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Chi è Davide Bonolis, figlio del conduttore e di Sonia Bruganelli: il racconto della malattia, il calcio a Siena e la fidanzata

È il figlio di Paolo Bonolis e Sonia Bruganelli. Fa il calciatore, gioca nel Siena ed è fidanzato con Martina. Ha solo 20 anni ma ha vissuto un’esperienza che lo ha fatto crescere e maturare. Davide Bonolis ha raccontato cosa gli è successo quando ha saputo di avere la mononucleosi. “Fino agli 11 anni sono stato un ragazzino sereno, come tanti — ha spiegato al Corriere della SeraIl momento di svolta, per me, è arrivato quando mi è stata diagnosticata la mononucleosi. Quella notizia mi ha spaventato, per qualche ragione avevo paura di essere giudicato e ho dovuto abbandonare per sei mesi il campo da calcio. Il risultato è stato che mi sono chiuso in me stesso. Ho iniziato a allontanarmi da tutto e da tutti. Ho iniziato ad avvertire uno smodato appetito. Mangiavo in continuazione tutto quello che mi piaceva. Senza nemmeno farci caso. E così, tra uno snack e l’altro, arrivavo alla fine della giornata. Avevo paura di essere giudicato e preso in giro per il mio aspetto fisico. Quando succedeva, ci rimanevo malissimo. Per questo, quando ero a scuola non vedevo l’ora di tornare a casa. Mio nonno passava un sacco di tempo con me. Mi veniva a prendere a scuola, mi portava agli allenamenti ogni giorno e, nei weekend, ero quasi sempre a casa sua. In quei momenti, cercava di farmi mangiare correttamente.

Davide Bonolis: chi è il figlio del conduttore e di Sonia Bruganelli

Aveva capito che il mio era un malessere di tipo psicologico, quindi cercava di tenermi impegnato e di rendermi consapevole. ‘Hai visto? Oggi abbiamo giocato per tre ore e non abbiamo pensato al cibo’, mi ripeteva a fine giornata. E funzionava. Finché ero con lui, vivevo diversamente. Poi quando tornavo alla ‘normalità’, a scuola o con gli amici, ricadevo nel problema. Quando è morto, visto che lui è stato quello che ha combattuto di più per me, ho deciso che dovevo onorare la sua memoria e i suoi sforzi. È accaduto circa una settimana dopo la sua morte: sono andato in camera dei miei genitori, mi sono pesato. Ero arrivato a 104 chili. Lì ho capito che dovevo mettermi d’impegno e l’ho fatto. Ho ripreso ad allenarmi seriamente e iniziato pian piano, con molta fatica, a regolare la mia alimentazione e ho iniziato a perdere chili, un pò alla volta. Da 104 sono sceso a 100, poi 96, poi 90, e così via. A un certo punto sono passato da un estremo all’altro, dal mangiare troppo al non mangiare abbastanza. Due anni fa sono arrivato a nutrirmi con mezza mela al giorno: ero contento dei miei risultati, non capivo il male che mi stavo facendo.

La malattia, il calcio e Martina

Sono arrivato a pesare 61 chili: ero sempre senza energie, sentivo sempre freddo, avevo il volto scavato. Ho dovuto così fare il percorso inverso, rimettendo di nuovo ordine nella mia vita e nella mia alimentazione. Oggi seguo una dieta ‘normale’ e bilanciata: mangio pasta, frutta, verdura, carne e pesce nelle giuste quantità. Molte volte i problemi sembrano finiti, ma poi accade qualcosa che ti fa rendere conto che è tutto ancora dentro di te, che le paure sono sopite ma non svanite del tutto. In questi giorni, ad esempio, ho condiviso un post con una mia foto di quando ero ingrassato e quella del mio fisico attuale, e ho avvertito una paura quando stavo per pubblicarlo. Avevo paura di mostrare la mia foto del passato, di essere giudicato per quello che sono stato. Il mio invito è quello di non lasciarsi influenzare da tutto ciò: ragazzi, non lasciatevi influenzare. Io credo che si debba sempre cercare di migliorarsi e di affrontare le proprie insicurezze, senza però avere timore di mostrarsi per come si è stati in passato. E, se ci si trova ad affrontare un problema, è importante saper chiedere aiuto agli altri: se condivisi, i pesi che portiamo diventano più leggeri. Questo insegnamento è ciò che vorrei restasse del mio passato pere il presente e il futuro“.