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Missile di Hezbollah raggiunge Tel Aviv, obiettivo (mancato) la base del Mossad: Israele richiama i riservisti per invadere il Libano

Missile di Hezbollah raggiunge Tel Aviv, obiettivo (mancato) la base del Mossad: Israele richiama i riservisti per invadere il Libano

Dopo due giorni di incessanti e pesanti bombardamenti israeliani in Libano, che hanno provocato oltre 500 morti, da Hezbollah è arrivata una risposta decisa contro lo stato ebraico: mercoledì mattina il gruppo politico-militare sciita ha infatti lanciato un missile balistico che ha raggiunto, per la prima volta, lo spazio aereo sopra Tel Aviv.

Missile di Hezbollah contro il qg del Mossad a Tel Aviv

Le sirene nella città, nel centro di Israele, si sono attivate ma non sono stati rilevati danni o vittime: il missile è stato infatti intercettato e abbattuto dalla difesa antiaerea israeliana. Si tratta comunque di un attacco che crea un precedente pericoloso per Israele: ma prima di oggi un missile di Hezbollah era riuscito ad arrivare così lontano.

L’obiettivo, secondo quanto annunciato dai miliziani, era quello di colpire il quartier generale del Mossad, l’agenzia di intelligence per l’estero di Israele, che si trova poco fuori da Tel Aviv. L’IDF, le forze di difesa israeliane, hanno “risposto” al lancio bombardando e distruggendo la base da cui era partito il missile, a Nafakhiyeh, nel sud del Libano, ma nel mirino sono finiti anche altri obiettivi: per il terzo giorno di fila l’IDF ha iniziato dunque una serie di attacchi verso il Paese, in particolare nell’area sud e nella valle della Bekaa, nel Libano orientale.

Il bilancio provvisorio del terzo giorno di raid israeliani nel “Paese dei cedri” è di 23 morti, come riferito dal ministero della Sanità di Beirut: si tratta di persone rimaste uccise in diverse località libanese, tra cui alcune zone montagnose fuori dai bastioni di Hezbollah.

 Morto il leader militare di Hezbollah Quabaisi

Hezbollah intanto ha annunciato che nei raid israeliani delle ultime 48 ore è stato ucciso uno dei suoi leader militari, Ibrahim Quabaisi. In un comunicato stampa il gruppo ha annunciato che “è caduto martire sulla strada per Gerusalemme”, espressione che il movimento usa per designare i combattenti uccisi dal fuoco israeliano.

Dal sud del Paese sono invece circa 500mila le persone sfollate dopo gli attacchi israeliani contro “obiettivi di Hezbollah”: a dirlo è stato il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib a margine dell’Assemblea generale dell’Onu.

Israele verso la mobilitazione dei riservisti

Pur avendolo pubblicamente smentito, Israele è sempre più pronta ad una operazione militare via terra in Libano. L’esercito ha annunciato la mobilitazione di due brigate di riservisti per essere dispiegate nel nord di Israele, dunque al confine col Libano: l’IDF ha “consentirà di continuare lo sforzo di combattimento contro l’organizzazione terroristica Hezbollah, garantire la protezione dei cittadini dello Stato di Israele e creare le condizioni per il ritorno sicuro degli sfollati del nord nelle loro case”.

A tal proposito vanno segnalate anche le parole attribuite al generale Uri Gordon, comandante dell’IDF per il nord, che ai soldati della Brigata 7 ha sottolineato che “bisogna essere molto pronti a entrare in azione e invadere”.

“Siamo entrati in una nuova fase del conflitto e ora stiamo combattendo nel quadro dell’Operazione Northern Arrows», ha aggiunto. “L’operazione è iniziata con una serie di duri colpi contro le capacità di Hezbollah, con attenzione particolare alla sua potenza di fuoco, ma anche ai suoi comandanti e operativi”.