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Referendum sulla cittadinanza: si dovrà scegliere tra xenofobia e fraternità

Referendum sulla cittadinanza: si dovrà scegliere tra xenofobia e fraternità

Ieri le 500 mila firme sono state raggiunte e superate. Di slancio. In 24 ore sono arrivate le 200 mila firma che mancavano. Un successo clamoroso. L’altra sera hanno firmato anche Fratoianni e Bonelli e i loro nomi si sono aggiunti a quelli di Elly Schlein, di Renzi e naturalmente dei leader dei partiti (Più Europa, partito socialista, Rifondazione) e associazioni che hanno promosso l’iniziativa.

Il referendum sulla cittadinanza si farà

Quindi il referendum si farà. Manca solo il timbro della Corte Costituzionale. E l’Italia sarà chiamata a scegliere tra due opzioni di futuro. O un domani dominato dalla xenofobia, dal nazionalismo, dall’autarchia. Oppure un futuro che si ispira ai diritti, all’accoglienza, alla fraternità. Il referendum è molto semplice. Si limita a chiedere una piccola modifica alla legge sulla cittadinanza che permetta agli stranieri che vivono e lavorano da noi da più di cinque anni di ottenere automaticamente la cittadinanza italiana. In questo modo si risolverebbero in modo pragmatico alcune delle questioni che riguardano ii diritti degli stranieri.

Il referendum sulla cittadinanza e le idee liberali

Verrebbe aggirato lo scoglio dello Ius Scholae e anche dello Ius Soli. Realizzando alcuni principi essenziali del diritto moderno e anche del pensiero liberale. No taxation without rapresentation era lo slogan della rivoluzione americana. Che vuol dire che se paghi le tasse hai diritto ad essere rappresentato e quindi ad essere cittadino. Certo, questo governo con le idee liberali non ha molto a che fare: col referendum possiamo imporgliele.