’artista straordinariamente multipla, perché nella sua carriera è riuscite, a spaziare, ad interpretare, a dare lustro e fama a generi che qui in Italia nessuno aveva esplorato. Ornella Vanoni, interprete di un mondo musicale al completo, divoratrice instancabile delle novità che arrivavano dal mondo, tutto: dal pop, al jazz, al rock in alcuni tratti, per poi passare con facilità alla canzone d’autore, al teatro, alla tv. Ornella Vanoni una e trina e anche di più, senza mai scivolare in niente e nulla, dotata di una classe infinita, senza se e senza ma, ancora oggi riesce a dare lezioni di stile, ironia, classe, senza mai mettere da parte la vera protagonista, ovvero la Musica. Ironica e tagliente, senza peli sulla lingua, capace di rubare la scena a chiunque, dotata di un’intelligenza che ancora oggi la contraddistingue nel panorama italiano, non solo musicale. Novant’anni, dicevamo; già: Ornella Vanoni compie novant’anni di arte, condita con dolore, anche, sofferenza, tanta, ma sempre in piedi su un palco.
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Così Ornella, figlia di un industriale farmaceutico, dapprima studia dalle Orsoline e poi inizia a frequentare collegi in Svizzera, Inghilterra per poi alla fine, in maniera del tutto inaspettata e inconsapevole, grazie ai consigli di un’amica di sua madre Mariuccia, approdare nel 1953 all’accademia di Arte drammatica del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler. Giorgio Strehler che non solo sarà il suo maestro ma sarà anche il suo compagno. Relazione che fu considerata scandalosa, visto che ai tempi il maestro era sposato e lei Ornella, aveva poco più di vent’anni “Strehler è stato compagno, amico, padre, maestro. Forse troppe cose assieme, e cose che avvenivano troppo velocemente. Un rapporto così ti leva la leggerezza. Mi sentivo bambina in un cappotto troppo grande. E poi forse Giorgio mi amava più di quanto io amassi lui “.
L’amore; già, croce e delizia per Ornella, che ha attraversato epoche e flirt come se avesse attraversato oceani in tempesta con una barca a vela, riuscendo alla fine ad arrivare, anche se la vela ormai si era quasi strappata totalmente. L’amore cantato, vissuto disperatamente, scandalosamente, cercato, sempre accanto, come quello con Gino Paoli, incontrato nel 1960 alla Ricordi, con il quale vivrà non solo una proficua collaborazione artistica ma anche una delle più belle, tormentate e intense storie d’amore, alla quale il cantautore genovese dedicherà la struggente Senza Fine. Paradossalmente però il 6 giugno del 1960, Ornella Vanoni sposerà l’impresario teatrale Lucio Ardenzi, ma dal quale ben presto si allontanerà, accorgendosi che l’amore era altrove «Quel matrimonio fu un errore. Io volevo ancora bene a Gino e lui mi ha sconsigliato sino all’ultimo, minacciando persino di venire alla cerimonia a cantare Senza fine. Il matrimonio non sta in piedi e quando nel 1962 nasce Cristiano, io e Ardenzi siamo già separati, ero ancora innamorata di Paoli. Il giorno delle nozze non mi sarei dovuta presentare, avrei dovuto dire la verità, sarebbe stato più leale.»
Ma la carriera di Ornella era già scoppiata prima, già, perché Ornella è stata ed è un’artista scoppiettante. Era scoppiata in teatro, interpretando in maniera del tutto singolare, sensuale e catturando l’attenzione e la curiosità del pubblico, con quel suo timbro vocale e quelle parole dette quasi come se le stesse strascinando, quelle che allora erano “le canzoni della mala”. La metà degli anni Sessanta e poi e l’amore con Gino Paoli, le sue interpretazioni al limite tra il drammatico e l’euforico, l’avevano consacrata come una delle migliori interpreti del panorama musicale italiano e non solo. Autori e artisti come Ivano Fossati, Gino Paoli, Dario Fo, New Trolls, Paolo Conte, Lucio Dalla, Sergio Bardotti, Grazia Di Michele, Mogol, Franco Califano, Bruno Lauzi, Renato Zero, Fabrizio De André, Riccardo Cocciante, Umberto Bindi, compongono per lei brani che resteranno indelebili nella storia della canzone italiana: La musica è finita, Eternità, Una ragione di più con le musiche di Mino Reitano.
E poi arriva il successo internazionale, quell’amore verso la musica e la saudade brasiliana, quell’amore per la Bossa nova che dapprima con il brano L’appuntamento del cantante brasiliano Roberto Carlos la consacra a regina delle classifiche e poi nel 1976 realizza un album insieme a Vinicio de Moares e Toquinho dal titolo La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria. Un album che non solo fa capire quanto versatilità ci sia nelle corde vocali di Ornella Vanoni ma è anche un album che fa capire quanto Ornella sia oltremodo curiosa e aperta a scoprire nuovi orizzonti musicali. In fondo lo è sempre stata, spaziando da un genere all’altro da un’artista all’altro, sei mai perdere quella sua scandalosa classe. Mai doma, infatti gli anni Ottanta la vedono interprete e protagonista di brani scritti appositamente per lei da quelli considerati come i cantautori per eccellenza, come De André, Paolo Conte e nello stesso tempo affianca, a questo suo mondo di intellettuali musicali anche la tv, di fatto nel 1984 è ospite fissa di Risatissima, programma di Canale 5, presentato da Milly Carlucci.
Da una parte all’altra, dal dramma all’ironia, dalla vita che ti porta anche ad attraversare i momenti bui (lei stessa ha confermato e affermato di aver sofferto di depressione) alla vita che va vissuta fino all’ultima risata, fino all’ultima battuta, colma di ironia di cui Ornella è stata ed è maestra. Non paga di tutto questo Ornella continua a teatro con Giorgio Albertazzi e poi si spinge fino a New York verso quel jazz tanto amato e vanta collaborazioni George Benson, Steve Gadd, Gil Evans. E poi gli anni novanti e duemila scorrono tra un Ornella impegnatissima nelle sue tournée, nelle sue collaborazioni con i giovani della scena musicale e non, con le sue apparizioni e interpretazioni per i grandi registi come né Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino fino ad oggi ad essere ospite fissa di Fabio Fazio a Che tempo che fa, regalandoci non solo il suo tempo vissuto e passato, non solo la sua arte, la sua infinita classe vocale ma Ornella Vanoni ci regala quell’ironia dissacrante di cui avremmo bisogno sempre nelle nostre vite per continuare ad andare avanti. Sono novant’anni di un’artista che non ha rughe sul suo volto benché si vedano tutte, di un’artista che è stata ed è scandalosamente straordinaria non solo a livello artistico ma anche umano. Che siano venti o novanta, in fondo per Ornella Vanoni “domani è già un altro giorno…si vedrà”.