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Bonus 100 euro: a chi spetta e come richiederlo, i requisiti del contributo sulla tredicesima di Natale

Bonus 100 euro: a chi spetta e come richiederlo, i requisiti del contributo sulla tredicesima di Natale

La parola d’ordine del duo Meloni-Giorgetti sull’economia, rivendicata da mesi, era quella di dire “no ai bonus”. Eppure, paradosso, la prima misura della prossima manovra economica dell’esecutivo, che dovrà trovare i soldi per rifinanziare misure economiche come il taglio del cuneo fiscale e allo stesso tempo tagliare il rapporto deficit/pil come richiesto dalla Commissione europea, è proprio una mancetta.

Parliamo del bonus tredicesime, già ribattezzato in precedenza bonus befana e quindi bonus natale. La sua natura però non cambia: si tratta a tutti gli effetti di una misura una tantum da 100 euro netti per le tredicesime, denaro che andrà a pochi eletti e che certamente non avrà l’effetto sperato dalla premier e dal suo ministro dell’Economia, ovvero quello di far decollare i consumi degli italiani.

Quelli che a parole sono gli “acerrimi nemici” dei bonus hanno infatti studiato l’ennesima misura con poco o nessun senso. Antonio Misiani, responsabile economia del Pd, la definisce una “mancetta per pochi” e se ne capisce bene il motivo: la platea dei beneficiari è a dir poco ridotta ed escluse una serie di categorie che da due anni a questa parte sono cadute nel dimenticatoio del governo.

A chi spetta il bonus

Tra gli esclusi vi sono infatti tutti coloro che rientrano nella “no tax area” sotto gli 8.500 euro, paradossalmente quelli che più di tutti avrebbero bisogno di sostegno: i 100 euro una tantum dovrebbero infatti andare alle famiglie di lavoratori da 8.500 a 28mila euro di reddito, anche se non è ancora chiaro se si tratti di reddito individuale, familiare o di Isee.

E a proposito di famiglie, su questo punto c’è altro punto dolente del provvedimento: i fondi saranno riservati solo ai genitori coniugati, niente bonus ai single o ai genitori con figli a carico ma che non sono sposati. Addio alle coppie non sposate o divorziate, a coloro che sono in una unione civile (una coppia dello stesso sesso per legge non può accedere al matrimonio), niente bonus neanche ai genitori single: se parliamo di donne, in questo caso la statistica ci dice anche che in Italia hanno generalmente un reddito più modesto e dunque a maggior rischio povertà. Bonus che, inoltre, verrà riconosciuto solo a chi ha figli a carico, discriminando così un lavoratore senza prole.

Come richiedere il bonus

Oltre al caos sulla platea, il governo non sembra procedere in direzione migliore per quanto riguarda le modalità di richiesta della misura una tantum. L’erogazione non sarà automatica: gli aventi diritto dovranno richiederla al proprio datore di lavoro.

Anche per questo la platea finale sarà ridotta ai minimi termini: su 20 milioni di lavoratori dipendenti solamente 1,1 milioni otterrà il bonus, anche perché l’esecutivo ha messo sul piatto solo 100 milioni di euro.