X

Sondaggi politici elettorali: cosa pensano gli italiani delle armi all’Ucraina, l’ultima indagine sui partiti

Foto Nino Ratiani/LaPresse 13 giugno 2024, Italia, Savelletri, Brindisi: Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, viene accolto al vertice del G7 da Giorgia Meloni, primo ministro italiano. Foto Nino Ratiani/LaPresse 13 June 2024, Italy, Savelletri, Brindisi : Volodymyr Zelensky, President of Ukraine, is welcomed to the G7 summit by Giorgia Meloni, Prime Minister of Italy.

Foto Nino Ratiani/LaPresse 13 giugno 2024, Italia, Savelletri, Brindisi: Volodymyr Zelensky, presidente dell'Ucraina, viene accolto al vertice del G7 da Giorgia Meloni, primo ministro italiano. Foto Nino Ratiani/LaPresse 13 June 2024, Italy, Savelletri, Brindisi : Volodymyr Zelensky, President of Ukraine, is welcomed to the G7 summit by Giorgia Meloni, Prime Minister of Italy.

Quello che pensano gli italiani delle armi all’Ucraina e del permesso sollecitato dal voto del Parlamento Europeo dell’uso delle stesse in territorio russo. C’è una maggioranza ma non un’opinione stra-condivisa. La platea è spaccata almeno secondo quanto emerge dal sondaggio SWG per il Tg La7 di Enrico Mentana. Da cui si evince che scandali, nuove alleanze, guerre intestine, cambiano poco e niente in un panorama da mesi immobile. Si va intanto verso il voto, gli appuntamenti elettorali in Liguria, Emilia-Romagna e Umbria.

Cosa pensano gli italiani delle armi all’Ucraina

Il 48% degli intervistati è d’accordo con l’invio di armi all’Ucraina. Una maggioranza chiara ma non schiacciante sul 34% che si trova invece in disaccordo con la decisione. Al 18% il dato di chi risponde: non saprei. Per il 54% degli intervistati l’Italia dovrebbe poi consentire a Kiev di colpire obiettivi militari legittimi sul territorio russo: una decisione che al Parlamento Europeo ha spaccato i partiti oltre che le coalizioni. Per il 46% invece le armi inviate a Kieve vanno utilizzato soltanto in Ucraina, e quindi a scopo meramente difensivo.

 

Gli orientamenti di voto sui partiti

Scivolano entrambi dello 0,2% i primi della classe, leader rispettivamente di maggioranza e opposizione, staccati comunque di quasi una decina di punti. Fratelli d’Italia è al 30,1%, Partito Democratico al 22,6%. Il Movimento 5 Stelle, nel pieno della faida intestina tra l’ex premier e leader Giuseppe Conte e il fondatore Beppe Grillo, è stabile all’11,7%.

Forza Italia ancora di corto muso davanti alla Lega: 8,5 gli Azzurri, 8,2% il Carroccio. L’Alleanza Verdi Sinistra è al 7,1%. Azione è al 3,1%, Italia Viva al 2,7%, +Europa all’1,5%. A chiudere il listone Sud chiama Nord e Noi Moderati all’1%. Alla generica voce “altre liste” il 2,5%, perfino in crescita, a conferma degli alti tassi di astensione a ogni tornata elettorale, la percentuale di chi non si esprime, al 35%.